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Agostino e il torchio mistico
AGOSTINO E IL TORCHIO MISTICO
La passione di Cristo e la sua funzione Redentrice trova nel torchio mistico un'alta forma espressiva della devozione popolare. La croce pesa su Gesù e si comprende che il frutto da pigiare è il suo stesso corpo. Del resto tra vino e sangue c'è, in ebraico, una stretta assonanza, poiché il «vino» è detto «sangue dell'uva». Il Cristo viene premuto sotto un torchio formato dalla Croce: sotto di essa una tinozza ne raccoglie il sangue, mentre lo Spirito santo, sotto forma di colomba, preme il torchio medesimo. Il sangue viene raccolto in un calice da Agostino e da altri santi. Le scritte del tipo: "questo è il sangue del Nuovo testamento, bevete tutti di questo sangue, salva Signore il tuo popolo, ci ha amato e ci ha mondato dei peccati nostri nel suo sangue" spiegano ampiamente il senso della rappresentazione iconografica. Altre volte una scritta latina, svela il mistero: Torcular calcavi solus et de gentibus non est vir mecum. È un versetto di Isaia (63, 3): «Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me».
Il brano al cap. 63 riporta nel suo complesso: "Chi è costui che viene da Edom, da Bozra con le vesti tinte di rosso? Costui, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della sua forza? - «Io, che parlo con giustizia, sono grande nel soccorrere». [2] - Perché rossa è la tua veste e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel tino? [3] - «Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me. Li ho pigiati con sdegno, li ho calpestati con ira. Il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti e mi sono macchiato tutti gli abiti, [4] poiché il giorno della vendetta era nel mio cuore e l'anno del mio riscatto è giunto."
L'immagine del "Torchio Mistico" o di "Cristo pigiatore" ha una lunga storia. Possiede un carattere allegorico per cui Cristo è il frutto che va pigiato, il succo ricavato, in realtà il suo sangue, è la bevanda di redenzione per i peccati dell'uomo. Dal catino che raccoglie il sangue parte la linea che accompagna la sofferenza del peccato fino alla pressa del sacrificio di Gesù. La figura centrale di Cristo è accompagnata, ai lati, da altre immagini di sofferenza dell'uomo, assimilabili alla condanna di Gesù, ricordata dalla corona di spine, insieme ad altri strumenti di tortura e di prigionia quali la sedia con le catene e i ceppi. La lunga storia di questa particolare iconografia nasce nel Medioevo, con attestazioni risalenti al IX secolo. All'origine vi erano la raffigurazione della vite e del grappolo. La visualizzazione di Cristo nella pressa si diffonde invece dal XII secolo e con maggior realismo, e sempre più esplicitamente, Gesù viene dipinto mentre trasuda sangue sotto la pressione del torchio almeno dal XIV secolo. L'ispirazione all'immagine è tratta dal testo d'Isaia (63, 3): "Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me. Li ho pigiati con sdegno. Il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti e mi sono macchiato tutti gli abiti."
Fu proprio il vescovo di Ippona (con altri, come ad esempio Tertulliano) che, meditando questo passo, paragonò il torchio alla croce dove Cristo era stato premuto da solo, per la salvezza di tutti. Spetta a sant'Agostino infatti il collegamento tra questo brano d'Isaia e il grappolo meraviglioso del libro dei Numeri (13, 23)
"Tagliarono un tralcio con un grappolo d'uva, che portarono in due con una stanga."
Nelle Esposizioni sui Salmi il commento è esplicito: "Mi calpestano sempre i miei nemici, molti sono quelli che mi combattono. / Nell'ora della paura io in te confido leggiamo "... Perché è tenuto nel torchio il suo corpo, cioè la sua chiesa. Che significa " nel torchio" ? Nelle angustie. Ma ben fecondo è questo essere spremuti nel torchio. Finché è sulla vite, l'uva non subisce pressioni: appare intera, ma niente da essa scaturisce. La si mette nel torchio, la si calpesta e schiaccia; sembra subire un danno, invece questo danno la rende feconda, mentre al contrario, se le si volesse risparmiare ogni danno rimarrebbe sterile. Orbene tutti i santi che soffrono persecuzioni da parte di coloro che si sono allontanati dai santi, stiano attenti a questo salmo e vi riconoscano sé stessi ... Il primo grappolo d'uva schiacciato nel torchio è Cristo. Quando tale grappolo venne spremuto nella passione, ne è scaturito quel vino il cui calice inebriante quanto è eccellente!
AGOSTINO, Esposizione sui Salmi, 55, 3-4
Le rappresentazioni iconografiche di Agostino e il torchio mistico
Maestro tedesco (1415) a Bad Doberan, Doberan Minster
Maestro tedesco (1434) a Tamsweg, santuario di san Leonardo
Maestro tedesco (1425-1450) a Tribsees, chiesa di san Tommaso
Maestro tedesco (1445) a Loffenau, chiesa della Santa Croce
Maestro tedesco (1450) a Rostock, chiesa della Santa Croce
Maestro tedesco (1450-1480) a Steeg, chiesa di sant'Anna
Maestro tedesco (1470) a Ulm, Ulmer Museum
Maestro tedesco (1470) a Retschow, Dorfkirche
Ambrogio da Fossano (1500 ca.) a Milano, S. Maria Incoronata
Maestro tedesco (1534) a Erfurt, cattedrale della Beata Vergine Maria
Mainardi Andrea (1594) a Cremona, chiesa di S. Agostino
Anonimo di St. Etienne (XVII secolo) a Parigi, chiostro chiesa S. Etienne