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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Congregazioni > Osservanti di Lombardia > Calvi > Capitolo di MontespecchioCongregazione degli Osservanti di Lombardia: Donato Calvi
L'insediamento di Montespecchio
CAPITOLO DI MONTE SPECCHIO DI TUTTE L'OSSERVANZE D'ITALIA
[Anni di Christo 1449 - Anni della Congregatione 11]
[Pag. 53] Correva il secolo quintodecimo dalla nascita di Christo, et decimo terminato della Congregatione, quando l'Agostiniana religione in più Congregationi d'osservanza divisa, vedeva ne figli rinovate le vecchie glorie della madre, et nella diversità de novelli germogli, le proprie grandezze ringiovanite. Parve questo un secolo dalla divina Providenza eletto alla riforma di quasi tutte quelle Religioni, ch'allontanate da rigori de primieri instituti, pian piano declinar si vedevano alla rilassatione. Canonici, Monaci, Minori, Carmelitani, Serviti, Gieronimiani o in tutto il corpo dell'ordine, o per qualche parte si sottoposero all'osservanza. Lo stesso nell'ordine Eremitano del P. S. Agostino fu d'alcuni de più zelanti suoi professori essequito; onde in Toscana sorse la famosa Congregatione di Lecceto, di qualche anno prima del secolo cominciata, in Regno la nobile di Carbonia, nell'Umbria la celebre Perugina, nella Marca di Treviso la degna di Mont'Ortone, et nella Lombardia la nostra, che pur dall'origine il nome di Congregatione di Lombardia ha conservato. Vero è che da loro principij non havendo queste Agostiniane osservanze altre regole, che quelle le venivano prefisse dal zelo de loro beati institutori, indi n'avvenne, che ad un solo fine con varij et differenti mezzi s'incaminassero, et senza punto badare all'uniformità delli habiti, riti, et cerimonie, fosser tutti uniformi in servir a Dio, et la salute dell'anime procurare. Così de seguaci di queste Congregationi altri (quasi ad imitatione de gl'antichi, Guilelmiti, Zamboniti, Fabarij, et Brittini, che pur erano membri dell'ordine di S. Agostino,
[Pag. 54] et la sua santa Regola professavano) non tantopoco ne i nomi eran varij, ma d'avantggio di color bigio le vesti portavano, altri bianco, altri negro; a chi toccava con il lembo il piede, a chi a pena la metà della gamba, gl'uni andavano scalzi, gl'altri calzati; chi sopraponeva alla veste il mantello, chi lo rigettava; variavano nella forma dello scapolare, della tonaca, della cappa, fin della cintura, et scarpe; non ostante fosse ugualmente a tutti: Cor unum, et anima una in Deum; e tutti indifferentemente la regola professassero, et instituito del Patriarca S. Agostino. In questa guisa il loro modo di vivere parecchi anni le prenomate Congregationi proseguirno; diverse ancora osservando le cerimonie Ecclesiastiche, diversi tenendo i riti; quando temendosi, non potessero col tempo diversità somiglianti alcuna confusione nell'ordine partorire, per commissione del P. Reverendissimo Giuliano di Salem all'hora Generale s'intimò nel Convento di Monte Specchio Diocesi di Siena un capitolo generale di tutte l'osservanze d'Italia, a fine di stabilir il modo de loro governi, assegnarli conveniente capo, ridurle all'uniformità dell'habito, riti, et cerimonie, et prefiggerli quelle leggi, che sarebbero più opportune, et necessarie giudicate. Di pochi anni prima cioè del 1446, erasi pur in Roma nel Monasterio di S. Maria del Popolo un altro somigliante capitolo convocato, ove in Rettore Generale di tutte le osservanze d'Italia fu eletto il P. Remigio Macerio di Francia; ma come haveva mostrato la prattica difficilmente potersi ad un solo capo membra così dissomiglianti aggiustare, e troppo riuscir malegevole Congregationi tanto ne loro instituti diverse ricevere pacificamente da un solo Rettore le leggi. Così, senza pregiuditio dell'auttorità suprema del P.Generale, fu stabilito in questo nuovo Capitolo di Monte Specchio assegnare a ciaschuna osservanza particolar Superiore, che la moderasse, e col crear più Vicarij Generali, conforme il numero delle congregationi, dichiararle tutte all'unico Prior Generale dell'ordine subordinate.
[Pag. 55] L'anno dunque 1449, sotto li 10 Maggio si celebrò il famoso Capitolo con l'intervento del medesimo P. Generale, che deputò il suo Vicario Capitolare il Beato Padre Giovan Rocco di Pavia venutovi per nome della sua Congregatione di Lombardia insieme coi Padri Maestri Giovanni di Novara, et Giorgio di Cremona. Per l'altre Congregationi assistenti comparvero li Padri Maestri Francesco di Fiorenza, Alessandro di Sassoferrato, Paolo di Roma, et d'avantaggio li Padri Remigio di Francia, Pietro da Lecceto, et Bartolomeo di Siena, che tutti unitamente fur dal P. Generale costituiti deffinitori del Capitolo con piena facoltà di determinar quanto fosse stimato bisognevole il mantenimento dell'osservanza, et unità della Religione. Si rinnovò in questo Capitolo la controversia se meglio fosse unir le Congregationi tutte in un solo corpo assegnandoli un capo solo, che governasse, onde fosser nell'ordine due Generali, uno de Conventuali, l'altro de gl'osservanti, o se meglio si fosser potute, et con minor confusione conservare separate sotto il reggimento di Vicarij particolari, che tutti poi riconoscessero un solo P. Generale, qual capo supremo dell'ordine. Diffendeva mordacemente la prima proposta il P. M. Alessandro di Sassoferrato, mentre della seconda fattosi partegiano il Beato P. Giovan Rocco, trasse seco in consequenza non solo l'assenso del P. Generale, ma del Capitolo tutto, che decretò in conformità etiandio della mente del Pontefice, et Cardinale Protettore, diversi a ciaschuna Congregatione assegnar un Vicario Generale sotto il cui indirizzo l'osservanza, conforme le proprie leggi, non pregiudiciali, o contrarie a gl'instituti dell'ordine, s'havesse a governare; tutte nel rimanente aggiustandosi nella stessa forma dell'habito, riti, et cerimonie, onde fosse l'Agostiniana Religione a guisa d'un albero in più rami, et innesti diviso, ma che tutti dal medesimo tronco, et dalla stessa radice ricevessero il nodrimento. Ciò stabilito, dal quel Venerando Consesso si deputorno alle Congregationi Vicarij Generali diversi; alla Lecetana il P. Bartolomeo da Siena, alla Carbonaia il P. Desiderio di Piemonte; alla Perugina il P. Paolo di Roma
[Pag. 56] (che poi passò alla Lombarda come nella seconda parte diremo) a quella di Monte Ortone il P. Simone di Camerino; et alla nostra il Beato Padre Giorgio di Cremona, che fu il primo Vicario Generale dell'osservanza di Lombardia per capitolo eletto, havendola fin a questo tempo, pur con titolo di Vicario del P.Generale per anni dieci in ponto governata, ma senza elettione di Capitolo il Beato Padre Giovan Rocco primo Institutore della Congregatione, come nella sua vita fu detto si determinò pur quivi, che finito l'anno dovesse ogni Congregatione il proprio Capitolo celebrare, et il nuovo Vicario Generale eleggere, et successivamente ogni biennio, et anco ogni anno, se fosse tornato commodo, nella stessa forma continuare; perscrivendosi varij ordini,et formandosi varij decreti per il buon governo del publico, progressi dell'osservanza; pace fra Conventuali, et Congregati, et decoro di tutta la religione, come più diffusamente ne registri dell'ordine, et atti di quel Capitolo si può vedere.