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L'africa romana: Thysdrus

L'interno dell'imponente anfiteatro romano

L'interno dell'imponente anfiteatro romano

 

 

THYSDRUS

 

 

 

Risalgono all'età punica (III secolo a. C.) le prime testimonianze archeologiche su Thysdrus, l'odierna Eljem, che ancora all'epoca della campagna d'Africa di Cesare era solo una modesta borgata. Fu soprattutto nel II secolo d. C. che la città, traendo profitto dalla posizione di crocevia della Tunisia centrale e dal grosso impulso dato dagli Antonini all'ulivocoltura, divenne centro importante; sotto i Severi raggiunse la massima potenza economica e politica, come mostrano sia l'episodio della proclamazione di Gordiano a imperatore sia le innumerevoli testimonianze archeologiche.

Le rappresaglie seguite alla sconfitta di Gordiano non mancarono di lasciare tracce sul territorio, ma né il rigore della repressione né la successiva crisi impedirono a Thysdrus di riacquistare una notevole prosperità, che si protrasse per alcuni secoli. La città, nota per l'enorme anfiteatro trasformato in fortezza, prese parte alle complesse vicende dell'epoca bizantina e dei primi tempi della conquista islamica, anche se l'ascesa di Kairouan a capitale della regione la condannò in breve a una drammatica contrazione.

A Gabes facevano capo cinque strade importanti di cui quella più a nord conduceva al grande centro romano di Thysdrus, famoso per i suoi uliveti e il suo vasto anfiteatro. Oggi quest'importante struttura sorge isolata in un paesaggio privo d'interesse, ma nell'anno 238, la zona era abbastanza fittamente popolata per riempire due volte alla settimana il circo, che poteva contenere 30.000 spettatori. Di quanti ne avevano eretti i Romani, quello di Thysdrus era più piccolo, pare, soltanto del Colosseo di Roma. La città era vasta come le sue ville. L'acqua vi abbondava talmente che in una iscrizione un magistrato si congratula con se stesso per aver ornato di fontane l'intera Gabes. Semplice villaggio agli inizi della conquista romana, Thysdrus divenne rapidamente una grande città insignita del titolo di municipio e poi di colonia. La sua rapida ascesa è da ascrivere alla sua posizione di incrocio di grandi strade e allo spirito di intraprendenza di un ceto mercantile così potente e facoltoso da riuscire a costruire un maestoso anfiteatro e un non meno grandioso circo, oltre a importanti monumenti i cui mosaici testimoniano sia l'opulenza quanto la romanizzazione di questa città.

Oggi il sito archeologico ha perso molte delle sue antichità: i visitatori tuttavia possono ancora ammirare lo splendore dell'anfiteatro romano, uno dei più grandi e meglio conservati fra i monumenti dell'antichità. Vari cantieri di scavo sono disseminati inorno alla città, che può vantarsi, oltre che dei mosaici, di aver conservato i più grandi capitelli romani della Tunisia (1.86 m di altezza). La fotografia aerea ha permesso di individuare l'area in cui sorgeva un circo, lungo oltre 500 m e largo circa 100, mentre gli scavi hanno consentito di individuare il centro della città romana con il foro, le grandi terme e altri edifici pubblici.

 

La città romana

Thysdrus, d'origine punica, diventando città romana seppe trarre profitto dalla sua posizione di crocevia della Tunisia centrale e dall'impulso dell'ulivocoltura sotto Adriano (117-138), al punto di divenire la seconda città della provincia dopo Hadrumetum (Sousse). Nel III secolo contava circa 30.000 abitanti, la sua estrema ricchezza la faceva ambire al ruolo di capitale forse anche con pretese di dirigere l'impero: l'anfiteatro era il terzo del mondo romano ed il circo possedeva le medesime dimensioni del circo di Massenzio a Roma. Dopo l'assassinio di Alessandro Severo e l'elezione ad imperatore di Massimino nel 235, la pressione fiscale esercitata sulla provincia scatenò la rivolta dei latifondisti di Thysdrus, sostenuti dai contadini della Tunisia centrale, che proclamarono decaduto Massimino e gli sostituirono il proconsole Gordiano nel 238, con l'assenso del senato di Roma. La risposta di Massimino fu immediata: suo figlio Gordiano II fu vinto ed ucciso lo stesso anno dalle truppe della III Legione e Gordiano I finì per suicidarsi nel suo palazzo a Cartagine.

Nonostante la forte repressione che in seguito si abbatté sulla regione, Thysdrus rimase relativamente prosperosa sino alla fine dell'impero. Il periodo Vandalico e bizantino portarono al declino inarrestabile della città, posta ai limiti della regione stepposa come Sufetula (Sbeitla) e sempre più a contatto con le tribù berbere provenienti dalla Tripolitania e da Aurès.