Contenuto
Percorso : HOME > Africa agostiniana > Siti archeologici > ThysdrusREPERTI ARCHEOLOGICI romani a Thysdrus
REPERTI ARCHEOLOGICI ROMANI A THYSDRUS: I MOSAICI
A sinistra: Mosaico con un montone fra due arbusti (II secolo d. C.)
A destra: Piccolo pannello di un grande mosaico che faceva parte del pavimento di un triclinium di una casa di Thysdrus. Vi si vede uno splendido fagiano fra due roseti in fiore. Il reperto è conservato al Museo del Bardo ed è datato fra la fine del II sec. e l'inizio del III sec. d. C.
A sinistra: Mosaico che raffigura scene marine. Due amori tirano le reti dove restano impigliati molti pesci. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al III secolo d. C.
A destra: Pavimento di mosaico distribuito su tre registri che narrano scene di caccia che si leggono dall'alto in basso. Nella prima fascia si vede la partenza per la caccia di due cavalieri accompagnati da un battitore munito di un forcone. Nel secondo registro la narrazione del mosaicista ci mostra i cani, che tenuti al laccio da dei domestici, si agitano per rincorrere e stanare una lepre e la selvaggina nascosta fra i cespugli. Nella fascia inferiore cacciatori e cani si lanciano all'inseguimento della malcapitata lepre che scappa a tutta velocità. Il reperto è conservato al Museo del Bardo.
A sinistra: Mosaico che raffigura scene marine: vi sono raffigurati una grandissima quantità di pesci di ogni qualità, uccelli acquatici, molluschi e crostacei. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al III secolo d. C.
A destra: Piccolo pannello di un mosaico che rappresenta dei grappoli d'uva nera e bianca. Questo pavimento è una decorazione detta xenia (una natura morta, vegetale o animale) che apparteneva a un grande mosaico che ornava il triclinio (la sala da pranzo) di una casa romana che sorgeva a circa 500 m dalle Terme pubbliche di Tysdrus. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al II secolo d. C.
A sinistra: Pavimento in mosaico, che proviene da una casa vicino all'Ippodromo, con un insieme di nodi che determinano dei medaglioni al cui interno, inscritte in doppi cerchi, sono disegnati i busti delle nove Muse. Assieme ai loro attributi si riconoscono dall'alto in basso e da sinistra a destra: Erato (citara); Clio (libro); Calliope (alquanto deteriorata); Tersicore (lira); Melpomene (maschera tragica); Urania (globo); Euterpe (flauto doppio); Talia (maschera comica). Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al III secolo d. C.
A destra: Piccolo pannello di un mosaico frammentario di un grande pavimento di un triclinium. Si tratta di una xenia di due pesci su roccia. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al II secolo d. C.
A sinistra: Frammento di un mosaico composto da minuscoli tasselli in marmo e in vetro colorati deposti sopra un piano di pietra in modo da imitare una pittura. Concepite in questo modo, queste opere erano in seguito inserite al centro di grandi pavimenti occupando un ruolo centrale nella composizione. Il soggetto della scena è un barcone condotto da un rematore. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al II sec. d. C.
A destra: Grazioso mosaico noto come banchetto in costume. Nel primo registro cinque convitati stanno bevendo, appartengono alle squadre di caccia e ai gladiatori. A destra è raffigurato un rappresentante dei Telegenii, il secondo, dei Leontii, è seduto vicino a un Pentasii che porta una corona a cinque punte con al centro un pesce. Una corona a tre punte distingue uno dei Sinematii, mentre l'ultimo che agita una foglia è un Crescentii. Nel secondo registro si vedono delle anfore vinarie e dei servitori che travasano il vino nelle coppe gridando: silentiu(m) dormiant tauri. Sono i tori che compaiono più in basso e paventano uno scontro con i tauriscii. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale alla fine del IV secolo d. C.
A sinistra: Frammento di un mosaico pavimento: al centro di una trama fatta di lacci e nodi di Eracle, di cerchi, si vede un ottagono che doveva ospitare un busto oggi scomparso, senz'altro quello dell'Anno. Agli angoli, quattro cerchi sono riservati ai busti delle quattro stagioni accompagnate dai loro attributi: l'autunno e l'inverno sono posti in basso, mentre l'estate e la primavera (non conservata) occupano la parte superiore. Così immaginate le stagioni evocano la Natura, la risurrezione e la vita. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al II secolo d. C.
A destra: Mosaico che rappresenta una xenia, con un motivo di origine ellenistica che ha creato il genere della natura morta. Qui sono illustrate vettovaglie, un carniere e uccelli appesi a un anello. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale alla fine del II secolo d. C.
A sinistra: Mosaico che forma una specie di tappeto composto da xenia e altre scene inscritte in 24 piccoli riquadri con cornici di ghirlande di lauro. Si osservano diversi motivi: un cesto di frutta, una lepre che afferra una grappolo d'uva, delle oche, un pavone, una gallina, un gallo, dei frutti e dei legumi. L'ultima linea raffigura delle belve dell'anfiteatro, una pantera, un leone, un toro e un orso, oltre ad altri animali che ricordano le quattro stagioni. La penultima striscia mostra dei giochi che vengono proposti da tre persone sedute a un tavolo. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al III secolo d. C.
A destra: Mosaico che rappresenta un'oca. Faceva parte del pavimento di un triclinium. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale alla fine del II sec. d. C.
A sinistra: Mosaico a forma di medaglione che rappresenta Venere circondata da Amorini. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al III secolo d. C.
A destra: Pavimento di mosaico detto d'Isaona. Raffigura giochi dell'anfiteattro come si svolgevano nell'antichità pagana. Vi sono numerosi medaglioni: al centro c'è un personaggio che impugna oggetti simbolici della potenza dei Telegenii. Sotto si legge l'iscrizione HAEC VOS SOLI che doveva essere rivolta agli organizzatori dei giochi. Altri emblemi in altri medaglioni citano le parole ISAONA, LEONTII, la S e la III dei Sinematii, una corona a cinque punte e i pesci dei Pentasii, le foglie di edera dei Tauriscii. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al III-IV secolo d. C.
Pavimento di mosaico che raffigura una scena dell'anfiteatro di Tysdrus. Vi si vedono cinghiali, zebu, orsi liberi di combattere sotto lo sguardo di Dioniso, nimbato con un mantello rosso. Ai piedi di questa divinità che rappresenta i domatori di belve, sta una pantera accovacciata, e un vado da dove nasce una grande vigna ricolma di grappoli. Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale alla fine del IV secolo d. C.
Pavimento in mosaico, che proviene da una casa vicino all'Ippodromo, con un insieme di nodi che determinano dei medaglioni al cui interno, inscritte in doppi cerchi, sono disegnati i busti delle nove Muse. Assieme ai loro attributi si riconoscono dall'alto in basso e da sinistra a destra: Erato (citara); Clio (libro); Calliope (alquanto deteriorata); Tersicore (lira); Melpomene (maschera tragica); Urania (globo); Euterpe (flauto doppio); Talia (maschera comica). Il reperto è conservato al Museo del Bardo e risale al III secolo d. C.