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CICLo AGOSTINIANo di un Maestro vetraio champenois a Eperney

Agostino vescovo cardioforo in una vetrata della chiesa di Notre Dame a Eperney

Agostino vescovo cardioforo

 

 

MAESTRO VETRAIO CHAMPENOIS

1500-1520

Chiesa di Notre Dame a Eperney

 

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

La vetrata ci propone un giovane Agostino vestito da vescovo con tutti gli attributi episcopali. Con la mano destra inguantata regge un pastorale a forma di croce. Una aureola cinge la mitra che il santo porta sul capo. Con la mano sinistra Agostino regge un libro aperto preziosamente decorato assieme a un cuore rosso. Lo sfondo dell'immagine presenta motivi floreali, che si armonizzano con le piante del giardino dove si trova Agostino. La presenza del cuore si riferisce ad alcuni passi delle Confessioni che ebbero una grande fortuna presso la devozione popolare.

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3

 

 

Una prima chiesa di Notre-Dame, in stile rinascimentale, fu costruita a Épernay tra il 1520 e il 1550. Degradatasi con il passare dei secoli, la chiesa crollò parzialmente nel 1824, fu restaurata tra il 1826 e il 1833 e crollò nuovamente nel 1892. Di quell'edificio non resta che il portale, oggi visibile su una piazza del paese. Il comune decise quindi di costruire una nuova chiesa di Notre-Dame, mentre la vecchia fu demolita definitivamente nel 1909.

I lavori di costruzione della Basilica furono avviati nel novembre 1897. La prima pietra fu benedetta il 19 maggio 1898. Alta 83 metri e lunga 73, la chiesa domina l'intera città. L'edificio ideato da Antoine Paul Selmersheim (1840-1916), un architetto che progettò, costruì e restaurò molte chiese, fu portato a termine nel 1915. Selmersheim si ispirò nella costruzione alla chiesa gotica di Braine nel Aisne. Dal 1915 l'edificio fu arricchito di vetrate. Appena due anni dopo, i bombardamenti durante l'offensiva tedesca nel corso della prima guerra mondiale danneggiarono le vetrate. Quello che restò fu depositato presso il pittore vetraio Soccard a Parigi, ma il suo studio prese fuoco, riducendo ulteriormente la quota delle vetrate originali. Queste sono tuttavia visibili nel coro e nelle cappelle absidali, sebbene vi siano anche copie. Da notare il bellissimo Albero di Jesse in una cappella laterale e il tetto in vetro delle “Nozze di Pelagia", racconto tratto dalla vita di "San Tommaso apostolo" nella Leggenda Aurea . L'anno successivo le granate fecero crollare parte della volta, la navata principale e parte della facciata principale. Restaurata nel 1922, la chiesa venne consacrata il 13 aprile 1925 da monsignor Tissier, vescovo di Châlons-sur-Marne, oggi Châlons-en-Champagne.

La chiesa è caratterizzata da uno stile di transizione medievale: l'esterno è ispirato al romanico mentre l'interno al primo gotico. Nell'edificio sono conservate molte opere d'arte sotto forma di vetrate, dipinti e sculture. Le vetrate del periodo rinascimentale descrivono i cicli della vita di Saint-Rémy, sant'Agostino e della Vergine. Interessanti sono anche le vetrate della Passione, della creazione (la creazione di Eva) e di Noè. Tra i dipinti si possono principalmente ammirare due opere: una di Andrea Vaccaro risalente al XVIII secolo che rappresenta la Maddalena e un dipinto del XVIII secolo con santa Geneviève che custodisce le sue pecore.

Una terza opera di Leonello Spada del XVII secolo rappresenta la decollazione di San Cristoforo. Fra le sculture una statua che raffigura Nostra Signora e che risale al XII secolo o all'inizio del XIII secolo potrebbe essere una statua originale di Notre-Dame de Paris. La chiesa ospita grandi organi di Cavaillé-Coll donati da Paul Chandon de Briailles nel 1869, che provengono dall'antica chiesa di san Martino. La sua campana classificata risale alla fine del XIV secolo.