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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Cinquecento > EperneyCICLo AGOSTINIANo di un Maestro vetraio champenois a Eperney
Agostino insegna retorica
MAESTRO VETRAIO CHAMPENOIS
1500-1520
Chiesa di Notre Dame a Eperney
Agostino insegna retorica
Non è possibile stabilire dove si svolge questa scena: potrebbe essere Cartagine, Roma o Milano. Agostino è già vestito come un canonico: ha un cappello in testa e un lungo saio a maniche larghe. E' interessante notarne il colore, che verrà ripreso nelle scene successive: è un blu scuro, il colore del vestito che i Canonici di Epernay indossarono fino al 1527. L'uditorio di Agostino è seduto davanti a un portico con dei pilastri. Con le due mani regge un libro aperto. I colori e l'animazione dei personaggi, la bella architettura, rendono questo episodio uno dei meglio riusciti.
Esistono numerose rappresentazioni che riproducono Agostino in atto di insegnare. Dai testi agostiniani sappiamo che insegnò a Tagaste, quindi a Cartagine, poi si trasferì a Roma e infine, su mandato di Simmaco raggiunse Milano, dove insegnò presso la Scuola della Corte imperiale.
In alcune rappresentazioni non è facile distinguere l'intenzione del pittore, quale cioè delle sue sedi di insegnamento abbia voluto rappresentare.
Perciò quando il prefetto di Roma ricevette da Milano la richiesta per quella città di un maestro di retorica, con l'offerta anche del viaggio sulle vetture di Stato, proprio io brigai ... perchè Simmaco m'inviasse a Milano.
AGOSTINO, Confessioni 5, 13, 23
Così insegnò prima grammatica nella sua città e poi retorica a Cartagine, capitale dell'Africa.
POSSIDIO, Gesta Augustini 1, 2
Dalla mia patria però fuggii ... così dal paese di Tagaste mi trasferii a Cartagine.
AGOSTINO, Confessioni 4, 7, 12
Fu dunque per la tua azione verso di me che mi lasciai indurre a raggiungere Roma e a insegnare piuttosto là ciò che insegnavo a Cartagine.
AGOSTINO, Confessioni 5, 8, 14
Trascorremmo questo periodo di nove anni, dal diciannovesimo al ventottesimo, cadendo e traendo in agguati, fra inganni subiti e attuati, in preda a diverse passioni, pubblicamente praticando l'insegnamento delle cosiddette discipline liberali, privatamente una religione spuria; superbi nel primo, superstizioni nella seconda. Attraverso l'insegnamento inseguivo una fama popolare vuota fino agli applausi teatrali, ai certami poetici, a gare per una corona di fieno, a spettacoli frivoli e passioni sregolate; attraverso la seconda cercavo la purificazione da queste macchie mediante le vivande che portavamo agli eletti e ai santoni, come li chiamavano, affinché nell'officina del loro ventricolo ne fabbricassero per noi gli angeli e gli dei nostri liberatori. Io seguivo queste pratiche, le compivo insieme ai miei amici, ingannandoli e ingannandomi con loro ... In quegli anni insegnavo retorica: vinto cioè dalla mia passione, vendevo chiacchiere atte a vincere cause.
AGOSTINO, Confessioni 4, 1, 1
Agostino insegnò la retorica per diversi anni a Cartagine, poi, all'insaputa della madre si recò a Roma dove aprì una scuola.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea