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CICLo AGOSTINIANo di un Maestro vetraio champenois a Eperney

Ambrogio e Agostino cantano il Te Deum, vetrata dalla chiesa di Notre Dame a Eperney

Ambrogio e Agostino cantano il Te Deum

 

 

MAESTRO VETRAIO CHAMPENOIS

1500-1520

Chiesa di Notre Dame a Eperney

 

Ambrogio e Agostino cantano il Te Deum

 

 

 

Per la quarta volta si possono vedere Agostino ed Ambrogio insieme: Agostino è vestito di blu con il saio dei canonici. L'iscrizione che si srotola sulla scritta ricorda la leggenda dell'origine del Te Deum. Te dominum confitemur replica Agostino ad Ambrogio allorché questi intona Te deum laudamus. Di solito questo episodio che viene tramandato dalle leggende medioevali si confonde con quella del battesimo, nel cui contesto si sviluppa il duetto fra Agostino e Ambrogio.

 

Il Te Deum viene indicato a volte come Himnus ambrosianus, altre volte Hymnus in honorem sanctae trinitatis e ancora Imnum in die dominica.

L'attribuzione tradizionale ad Ambrogio ed Agostino risale all'859 quando Hincmar di Rheims (arcivescovo di Reims, nato nel 806 e morto a Epernay il 21 dicembre 882) pubblicò il testo sulla predestinazione nel quale riferisce questa tradizione: A maioribus nostris audivimus tempore baptismatis sancti Augustini hunc hymnum beatus Ambrosius fecit et idem Augustinus cum eo confecit.

La tradizione fu avvalorata nella Historia Mediolanensis di Landolfo Senior del secolo XI: in quibus fontibus prout Spiritus sanctus dabat eloqui eis Te Deum Laudamus decantantes, cunctis qui aderant audientibus et videntibus simulque mirantibus, in posteris ediderunt quod ab universa ecclesia Catholica usque ad hodie tenetur et religiose decantatur.

La datazione critica del Te Deum fa risalire la sua composizione al 400-450.

 

Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

E in tal modo rispondendosi composero quest'inno, come narra anche Onorio nel suo libro Lo specchio della Chiesa.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Oggi gli specialisti attribuiscono la redazione finale a Niceta, vescovo di Remesiana (oggi Bela Palanka) alla fine del IV secolo.