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CICLo AGOSTINIANo di Bernardino Ferrari

Sant'Agostino benedicente in cattedra con i donatori Gusberti

Sant'Agostino benedicente in cattedra con i donatori Gusberti

 

 

BERNARDINO FERRARI

1508

Vigevano, Cattedrale di sant'Ambrogio cappella di S. Carlo

 

Sant'Agostino benedicente in cattedra con i donatori Gusberti

 

 

 

La scerna centrale del Polittico presenta la figura ieratica di sant'Agostino in trono nell'atto di benedire i fedeli e i due devoti donatori che in ginocchio ai suoi piedi.

I donatori sono Giovanni Agostino ed Elisabetta Gusberti, da come si può agevolmente dedurre dalla iscrizione in basso, sotto la cattedra: SP.is ET EXIMIUS ARTIU ET MEDECINAE DOCTOR D. I. AGUSTINUS VSIPET F. F. ELISABET.

Nel contempo è attestata anche la data di esecuzione dell'opera: anno 1508.

Agostino indossa i paramenti episcopali con la mitra in testa e un ricco piviale. Tuttavia, come è costume nelle committenze agostiniane, il santo indossa anche la nera tunica dei monaci agostiniani per rimarcare l'origine dell'Ordine proprio dal santo vescovo di Ippona. Ai suoi fianchi si può notare anche la presenza della cintura di cuoio, che ancora oggi portano i monaci agostiniani come segno distintivo e simbolo della loro devozione alla Vergine.

La famiglia Gusberti viene ricordata come una delle famiglie di più antica nobiltà presenti a Vigevano. Fra gli esponenti della famiglia si trovano letterati quali Ubertino (1395), Ambrosio (1433), Antonio (1460) e Simone (1481), come appare dal volume degli Antichi Statuti.

Altro importante esponente fu Giovanni Gusberto, Fisico Dottore famoso ai suoi tempi, fondatore della Cappella di S. Agostino "nella Chiesa Maggiore di Vigevano, alla quale fu costituita la dote del figliuolo Simone Gusberto del 1511, che fu Cancelliero della Comunità, com'anco fu dopo di lui Agostino Gusberto suo figliolo, e hora n'è Cappellano Prete Gioseffo Gusberto."

[da Vigevano illustrato del Dottor di Leggi Collegiato e Oratore dell'intera Città Egidio Sacchetti, pubblicato a Milano nel 1648 da Gio. Pietro Eustorgio Ramellati su richiesta del nipote Michel Angelo Sacchetti Dottore Colegiato e Oratore della stessa città*].

Di questa cappella di sant'Agostino parla anche Carlo Stefano Brambilla, Cancelliere, Ragionato e Archivista d'essa Città, nel suo libro "La Chiesa di Vigevano" dove afferma che: "Fu fondata la Cappella sotto il titolo di Sant'Agostino, uno delli quattro Dottori di Santa Chiesa, dal nobile Simone Gusberto,del q. Giovanni, che, per dote d'essa, assegnò certi beni stabili con riserva del Iuspatronato ne suoi figliuoli e discendenti per linea masculina, e, estinta questa, ne suoi più prossimi in grado, con obbligo al Cappellano di due Messe la Settimana, con la nomina del primo Capelano nella persona del Rev. Francesco Colli canonico di S. Ambrosio ammessa e approvata dal Dottore Baldassar Fedeli Vicario Generale e L. T. del vescovo di Novara, come di tutto ne consta Instrumento rogato da Bartholomeo de Guaschi Notaro Collegiato d'Alessandria e Cancelliero del vescovado di Novara à 15 maggio del 1511.

A questa si sono unite altre proprietà, lasciati da alcuni della parentela de Ferrari alla Cappella della Natività della B. V. Maria dalla quale sono state levate e applicate a questa di S. Agostino con titolo d'augumento de Ferrari, cioè.

Da Filippo de Ferrari Sorda con obbligo di due Messe la Settimana, da celebrarsi da un Capelano d'essere eletto dalli più prossimi suoi parenti della parentela d'esso Filippo, come per testamento rogato da Gio; Stefano Maggio Notaro di Vigevano l'anno 1517 adì 21 aprile.

Dal rev. Prete Gio: Quirico Ferrari, con obbligo di tre Messe la settimana, d'essere celebrate da un Cappellano, da eleggersi da quelli della sua famiglia de Ferrari in perpetuo, in modo che non possa passare tale ragione in altra famiglia o persona, come dal suo testamento rogato da Stefano del Pozzo Notaro di Vigevano adì 10 giugno 1524 e da Vincenzo  de Ferrari Gagliardi, cha lasciò lire due mille con obbligo di Messa quotidiana, da celebrarsi da un Cappellano della parentela de nobili Ferrari, d'esser'eletto dai padroni della più antica cappella eretta in detta Cattedrale da Martinolo de Ferrari, come dal suo testamento rogato dal detto Notaro Stefano del Pozzo à 23 giugno 1524.

Il Cappellano è stato per il spacio di cento anni in circa nominato unitamente dalli nobili Gusberti e dalli nobili Ferrari à tal nomina instituito particolarmente nelli anni 1545, 1573 e 1599, mà hauendo poi li Gusberti nominato un sogetto e li Ferrari un altro, ne sono nati liti tra essi padroni e ne sono seguiti sentenze e appellationi e la causa introdotta nella Rota Romana e finalmente, hauendo l'Ordinario preteso, che la ragione de Gusberti fosse a lui devoluta, per esser'estinta la linea de discendenti maschi e heredi del detto q. Simone fondatore, per la morte di Francesco Gerolamo Gusberto suo pronipote, tra il Vicario Antonio Bonfiglio, Prete Gioseffo Gusberto, che fu instituito Cappellano d'essa Cappella, e quatro de Nobili Ferrari, si è venuto a transazione, nella quale si è convenuto, che in caso di vacanza d'essa Cappella, doppo detto R. Giuseppe Gusberto, si provveda d'un solo cappellano unitamente ad ambedue le Cappelle alternativamente e cioè la prima volta per Collatione dell'Ordinario senza presentazione delli nobili Ferrari, com'appare istrumento sopra di ciò rogato dal Causidico Gio:Angelo Fassina Notaro di Vigevano à 23 decembre del 1632, ma poi esposti li editti per la nuova institutione d'esso Rev. Gioseffo, a quelli contraddisse Pietro Francesco Chiesa come figliolo di Livia Giulia de Gusberti, abbbiatica del fondatore e fabbricato il processo, il medesimo Vicario sentenziò che la ragione de Gusberti fosse trasferita in detto Pietro Francesco come herede e descendente del detto q. Simone e che in virtù della fondazione e dotazione il ius praesentandi setta al detto Chiesa e suoi heredi e discendenti come per sentenza ricevuta dal Causidico Carlo Antonio Bon Figlio Cancelliero del Vescovato à 14 maggio 1633, onde tra detti Chiesa e Ferrari si è venuti a una nuova transatione, nella quale con decreto dell'Ordinario, hanno convenuto che in occasione di vacanza dopò detto Rev. Gioseffo, si proveda d'un solo Cappellano ad ambe le cappellanie e alla nomina e presentazione di detti padroni alternativamente fino in perpetuo, come per altro instrumento rogato dal medemmo Notaro fassina il primo giugno del 1633 cominciano con la prima presentatine delli nobili Ferrari e la seconda del detto Pietro Francesco Chiesa e suoi successori e che per allora si eleggesse, come fu eletto concordemente, detto Rev. Gioseffo, quale fu instituito per instromento rogato l'istesso mese di giugno 1633 dal sudetto causidico Bonfiglio cancelliero del vescovado ed essendo nel mese di ottobre del 1660 morto detto cappellano Gusberto, fu da quatro nobili Ferrari nominato il rev. Dominico Ferrari Lancillotto, che pure fu nominato da Giovanni Chiesa abbiatico del sodetto Pietro Francesco e dal Rev. Bernardino e fratelli de Gusberti del luogo di Abbiategrasso, per tre isnstromenti rogati da me alli 13 e 16 dell'istesso mese, e proposti li editti, hanno li Ferrari contradetto al Chiesa che osta la detta transatione e alli Gusberti non esser tali, ch'abbino ragione di nominare e instrutto il processo, fu dal Dottore Vincenzo Ubaldi Colli Vicario Generale sententiato doversi li Ferrari mantenere nel possesso, nel quale si trovano per l'ultimo stato, riservate le loro ragioni a gl'altri nominanti in petitorio iuditio e in tal conformità detto rev. Dominico è stato instituito come per sentenza e instromento de quali fu rogato detto Causidico e Cancelliero Bonfiglio à 27 novembre 1660."