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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Cinquecento > Bernardino FerrariCICLo AGOSTINIANo di Bernardino Ferrari
Sant'Agostino in preghiera con i suoi discepoli
BERNARDINO FERRARI
1508
Vigevano, Cattedrale di sant'Ambrogio cappella di S. Carlo
Sant'Agostino in preghiera con i suoi discepoli
Il significato della scena non è molto chiaro, poichè non è facilmente riconducibile a un episodio della vita di Agostino o a uno dei suoi miracoli..
La scena principale si svolge all'interno di un ambiente chiuso, che potrebbe essere una chiesa con ampi colonnati. La scena si espande comunque all'esterno attirando l'attenzione su un ampio cortile fra le case dove si muovo in lontananza alcune persone e in primo piano c'è forse un personaggio che sale una scala. All'interno dell'edificio si distinguono tre elementi: a sinistra c'è un folto gruppo di persone inginocchiate che pregano. nella navata successiva c'è Agostino, con gli abiti episcopali, anch'egli in ginocchio in preghiera e, davanti a lui, un ragazzo, forse un chierico, che regge con forza una croce.
Sono rare scene di questo genere nella sua iconografia, dove viene messi in rilievo, da solo o assieme ad altri, la sua attitudine alla preghiera. Per Agostino essa era strumento per parlare con Dio ed avvicinarsi ai misteri della Incarnazione, oltre che mezzo per esprimere pienamente la propria umanità. La preghiera è anche il modo per rapportarsi agli uomini cercando di stimolarli ad avvicinarsi a Dio.
2. 2. Soprattutto, quindi, fratelli, ad esempio di questo Martire, impariamo ad amare i nostri nemici. L'esempio ci è stato offerto da Dio Padre, che fa sorgere il sole su buoni e malvagi. Questo ha detto pure il Figlio di Dio, in seguito alla sua Incarnazione, con la bocca della sua carne che assunse per amore dei suoi nemici. Infatti, egli che ama i suoi nemici venne al mondo e trovò suoi nemici proprio tutti, non trovò alcun amico. Per i nemici versò il sangue: con il suo sangue, però, convertì i nemici. Cancellò con il suo sangue i peccati dei suoi nemici: cancellando i peccati, da nemici li rese amici. Anche Stefano era uno dei suoi amici: anzi, lo è e lo sarà. Tuttavia, per primo, il Signore stesso mostrò sulla croce quello che prescrisse. Infatti, mentre i Giudei, da ogni lato, gridavano sdegnati, erano furenti, dileggiavano, ingiuriavano, crocifiggevano, disse: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno. È la cecità infatti a crocifiggermi. La cecità crocifiggeva: ma il Crocifisso, del suo sangue, faceva un collirio per loro. Esempio di Santo Stefano. Il Vangelo: documento e testamento.
2. 3. Ma ci sono uomini restii al precetto, avidi del premio che non amano i loro nemici, ma pretendono di potersi vendicare di loro, né fanno caso che, se il Signore avesse voluto vendicarsi dei suoi nemici, non sarebbe rimasto nessuno a lodarlo. Quando ascoltano questo passo del Vangelo, secondo il quale il Signore disse sulla croce: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno, si dicono: Egli ha potuto in quanto Figlio di Dio, in quanto Unigenito del Padre. Sulla croce pendeva un corpo, ma all'interno si celava Dio. Ma che siamo noi per fare queste cose? Ingannò chi diede il precetto? Lungi da noi: non ingannò. Se ritieni sia troppo per te imitare il tuo Signore, bada a Stefano, tuo conservo. Cristo Signore è il Figlio Unigenito del Padre, lo è forse anche Stefano? Cristo Signore nacque da una vergine intemerata: anche Stefano forse? Cristo Signore venne in una carne immune da peccato, ma simile alla carne del peccato 4: forse anche Stefano? Nacque come sei nato tu; donde tu sei nato egli nacque; ebbe nuova vita da colui dal quale anche tu l'hai ricevuta; fu redento allo stesso prezzo versato per te; vale tanto quanto tu vali. Ci è stato procurato un documento. Il Vangelo è il documento, dove risulta che tutti siamo stati comprati: come lui, anche tu. È documento in quanto siamo servi; è testamento perché siamo figli. Tieni conto di lui, osserva il tuo conservo.
AGOSTINO, Discorso 317, 2, 2-23 Sul Martire Stefano