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CICLo AGOSTINIANo di André Joseph-François

La cappella di santa Caterina ad Apt

La cappella di santa Caterina ad Apt

 

 

ANDRE' JOSEPH FRANCOIS

1692

Apt, Cappella di santa Caterina

 

Episodi della vita di sant'Agostino

 

 

 

I sette i dipinti conservati nella Cappella di santa Caterina ad Apt raffigurano altrettante scene della vita di Sant'Agostino. La dedicazione del monastero a santa Caterina risale al 1299 anno della sua fondazione.

La disposizione dei dipinti non segue un ordine cronologico, ma visualizza casualmente episodi della vita di sant'Agostino.

Tutti i dipinti sono attribuiti a Joseph-François André e sono databili all'anno 1692 grazie alla firma e alla data che l'artista ha posto sul dipinto che raffigura la predicazione di sant'Ambrogio e la conversione di sant'Agostino. Nel 1770 questi sette quadri furono menzionati nell'inventario dei beni dell'ospedale Saint-Castor, da cui allora dipendeva la cappella, e si trovavano nello stesso luogo in cui si trovano oggi.

I sette dipinti sono collocati in cornici in gesso, sulle pareti nord, ovest ed est della navata. Le forme delle tele ricalcano quelle delle cornici, sono quindi di due tipi: con quattro angoli concavi dentellati oppure con quattro sporgenze. Le dimensioni dei dipinti hanno altezze comprese tra 191 e 193, e larghezze tra 120 e 123 cm.

Il loro stato di conservazione non è buono: tutte le tele sono in pessime condizioni. Le tele sono tese, talora staccate dal telaio, tal altra strappate e anche piuttosto sporche. Si notano inoltra delle significative lacune nello strato pittorico.

Da sinistra il primo quadro che si può osservare è la morte di Monica madre di Agostino, che avvenne a Ostia. Il dipinto raffigura il figlio Agostino, Adeodato insieme al suo amico Alipio. Segue una tavola in cui Agostino ascolta le predicazioni milanesi del vescovo Ambrogio, che parla dal suo pulpito. Davanti a lui i fedeli presenti lo ascoltano, e tra di loro vediamo Agostino al centro. Sullo sfondo, all'esterno dell'edificio ecclesiastico, si svolge una scena implicitamente indicata dalla mano destra del vescovo: la conversione di Agostino sotto il fico nel giardino della sua casa milanese, con l'iscrizione, su un filatterio, delle parole:"Tolle, lege" cioè "prendi e leggi". È su questo dipinto che il pittore Joseph André ha scelto di apporre la sua firma e la data di esecuzione.

Proseguendo si trova un dipinto che probabilmente, per la presenza di un gran numero di vescovi, rappresenta la Conferenza di Cartagine dove Agostino ebbe un ruolo fondamentale nella condanna del donatismo.

 

Nei due dipinti a seguire Agostino viene dapprima raffigurato durante la sua consacrazione a vescovo mentre indossa la stessa veste con mitra rossa e piviale e successivamente ritroviamo il santo protagonista di una leggenda medioevale sul tema della Trinità, dove incontra in riva al mare un angelo con la conchiglia. Il quadro che segue raffigura il battesimo di Agostino ad opera del vescovo milanese Ambrogio. L'ultima tela ha una tematica incerta, ma la scena sullo sfondo potrebbe essere la rappresentazione della città di Ippona, di cui Agostino è stato vescovo e dove perirà nel 430. In tal caso il pittore avrebbe dipinto un Agostino che fornisce sostegno e conforto al suo gregge di fedeli.

 

 

 

André Joseph-François

Nato ad Apt (Vaucluse) il 10 luglio 1669, era il quinto figlio del pittore Jean André, di cui divenne apprendista verso il 1684, e di Lucrèce Laure, figlia del notaio di Castellane Durand Laure. Intorno al 1690 diventa maestro pittore e si sposa nel 1690 a Castellane (Alpi dell'Alta Provenza) con Honorée Long. in questo periodo si stabilì come pittore in questa città, proprio come suo padre Jean André. In un atto del 1692 è citato come "maestro pittore di Castellane", ma nello stesso anno fu attivo anche ad Apt. L'ultimo suo dipinto conosciuto risale al 1697; sembra che abbia concluso rapidamente la sua carriera di pittore per concentrarsi sulle sue attività commerciali. E' noto che era magazziniere a Castellane nel 1698. Nel 1699, morta la prima moglie, si risposa con Thérèse Mérigon. Dal 1700, alla nascita dei figli, fu chiamato il "mercante". Morì a Castellane nel 1707.