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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > NapoliCICLo AGOSTINIANo di Cosimo Fanzago aL MUSEO si San Martino a NAPOLI
La scena del giardino a Milano
COSIMO FANZAGO
1630-1650
Museo S. Martino proveniente dalla chiesa di sant'Agostino degli Scalzi a Napoli
La scena del giardino a Milano
Molto legata alla decorazione, la scena ha perso la freschezza dell'episodio agostiniano. Il giardino non è neppure tratteggiato, mentre la casa vicina è disegnata come una torre cui si accede da una scala monumentale. Gli angeli non ci sono più, mentre i raggi divini scendono avvolgendo Agostino. Non si vede nè il pavone nè la fontana: la scena è così divisa in due parti equivalenti: la lettura di Paolo (a destra) e la chiamata divina (a sinistra).
E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.
Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.
AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29