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CICLo AGOSTINIANo nel Chiostro di Teggiano

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

 

 

MAESTRO CAMPANO

1727

Teggiano, Chiostro del convento agostiniano

 

Agostino e il Bambino sulla spiaggia

 

 

 

La scena si trova sul lato ovest del chiostro ed è stata dipinta ad intonaco su pittura a fresco. La lunetta in altezza misura 140 cm e in larghezza 225.

La struttura del dipinto con i suoi personaggi disposti in un ambiente marino e la spiegazione che ne viene data sotto rivelano che siamo in presenza della raffigurazione di una famosa leggenda medioevale che tratta il desiderio di Agostino di conoscere il mistero della Trinità.

La scritta infatti recita: "DELLA TRIADE AL MISTER POCH' APPLICATO SPECULANDO AGOSTIN QUASI E' CONFUSO DA CELLA E GAR... VIEN CONSOLATO Devotione ..."

Sulla destra si erge la figura di un uomo vestito da monaco e di fronte ha un ragazzo seduto. Il primo è Agostino che sta meditando in riva al mare sul mistero della Trinità, quando incontra un fanciullo che sta giocando con l'acqua.

Secondo Kany questo soggetto con protagonista Agostino fu creato dal canonico agostiniano Tommaso da Cantimpré intorno al 1260. La narrazione leggendaria si trova per la prima volta nel Catalogus Sanctorum del vescovo Petrus de Natalibus intorno al 1370 e successivamente divenne un elemento distintivo delle biografie agostiniane e degli episodi leggendari attribuiti al santo.

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

 

Negli Acta Sanctorum Augusti, tomus VI, p. 357-358 pubblicati ad Anversa nel 1743, Johannes Stilting (1703-1762 ) scrisse un commento assai critico relativamente a questa tradizionale leggenda agiografica citando Petrus de Natalibus (1330-1406), Torelli e Ambrogio de Staibano (in Tempio eremitano de' santi e beati dell'Ordine Agostiniano del 1608).