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CICLo AGOSTINIANo del MAESTRO DI LLUCA a LLUCA

Agostino predica, veste un novizio e fonda monasteri: affresco a Lluçà nella chiesa di santa Maria

Agostino predica, veste un novizio e fonda monasteri

 

 

MAESTRO DI LLUCA

1349-1370

Priorato agostiniano di Lluçà

 

Agostino predica, veste un novizio e fonda monasteri

 

 

 

In questa scena sono raffigurate più scene che evidenziano diversi episodi in cui Agostino svolge le sue mansioni di vescovo del popolo cristiano a lui affidato.

Sulla sinistra il santo, in abiti vescovili, sta predicando ad alcuni fedeli e monaci che, di fronte a lui, lo ascoltano con attenzione. Più in là un novizio sta ricevendo la veste quale segno della sua nuova appartenenza alla comunità di monaci che Agostino ha fondato in Africa.

Ancora più a destra si notano dei tagliapietre e in alto dei muratori e architetti che sorvegliano i lavori attorno ad una costruzione: la scena si riferisce alla attività di Agostino come fondatore e costruttore di nuovi monasteri.

Da notare che praticamente tutti i personaggi indossano una veste bianca con l'abito nero dei canonici regolari, che al pari degli eremiti, riconducevano la loro origine ai dettami della regola agostiniana.

La disputa secolare fra canonici ed eremitani trova probabilmente una eco anche in questo ciclo: mentre gli eremitani avrebbero riempito l'Europa di iconografia agostiniana, i canonici non fecero altrettanto. Solo Durando di Aln in un suo libello contesterà la propaganda eremitana affermando che Agostino fondò solo comunità di canonici.

 

Agostino, che per non pochi anni fu retore di professione, una volta convertitosi all'impegno ecclesiale predicò sempre con entusiasmo, non solo a Ippona, sua sede episcopale, ma anche a Cartagine e occasionalmente anche altrove. I suoi sermoni, improvvisati, come usava allora, sulla base di qualche previo abbozzo orale, abitualmente venivano stenografati e poi messi in bella copia a opera dei monaci del suo monastero, per essere diffusi in raccolte più o meno organiche.

Christine Mohrmann ha dimostrato, in uno studio di ormai parecchi anni fa, che Agostino ha messo in opera, nei sermoni, un tipo particolare di eloquenza, caratterizzato da periodi generalmente brevi e comunque costruiti con prevalenza della paratassi sull'ipotassi, con largo impiego di figure retoriche semplici e, insieme, molto espressive, tali da sottolineare, senza oscurarlo, il senso del discorso: espressioni simmetriche, ripetizioni, assonanze, giochi di parole, sì da facilitarne comprensione e apprendimento da parte di un uditorio in larga parte di bassa condizione e cultura.

Agostino è stato il primo che nella cristianità di lingua latina si pose con chiarezza il problema della comunicazione a livello comunitario, arrivando a proporre, nel De catechizandis rudibus, diversi modi di espressione, più o meno elaborati, a secondo del diverso livello culturale dell'uditorio al quale veniva rivolta la predica, e affrontando di petto, nel quarto libro del De doctrina christiana, il problema del rapporto tra religione cristiana e retorica.

Al suo ritorno in Africa, Agostino a Tagaste, sua città natale, non tardò a mettere in opera il suo programma di vita: vendette i pochi beni che aveva, ne distribuì il ricavato ai poveri e insieme con alcuni amici, che lo seguivano nel santo proposito, tra cui Alipio, Evodio e Adeodato, fuori della città, si dedicò ai digiuni, alla preghiera e allo studio: "Vi dimorò circa tre anni e insieme con quelli che s'erano a lui uniti viveva per Iddio nei digiuni, nelle preghiere e nelle buone opere, meditando giorno e notte la legge del Signore; e della verità che Dio rivelava alla sua intelligenza nella meditazione e nell'orazione egli faceva parte ai presenti e agli assenti, ammaestrandoli con discorsi e con libri".

Lo scopo di tale comunità era il "deificarsi... nell'ozio", attraverso una vita di raccoglimento e d'intensa e profonda contemplazione.

Il suo discepolo Possidio, anch'egli membro per qualche tempo di questa comunità, ce la descrive così. "Fatto dunque presbitero, non tardò ad istituire presso la chiesa un monastero e prese a vivere con i servi di Dio secondo la maniera e la regola stabilita ai tempi dei santi Apostoli. Norma capitale era che nessuno in quella società avesse qualcosa di proprio, ma tutto doveva essere in comune, e a ciascuno venir distribuito secondo il bisogno; ciò che egli aveva fatto già prima ritornando d'oltre mare al suo paese".

Era un monastero di laici, ma non escludeva i sacerdoti.