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CICLo AGOSTINIANo del MAESTRO DI LLUCA a LLUCA

Agostino consegna la regola ai monaci: affresco a Lluçà nella chiesa di santa Maria

Agostino consegna la regola ai monaci

 

 

MAESTRO DI LLUCA

1349-1370

Priorato agostiniano di Lluçà

 

Agostino consegna la regola

 

 

 

Questa scena si trova nell'area centrale dell'affresco sopravvissuto e mostra Agostino seduto in trono all'interno di una struttura architettonica esagonale. Il santo sta consegnando, con entrambe le mani, la regola ai due gruppi di canonici che sono inginocchiati ai suoi lati. L'episodio della consegna della regola ai frati agostiniani è un elemento diffuso nella iconografia agostiniana già a partire dai codici miniati del XIII secolo e fa seguito alla istituzione dell'Ordine agostiniano nel 1256. La consegna ha un valore altamente simbolico in quanto vuole esprimere la diretta dipendenza degli agostiniani da Agostino. L'Ordine agostiniano sarebbe, secondo questa concezione, il naturale prolungamento dell'esperienza monastica inaugurata da Agostino in Africa.

Alcuni studiosi concordano nell'attribuire a S. Agostino solo la Regula ad servos Dei; in epoca successiva questa Regula fu adattata al femminile e unita alla Lettera 211 che già conteneva indicazioni per le monache di Ippona. La Consensoria monachorum, invece, è stata attribuita ad un anonimo autore dell'ultimo periodo della letteratura visigotica in Galizia e scritta tra il 650 e il 711.

L'Ordo monasterii pur restando nella tradizione della vita agostiniana un documento di riferimento venerando, non è stato più attribuito ad Agostino già dalla critica rinascimentale.

Sulla data di stesura della Regula ad servos Dei ci sono diverse opinioni: una prima teoria indica come data probabile il 391, più o meno in coincidenza con la fondazione del primo monastero d'Ippona, il monastero dei laici; una seconda teoria indica il 400 in coincidenza con il De opere monachorum; una terza sposta la data addirittura fino al 427-428, dopo il De correptione et gratia, in coincidenza con la controversia sulla grazia sorta nel monastero di Adrumeto. La maggioranza degli studiosi, però, pensa sia stata scritta intorno al 400.

 

Progredendo intanto l'insegnamento divino, coloro che nel monastero servivano a Dio sotto la guida del santo Agostino e insieme con lui, cominciarono ad essere ordinati preti della chiesa di Ippona.

11. 1. Progredendo intanto l'insegnamento divino, coloro che nel monastero servivano a Dio sotto la guida del santo Agostino e insieme con lui, cominciarono ad essere ordinati preti della chiesa di Ippona.

11. 2. Così di giorno in giorno s'imponeva e diventava più evidente la verità della predicazione della chiesa cattolica, e così anche il modo di vita dei santi servi di Dio, la loro continenza e assoluta povertà: perciò dal monastero che quel grande uomo aveva fondato e fatto prosperare con gran desiderio (varie comunità) cominciarono a chiedere e ricevere vescovi e chierici, sì che allora prima ebbe inizio e poi si affermò la pace e l'unità della chiesa.

11. 3. In fatti circa dieci uomini santi e venerabili, continenti e dotti, che io stesso ho conosciuto, il beato Agostino, richiesto, dette a diverse chiese, alcune anche molto importanti.

11. 4. D'altra parte costoro, che dal loro santo modo di vita venivano a chiese di Dio diffuse in vari luoghi, si dettero ad istituire monasteri, e poiché cresceva lo zelo per l'edificazione della parola di Dio, preparavano a ricevere il sacerdozio fratelli, che furono messi a capo di altre chiese.

11. 5. Pertanto progrediva per mezzo di molti e in molti la dottrina di fede salutare, di speranza e di carità insegnata nella chiesa, non solo in tutte le parti d'Africa ma anche nelle regioni d'oltremare: infatti con la pubblicazione di libri, tradotti anche in greco, grazie a quel solo uomo, con l'aiuto di Dio, tutto il complesso della dottrina cristiana venne a conoscenza di molti.

11. 6. Allora - com'è scritto - il peccatore a veder questo s'adirava, digrignava i denti e si struggeva (Sal. 111, 10); invece i tuoi servi - secondo quanto sta scritto - erano in pace con quelli che odiavano la pace e quando parlavano erano combattuti da quelli senza motivo (Sal. 119, 7).

POSSIDIO, Gesta Augustini 11, 1-6

 

Al suo ritorno in Africa, Agostino a Tagaste, sua città natale, non tardò a mettere in opera il suo programma di vita: vendette i pochi beni che aveva, ne distribuì il ricavato ai poveri e insieme con alcuni amici, che lo seguivano nel santo proposito, tra cui Alipio, Evodio e Adeodato, fuori della città, si dedicò ai digiuni, alla preghiera e allo studio: "Vi dimorò circa tre anni e insieme con quelli che s'erano a lui uniti viveva per Iddio nei digiuni, nelle preghiere e nelle buone opere, meditando giorno e notte la legge del Signore; e della verità che Dio rivelava alla sua intelligenza nella meditazione e nell'orazione egli faceva parte ai presenti e agli assenti, ammaestrandoli con discorsi e con libri".

Lo scopo di tale comunità era il "deificarsi... nell'ozio", attraverso una vita di raccoglimento e d'intensa e profonda contemplazione.

Il suo discepolo Possidio, anch'egli membro per qualche tempo di questa comunità, ce la descrive così. "Fatto dunque presbitero, non tardò ad istituire presso la chiesa un monastero e prese a vivere con i servi di Dio secondo la maniera e la regola stabilita ai tempi dei santi Apostoli. Norma capitale era che nessuno in quella società avesse qualcosa di proprio, ma tutto doveva essere in comune, e a ciascuno venir distribuito secondo il bisogno; ciò che egli aveva fatto già prima ritornando d'oltre mare al suo paese".

Era un monastero di laici, ma non escludeva i sacerdoti. Almeno fin dal principio c'era un religioso sacerdote, Agostino. Dobbiamo concludere che fu proprio questo il monastero, che resterà l'espressione più alta e più pura del suo ideale, dove S. Agostino unì per la prima volta alla vita religiosa il sacerdozio. La principale occupazione e il fine della fondazione era, come si dice nella Regola, che tutti insieme avessero "un'anima sola e un solo cuore protesi verso Dio" e fossero occupati nella preghiera, nello studio, nella mortificazione, sempre pronti a sentire e a rispondere ai bisogni della santa madre Chiesa. Così "col progredire dell'insegnamento divino, alcuni di coloro che sotto la direzione del Santo Agostino e insieme con lui servivano Dio nel monastero, cominciarono ad essere ordinati chierici della Chiesa d'Ippona. Frattanto, di giorno in giorno venendo in più chiara luce la verità della predicazione della Chiesa cattolica, come pure l'ideale di vita dei santi servi di Dio, la loro continenza, la loro austera povertà, si cominciò con gran desiderio a richiedere e a ricevere dei vescovi e dei chierici dal monastero che a quel memorabile uomo doveva la sua esistenza e i suoi progressi: in tal modo ebbe inizio e poi si stabilì la pace e l'unità della Chiesa. Io stesso - continua S. Possidio - ho conosciuto una diecina di santi e venerandi uomini, continenti e dottissimi, che il beato Agostino acconsentì a dare a diverse chiese, talune anche di molta importanza. Quelli, a loro volta, ispirati agli ideali di quei santi uomini, spargendosi nelle chiese del Signore, istituirono dei monasteri; e, crescendo lo zelo per l'incremento della parola di Dio, prepararono a ricevere il sacerdozio dei fratelli che poi furono promossi ad altre chiese"