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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Trecento > MontalcinoCICLo AGOSTINIANo a Montalcino
Il chiostro di S. Agostino a Montalcino
BARTOLO DI FREDI
1384-1388
Montalcino, Chiesa di sant'Agostino
Scene dalla vita di sant'Agostino
Nel centro della cittadina nel bel mezzo di numerose costruzioni medievali (il Palazzo Comunale, i monumentali Loggiati di Piazza del Popolo ad arcate gotiche e a tutto sesto dei sec. XIV-XV, la Cattedrale in stile neoclassico, costruita su una antica Pieve del 1000, il Santuario della Madonna del Soccorso edificato nel 1600 su una quattrocentesca chiesa a ridosso di Porta al Corniolo, la Chiesa di Sant'Egidio) si scopre la chiesa di Sant'Agostino un edificio sacro gotico-romanico ricco di affreschi di scuola senese del XIV secolo.
La costruzione dell'imponente chiesa romanico-gotica è riferibile al primo Trecento. La facciata è divisa in due parti da una lista di pietra: quella inferiore è aperta da un portale cuspidato con pinnacoli laterali e cornice decorata a fogliette stilizzate; quella superiore appare frutto di restauro, con l'inserimento di un grande occhio con rosone. La facciata superiore è l'esito di un restauro, che ha inserito un grande occhio con rosone. L'interno ripete il ricorrente schema conventuale, con un'ampia navata conclusa da una cappella quadrangolare con volta a crociera. Le camere monastiche si affacciano intorno ai due chiostri cinquecenteschi. Le pareti della chiesa sono state affrescate da vari artisti senesi del XIV e del XV secolo, con Scene della Passione di Cristo e Storie della vita di Sant'Antonio Abate. Gli affreschi trecenteschi del coro raccontano, sia pure con alcune scene mancanti, le Storie di Sant'Agostino, Evangelisti e Dottori della Chiesa e sono stati attribuiti a Bartolo di Fredi. Annessa alla chiesa si trova il Convento di Sant'Agostino che è stato riportato a pubblica utilità come Museo Civico e Diocesano di Montalcino. La collezione che vi è conservata è una delle più importanti della provincia di Siena ed offre una panoramica completa della produzione artistica di questa regione della Toscana. Vi si conservano capolavori della scuola di Duccio di Buoninsegna, Bartolo di Fredi, Lorenzetti, Simone Martini, Luca di Tommè, Sano di Pietro, il Vecchietta e altri.
Dell'età rinascimentale vi sono opere di Vincenzo Tamagni, Marco di Pino allievo del Beccafumi e Giovanni di Lorenzo diretto collaboratore del Sodoma. Considerevole è il numero di sculture lignee dipinte, tra cui quelle del grande Francesco di Valdambrino. Splendide sono pure le Robbiane cinquecentesche di Andrea e Giovanni della Robbia, una raccolta di paramenti e di oreficeria sacra che spazia dal 1500 al 1700 e preziosissimi volumi miniati.
Gli affreschi con le Storie della vita di sant'Agostino sono dipinti su tre pareti della cappella della chiesa di S. Agostino, in origine dedicata ai santi Giacomo Minore e Filippo. Furono riportati alla luce, in condizioni precarie, alla fine dell'Ottocento e inizio Novecento: recenti restauri hanno permesso di valorizzare le scene che si sono salvate dal degrado. L'intero ciclo è attribuito a Bartolo di Fredi con l'aiuto della bottega e del figlio Andrea. Freuler, che ha studiato a fondo i dipinti, ha ipotizzato che l'intera opera sia stata commissionata da Petra Cacciati, vedova di Bartolomeo Longarucci morto nel 1380, nobildonna assai facoltosa. Il suo nome si legge sotto grande finestra del Coro con caratteri ben evidenti: PETRA IE[KAT]IS FECIT.
Questa nobildonna aveva già commissionato altri interventi nelle chiese di Montalcino, all'Oratorio del Parto e nella cappella di S. Pietro in san Francesco, che furono realizzati sempre da Bartolo di Fredi. Per l'Oratorio del Parto fu realizzato il Polittico l'Adorazione dei pastori con i santi Agostino e Antonio Abate, coppia di santi molto venerati nell'Ordine agostiniano ed entrambi dipinti con il saio nero e la cintura. L'intero ciclo, cui mancano alcune scene, è attualmente in condizioni precarie, il che rende difficile una precisa ricostruzione dell'ordine delle scene.