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CICLo AGOSTINIANo di Guariento di Arpo a padova

Agostino e Alipio leggono gli Atti degli Apostoli, affresco nella chiesa di sant'Agostino dei Frati Eremitani a Padova

Agostino e Alipio leggono gli Atti degli Apostoli

 

 

GUARIENTO DI ARPO

1338

Chiesa degli Eremitani a Padova

 

Agostino e Alipio

 

 

 

Particolare della scena precedente in cui Agostino si rivolge ad un personaggi, che può essere identificato con Alipio, dove aver sentito il richiamo dell'angelo che gli dice tolle, lege, tolle, lege. I due leggono un brano scelto a caso dagli Atti degli Apostoli dove si accenna alla urgenza della conversione e alla necessità di abbandonare i vizi della carne. La scena è ambientata dal Guariento in un locale adiacente al giardino di Milano, dove in un armadio sono ammassati su più piani i molti libri di un Agostino insegnante di retorica.

 

Le notizie sulla vita di Alipio sono contenute quasi totalmente nelle opere del suo grande amico, sant'Agostino, con il quale divise gli errori della gioventù, la conversione e le fatiche dell'apostolato. Alipio nacque a Tagaste (oggi Souk-Ahras in Algeria) da genitori che erano tra i maggiorenti del paese. Piccolo di statura, ma di animo forte e di indole virtuosa, strinse un'affettuosa ed intima amicizia con Agostino, tanto che questi lo chiama ripetutamente frater cordis mei. Più giovane di qualche anno del suo amico, ne frequentò le scuole di grammatica nel paese natale e le scuole di retorica a Cartagine; lo precedette a Roma, dove si recò per studiare diritto, e lo accompagnò a Milano. Con l'amico Alipio Agostino visse il travaglio del ritorno alla fede; castissimo di costumi, gli fu di sostegno nella lotta contro le passioni e lo sconsigliò dal prendere moglie per non rinunziare a vivere liberamente nell'amore della sapienza; fu presente alla crisi della conversione e ne seguì l'esempio; si ritirò con lui a Cassiciaco, dove prese parte alle dispute di filosofia, e insieme con lui ricevette il battesimo il 25 aprile del 387. L'anno seguente Alipio tornò in Africa e a Tagaste si ritirò con gli amici a vita cenobitica.

Nel 391 seguì Agostino nel monastero d'Ippona. Poco dopo viaggiò in Oriente e strinse amicizia con Girolamo. Fu caro a Paolino da Nola, che ne ammirava la santità e lo zelo. Eletto vescovo di Tagaste, quando s. Agostino era ancor prete, a fianco di lui, per quasi quarant'anni, rifulse nella Chiesa d'Africa come riformatore del clero, maestro di monachismo e difensore della fede contro i donatisti e i pelagiani. Nel 411 partecipò alla Conferenza di Cartagine, e fu tra i sette vescovi cattolici che sostennero le dispute con i donatisti, nel 416 partecipò al Concilio di Milevi (Numidia) e nel 418, per incarico di papa Zosimo, si recò a Cesarea di Mauritania per affari ecclesiastici, prendendo parte alla disputa di Agostino con Emerito, vescovo donatista.