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CICLo AGOSTINIANo di Guariento di Arpo a padova

Sant'Agostino consacra i vescovi africani

Sant'Agostino consacra i vescovi africani

 

 

GUARIENTO DI ARPO

1338

Chiesa degli Eremitani a Padova

 

Sant'Agostino consacra i vescovi africani

 

 

 

La scena, che si trova nella fascia di mezzo, raffigura

sant'Agostino, vescovo di Ippona, che impone le mani consacrandoli ad alcuni vescovi africani. la scena si svolge all'interno di una grande spazio dominato da architetture rinascimentali, dove domina la figura centrale di Agostino che risalta ampiamente con il colore del piviale che spicca fra il bianco dei vescovi inginocchiati e i diaconi in preghiera, sulla destra. Una enorme folla di fedeli assiste alla scena con profonda commozione e in evidente stato di partecipazione con la preghiera.

L'affresco si trova nella chiesa patavina degli Eremitani, edificata nel 1276 in onore dei santi Filippo e Giacomo. Si trova a fianco dell'antico convento degli Eremitani, ora sede dei Musei Civici di Padova. Viene comunemente chiamata "chiesa degli Eremitani", dal nome tradizionale dell'ordine agostiniano mendicante nato dalla fusione ordinata dalla bolla Licet Ecclesiae catholicae, di papa Alessandro IV  fra gli Eremiti di Giovanni Bono (regola agostiniana, 1225), gli Eremiti della Tuscia, gli Eremiti di San Guglielmo (regola benedettina), gli Eremiti di Brettino (regola agostiniana, 1228), gli Eremiti di Monte Favale (regola benedettina), e altre congregazioni minori.

La scena affrescata da Guariento è unica nel suo genere e non è stata praticamente mai ripresa nella iconografia agostiniana. Il Vescovo di Ippona Valerio, lo aveva nominato sacerdote per volontà popolare; la città ci guadagnò immensamente, la sua opera fu molto prolifica, specie nella predicazione e nella conversione. La sua Comunità di Tagaste si trasferì definitivamente nella città di Ippona ed in seguito diventerà una fornace di preti e Vescovi africani; Agostino fu il primo riformatore del clero e scrisse anche una regola, che alcuni secoli più tardi porterà alla nascita della Comunità dei Canonici Regolari.

 

5. 3. Egli affidò al suo prete l'incarico di spiegare in chiesa il Vangelo alla sua presenza e di predicare frequentemente, contro quella che è la consuetudine delle chiese d'Africa: per tal motivo alcuni vescovi lo criticavano. 5. 4. Ma quell'uomo venerabile e previdente, ben sapendo che nelle chiese d'Oriente così si faceva comunemente e provvedendo all'utilità della chiesa, non si curava delle critiche dei detrattori, purché fosse compiuto dal prete ciò ch'egli sapeva non poter esser fatto da lui vescovo.

5. 5. in tal modo la lampada accesa e ardente, posta sul candelabro, dava luce a tutti coloro che stavano nella casa (Gv. 5, 35; Mt. 5, 15). La fama di questo fatto si diffuse rapidamente, e alcuni preti, seguendo il buon esempio e ottenutane facoltà dai loro vescovi, cominciarono a predicare al popolo in presenza del vescovo.

11. 2. Così di giorno in giorno s'imponeva e diventava più evidente la verità della predicazione della chiesa cattolica, e così anche il modo di vita dei santi servi di Dio, la loro continenza e assoluta povertà: perciò dal monastero che quel grande uomo aveva fondato e fatto prosperare con gran desiderio (varie comunità) cominciarono a chiedere e ricevere vescovi e chierici, sì che allora prima ebbe inizio e poi si affermò la pace e l'unità della chiesa.

18. 7. Per volontà divina gli fu concesso di godere già in questa vita il frutto delle sue fatiche, innanzitutto nella regione della chiesa d'Ippona, cui specificamente egli era a capo, e anche nelle altre parti d'Africa: infatti vedeva che sia per opera sua sia di quelli che egli stesso aveva dato come vescovi la chiesa del Signore si era amplificata e incrementata, e godeva che manichei donatisti pelagiani e pagani in gran parte erano venuti meno e si erano uniti alla chiesa di Dio.

POSSIDIO, Vita Sancti Augustini