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CICLo AGOSTINIANo di Guariento di Arpo a padova

La scena del giardino, affresco nella chiesa di sant'Agostino dei Frati Eremitani a Padova

Agostino nel giardino di Milano

 

 

GUARIENTO DI ARPO

1338

Chiesa degli Eremitani a Padova

 

La scena del giardino

 

 

 

Questa scena è la meglio conservata. Agostino è vestito da dottore con il colletto di ermellino. E' seduto in giardino su una panca in mattoni: il fico di cui parlano le Confessioni è un esilissimo alberello a ridosso del muro. Il libro degli Apostoli è in mano ad Agostino che alza le mani e lo sguardo verso il cielo dove appare un angelo con un libro aperto fra le mani.

Questo angelo, che avrà grande fortuna iconografica, appare qui per la prima volta. A destra è rappresentato l'hospitium dove Agostino si intrattiene con un personaggio barbuto, forse Alipio, a cui racconta l'accaduto.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29