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PITTORI: Gerolamo Giovenone

Sant'Agostino e devoti

Sant'Agostino e i Dottori della Chiesa

 

 

GIOVENONE GEROLAMO

1530-1535 circa

Pavia, Pinacoteca Malaspina nei Musei Civici del Castello Visconteo

 

Sant'Agostino con i Dottori della Chiesa

 

 

 

L'opera, conservata nella Pinacoteca Malaspina nei Civici Musei ospitati nel Castello Visconteo a Pavia, è attribuita a Gerolamo Giovenone che la dipinse verso il 1530. Si tratta di un olio dipinto su tavola delle dimensioni di 140 per 100 cm che fu acquisito dalla Pinacoteca nel 1838 in forza del legato Malaspina.

Vi sono raffigurati i quattro Dottori della Chiesa cattolica: Agostino, san Gerolamo, san Gregorio papa e sant'Ambrogio.

Tutti  e quattro i personaggi sono stati rappresentati in vesti sontuose ed eleganti degne della dignità episcopale, cardinalizia e papale che ricoprivano.

Sullo sfondo si pare una gradevole scenografia bucolica che rende più snella l'intera raffigurazione.

 

 

Gerolamo Giovenone

Nacque verso il 1490 da una famiglia di artisti che lavoravano il legno, intarsiatori e costruttori di cornici di grandi polittici. Formatosi in età giovanile nella bottega di Giovanni Martino Spanzotti, seguì, ai propri esordi pittorici, le orme dell'altro allievo e collaboratore dello Spanzotti e cioè Defendente Ferrari. Relativa a questi anni troviamo la Madonna con Bambino e Santi ora nella collezione Johnson a Filadelfia, in cui appare con evidenza l'influsso artistico dei primi maestri. Sempre tra le prime opere (1514) è la Pala Buronzo oggi alla Sabauda di Torino, con le due deliziose figure dei figli della donatrice, l'Adorazione dei Magi dell'Arcivescovado di Vercelli, il Trittico Raspa di Trino Vercellese.

Giovenone cercò di innovare il suo stile ponendosi, più tardi, sulle orme di Gaudenzio Ferrari, quando il pittore valsesiano diventò il nuovo punto di riferimento obbligato della pittura tra Piemonte occidentale e Milano. Mantenne sempre, nei suoi modi figurativi, un linguaggio misurato ed espressivo, anche se privo di grandi invenzioni. Un linguaggio che incontrò il favore della committenza che gli permise di tenere una fiorente bottega a Vercelli. Verso la fine della sua carriera artistica si nota una confluenza di stile con il proprio genero Bernardino Lanino, stimato allievo di Gaudenzio Ferrari. Ricordiamo tra le sue opere la Madonna col Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano all'Accademia Carrara di Bergamo, la Madonna col Bambino di Brera, e il Compianto sul Cristo Morto al Museo del Territorio Biellese. Quella di Giovenone fu, secondo il costume delle botteghe dell'epoca, una famiglia di artisti. Gerolamo non va confuso col fratello Giuseppe, e neppure va confuso con il figlio, pur esso di nome Giuseppe (1524-1589 ca.), né con il nipote Giovanni Battista (1525-1573).