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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Giovenone GerolamoPITTORI: Giovenone Gerolamo
S. Agostino nel suo studio
GEROLAMO GIOVENONE
1510-1555
Digione, Musée des Beaux-Arts
Sant'Agostino nello studio
La tavola viene attribuita a Girolamo Giovenone e si trova al Musée des Beaux-Arts di Digione. L'opera raffigura sant'Agostino nello studio ed è associata ad un'altra opera dello stesso autore che mostra san Girolamo penitente nel deserto. L'accostamento a san Gerolamo, fa nascere il sospetto che la scena in realtà voglia esprimere una leggenda medioevale che vede protagonisti i due santi, allorché Gerolamo appare in visione ad Agostino, che sta guardando attraverso una finestra del suo studio, e gli spiega i misteri dell'aldilà e in particolare del Paradiso. Agostino, dall'aspetto piuttosto anziano, è vestito da vescovo. In testa porta la mitra, ma sotto il piviale si nota il nero saio dei monaci agostiniani. E' questo un aspetto assai comune nella iconografia agostiniana ed ha lo scopo di rimarcare la stretta connessione fra agostiniani e il santo vescovo di Ippona, ritenuto il loro vero fondatore, per quanto l'Ordine sia nato solo nel 1256 su iniziativa papale.
La scritta S. AGVSTINVS ai piedi della tavola identifica chiaramente il personaggio raffigurato.
La scena si svolge all'interno di un piccolo studiolo, con pochissimo arredo e grandi finestre alle spalle del santo che irradiano molta luce sull'episodio.
Dipinto con la tecnica a tavola, l'opera misura cm 165 in altezza e 93 in larghezza.
Fra i possibili autori dell'opera sono stati proposto in letteratura anche Ferrari Defendente e un Anonimo pittore fiammingo cinquecentesco. L'opera è pervenuta al Museo di Digione dal lascito Dard nel 1916.
Girolamo Giovenone
Nacque verso il 1490 da una famiglia di intarsiatori e costruttori di cornici di grandi polittici. Cresciuto nella bottega di Giovanni Martino Spanzotti, seguì le orme di Defendente Ferrari, anch'egli allievo dello Spanzotti. Al suo primo periodo artistico risale la Madonna con Bambino e Santi ora nella collezione Johnson a Filadelfia. Ttra le prime opere (1514) va ricordata anche la Pala Buronzo alla Sabauda di Torino, l'Adorazione dei Magi dell'Arcivescovado di Vercelli e il Trittico Raspa di Trino Vercellese. Giovenone modificò il suo stile più tardi, seguendo lo stile di Gaudenzio Ferrari, quando questi divenne il nuovo punto di riferimento della pittura tra Piemonte occidentale e milanese. Nelle sue espressioni figurative mantenne sempre un linguaggio misurato ed espressivo, che incontrò il favore della committenza. Giovenone tenne una fiorente bottega a Vercelli. Verso la fine della sua carriera si avvicinò allo stile del genero Bernardino Lanino, stimato allievo di Gaudenzio Ferrari. Tra le sue opere si annoverano la Madonna col Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano all'Accademia Carrara di Bergamo, la Madonna col Bambino di Brera e il Compianto sul Cristo Morto al Museo del Territorio Biellese. Secondo il costume delle botteghe dell'epoca, la sua famiglia fu ricca di artisti: oltre a Gerolamo vi lavorò il fratello Giuseppe, suo figlio, pur esso di nome Giuseppe (1524-1589), e il nipote Giovanni Battista (1525-1573).