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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Gerolamo GiovenonePITTORI: Gerolamo Giovenone
Sant'Agostino e san Nicola: particolare della scena
GIOVENONE GEROLAMO
1514
Vercelli, Museo Borgogna
Sant'Agostino e san Nicola con la Sacra Famiglia
La tela di Girolamo Giovenone fu dipinta dal pittore nel 1514 e raffigura la natività del Bambino Gesù cui assitono i santi Agostino e Nicola da Tolentino.
I due santi agostiniani sono inginocchiati davanti al presepe vivente mentre Maria e, più discosto, un gioioso san Giuseppe ammirano il Bambino appena nato.
La scena si svolge in una grotte con tetto di legno che lascia intravedere una interessante fuga di edifici di stile medioevale che terminano all'orizzonte con una chiesa. I due santi indossano la cocolla nera dei frati agostiniani, quantunque Agostino porti anche tutti gli attributi della sua dignità episcopale.
Nicola tiene aperto un libro dove si legge chiaramente: "Precepta patris mei servant fideliter."
Il viso di Agostino esprime una profonda dolcezza per la nascita del Bambino tanto atteso dalla Umanità.
In questa come in qualche altra rappresentazione iconografica Agostino appare inginocchiato dinanzi alla Vergine e al Bambino presso la grotta, oppure in compagnia della Sacra famiglia di Gesù. Si tratta di tavole pietistiche dettate da devozioni abbastanza diffuse che legano la figura del santo a quella importantissime della Vergine e del Bambino.
Con l'espressione Sacra Famiglia, nella dottrina cristiana, si intende la famiglia di Gesù, composta da Gesù stesso, da Maria e da Giuseppe. Oggi si preferisce sostituire l'espressione Sacra Famiglia con l'espressione Famiglia di Nazareth, essendo la Sacra Famiglia originaria di Nazaret.
Gerolamo Giovenone
Nacque verso il 1490 da una famiglia di artisti che lavoravano il legno, intarsiatori e costruttori di cornici di grandi polittici. Formatosi in età giovanile nella bottega di Giovanni Martino Spanzotti, seguì, ai propri esordi pittorici, le orme dell'altro allievo e collaboratore dello Spanzotti e cioè Defendente Ferrari. Relativa a questi anni troviamo la Madonna con Bambino e Santi ora nella collezione Johnson a Filadelfia, in cui appare con evidenza l'influsso artistico dei primi maestri. Sempre tra le prime opere (1514) è la Pala Buronzo oggi alla Sabauda di Torino, con le due deliziose figure dei figli della donatrice, l'Adorazione dei Magi dell'Arcivescovado di Vercelli, il Trittico Raspa di Trino Vercellese.
Giovenone cercò di innovare il suo stile ponendosi, più tardi, sulle orme di Gaudenzio Ferrari, quando il pittore valsesiano diventò il nuovo punto di riferimento obbligato della pittura tra Piemonte occidentale e Milano. Mantenne sempre, nei suoi modi figurativi, un linguaggio misurato ed espressivo, anche se privo di grandi invenzioni. Un linguaggio che incontrò il favore della committenza che gli permise di tenere una fiorente bottega a Vercelli. Verso la fine della sua carriera artistica si nota una confluenza di stile con il proprio genero Bernardino Lanino, stimato allievo di Gaudenzio Ferrari. Ricordiamo tra le sue opere la Madonna col Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano all'Accademia Carrara di Bergamo, la Madonna col Bambino di Brera, e il Compianto sul Cristo Morto al Museo del Territorio Biellese. Quella di Giovenone fu, secondo il costume delle botteghe dell'epoca, una famiglia di artisti. Gerolamo non va confuso col fratello Giuseppe, e neppure va confuso con il figlio, pur esso di nome Giuseppe (1524-1589 ca.), né con il nipote Giovanni Battista (1525-1573).