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PITTORI: Sano di Pietro

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

SANO DI PIETRO

1460-1470

Milano, Museo Diocesano

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

 

Sano di Pietro si è cimentato in numerose riproduzioni del santo d'Ippona: quella riprodotta proviene da uno scomparto di Polittico ed oggi è conservata nelle Collezioni iconografiche del Museo Diocesano a Milano. La tavola su legno delle dimensioni di 15,5x8 cm, è dipinta con profusione di ori: Agostino è stato riprodotto in una ogiva sostenuta da colonnine tortili con i caratteristici tratti di vescovo. Sotto il piviale indossa l'abito nero dei monaci agostiniani, che è cinto dalla tipica cintura di cuoio propria dell'Ordine. Il piviale di color rosso ha una bardatura dorata ed è trattenuto da un fermaglio circolare. Con le mani il santo tiene il bastone pastorale e un libro chiuso. La predella proviene dalla Collezione Crespi confluita nel Museo. Altre riproduzioni di Agostino din altre opere di buona levatura: due polittici, due pale d'altare e in un frammento di predella.

La predella cui appartiene lo scomparto raffigura al centro il Cristo uomo dei dolori con a sinistra la Vergine, sant'Agostino e Maddalena e a destra i santi Giovanni Evangelista, Dorotea e Giovanni Battista.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6

 

 

Sano di Pietro

La sua prima opera datata risale al 1444 e si tratta del grande polittico con la «Madonna col Bambino», oggi conservato nella Pinacoteca Nazionale di Siena, e proveniente dalla Chiesa del Convento dei Gesuati di S. Girolamo nella stessa città. Provenienti dallo stesso polittico per i Gesuati sono alcune tavole con «Storie di S. Girolamo» oggi al Louvre di Parigi. Nel 1445-46 Sano portò a termine l'affresco con l'«Incoronazione della Vergine», iniziato da Domenico di Bartolo, nella Sala di Biccherna del Palazzo Pubblico di Siena. Del 1449 è la tavola con «Un miracolo di S. Biagio» nella Pinacoteca Nazionale di Siena, parte di un polittico eseguito per la Chiesa di S. Biagio a Scrofiano. Di poco posteriore al 1455 è la pregevole tavola con la «Madonna che raccomanda Siena al Papa Callisto III», proveniente dal Palazzo Pubblico e attualmente conservata nella Pinacoteca Nazionale di Siena. Nella medesima Pinacoteca si trovano anche molte altre validissime opere di Sano, tra cui alcuni polittici raffiguranti la «Madonna in Trono col Bambino e Santi». Eseguì numerosi lavori anche nel contado, tra i quali va ricordato un trittico nella Collegiata di S. Quirico d'Orcia. Durante il pontificato di Pio II, fu attivo nella Cattedrale di Pienza, dove lavorò insieme a tutti gli altri artisti senesi. Nei 1471 Sano eseguì poi, per la Badia a Isola, presso Monteriggioni, uno dei suoi più prestigiosi polittici. Non bisogna dimenticare la sua preziosa attività come miniatore. Egli dipinse molti codici e copertine di libri, conservati nei Museo di Pienza, nell'Archivio di Stato di Siena, dove celebri sono alcune sue tavolette di Biccherna, e altrove. La sua massima attività come miniatore si realizzò verso il 1471, allorché partecipò alla realizzazione degli splendidi corali della Libreria Piccolomini nel Duomo di Siena. Nell'ultimo periodo dell'attività pittorica di Sano, è ancora da segnalare il polittico dell'«Assunzione», del 1479, realizzato per la Chiesa di S. Petronilla a Siena, e oggi conservato nella Pinacoteca Nazionale.