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PITTORI: Sano di Pietro

 San Girolamo appare a Sulpicio Severo e a sant'Agostino

San Girolamo appare a Sulpicio Severo e a sant'Agostino

 

 

SANO DI PIETRO

1444

Parigi, Museo del Louvre

 

San Girolamo appare a Sulpicio Severo e a sant'Agostino

 

 

 

Questo scomparto di predella è distinto in due riquadri dove sono raffigurati san Girolamo che appare a Sulpicio Severo e san Gerolamo che si presenta a sant'Agostino. La tavola misura cm 24 in altezza e 38 in larghezza ed è stata realizzata nel 1444 da un pittore che la bibliografia identifica in Sano di Pietro. L'opera è attualmente esposta a Parigi al Museo del Louvre. In precedenza la predella era conservata a Siena nel Convento dei Gesuati di S. Girolamo. Il convento fu fondato nel 1354 da Francesco di Pietro Porcari per uso dei Gesuati e venne ampliato nel Quattrocento, con il concorso anche del Comune di Siena. Nel 1428 si iniziò a costruire la chiesa attuale a una sola navata e con due campate. Nel 1469 si realizzò il primo chiostro e un pezzo di dormitorio, mentre nel 1481 si cominciò la costruzione del secondo chiostro.

La leggenda che riguarda Agostino e san Gerolamo viene riferita da Petrus Calo Clugiensis (il frate predicatore domenicano Petrus Calo de Clugia ossia da Chioggia) nel 1348 (Acta Sanctorum, settembre, VII, 423) e ripresa da Ludovicus de Angelis nel suo Libri VI de vita et laudibus S. Patris Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et Ecclesiae doctoris eximii, pubblicato a Conimbricae nel 1612.

Questo episodio si riferisce al contenuto di una lettera apocrifa in cui Agostino assicura di avere visto in sogno Gerolamo e san Giovanni Battista. Quest'ultimo gli spiega che la sua terza corona è quella del martirio:

"Cogitas Augustine quid laudis debeas de Hieronymo in veritate proferre ... Sertum vero tertium, quod plus illo fero, aureola martyrii est ... Serta vero duo alia, quae habemus, aureolae sunt quae solum virginibus et doctoribus dantur, ut ab aliis discernantur." Il testo prosegue cercando di introdurre il senso della beatitudine celeste e riporta ancora: "Avide cogitans, qualis inesset animabus beatorum, qui cum Christo gaudent, gloriae et laetitiam quantitatis ... ut brevem scriberem epistolam sanctissimo Hieronymo destinandam, ut quidquid ex hoc sentiret, responderet ... cumque iam scribens salutatio-nis exordium Hieronymo praenotarem, ineffabile subito lumen nostris invisum temporibus nostrisque minime linguis declarandum cum ineffabili inauditaque odorum omnium fragrantia, cellulam, in qua stabam, intravit, hora iam completorii. Quo a me viso, stupore admirationeque commotus, animi et membrorum virtutes repente amisi. Nesciebam enim tunc quod dextera mirabilis Dei exaltasset servum suum, notas faciens in populis vitutes suas; nesciebam etenim quod Deus antiquae miserationis servuum suum fidelem a carnis immunditiis dissolvisset et tam sublimen ei in caelo sedem parasset ... Inter haec autem meis in me perstrepentibus cogitationibus quid hoc esset, de luce haec dicens verba vox emicuit: Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?"

PSEUDO AGOSTINO, Epistola ad Cyrillum Ierosolymitanum episcopum 33, 1126

 

Per quanto riguarda Sulpicio Severo si narra che fosse in riunione a Tours con tre suoi amici, di cui due religiosi del monastero di san Martino. Tutto ad un tratto essi ascoltarono dei canti di una sublime soavità con una sinfonia di strumenti. Allo stesso tempo videro i cieli aperti con tutti gli esseri che contengono in una luce sette volte più brillante del sole. Una voce rivelava loro che in quel giorno Gesù cristo era andato da Gerolamo di Bethlem per portarlo  nel suo regno ed era accompagnato dagli angeli, dai patriarchi, dai profeti, dagli Apostoli, dai discepoli, dai martiri, dai confessori e dalla gloriosa Vergine Maria, madre del Cristo, circondata da tutte le sante vergini.

In questa occasione Sano di Pietro raffigura solo due spettatori della visione: oltre a Sulpicio Severo che porta la tonsura monastica, c'è la presenza di un laico. Ma la composizione del corteo celeste, dove volteggiano gli angeli, i santi, le vergini intorno all'anima di Gerolamo, non lasciano dubbi sull'esattezza della interpretazione del pittore della leggenda narrata sopra.

Nell'altra scena sant'Agostino sta scrivendo una lettera a san Gerolamo quando, nel mezzo della notte, un raggio di luce lo colpisce ed allora percepisce, in mezzo a una moltitudine di angeli, due personaggi più luminosi, vestiti allo stesso modo e l'un dall'altro indistinguibili, se non per il particolare che uno porta in fronte tre corone e l'altro solo due. I due si avvicinano ad Agostino e il primo dice: "Tu pensi, Agostino, ai piaceri che tu darai a Gerolamo: noi veniamo a dirti della sua gloria. Mio compagno è Gerolamo stesso che mi fu uguale in santità, e che oggi mi è pari in potenza e gloria. Egli vede e comprende Dio come faccio io, ciò che è la beatitudine stessa dei santi. Io lo supero solo in questo ... perchè lui non ha concluso la sua vita in malo modo, non ha l'aureola del martire, ma solamente quella dei Dottori e delle vergini."

E Agostino, avendogli chiesto chi era, gli rispose che era san Giovanni il Battista. Sano di Pietro non raffigura Agostino colpito dalla luce, ma in piedi, sorpreso dalla visione.

 

 

Sano di Pietro

La sua prima opera datata risale al 1444 e si tratta del grande polittico con la «Madonna col Bambino», oggi conservato nella Pinacoteca Nazionale di Siena, e proveniente dalla Chiesa del Convento dei Gesuati di S. Girolamo nella stessa città. Provenienti dallo stesso polittico per i Gesuati sono alcune tavole con «Storie di S. Girolamo» oggi al Louvre di Parigi. Nel 1445-46 Sano portò a termine l'affresco con l'«Incoronazione della Vergine», iniziato da Domenico di Bartolo, nella Sala di Biccherna del Palazzo Pubblico di Siena. Del 1449 è la tavola con «Un miracolo di S. Biagio» nella Pinacoteca Nazionale di Siena, parte di un polittico eseguito per la Chiesa di S. Biagio a Scrofiano. Di poco posteriore al 1455 è la pregevole tavola con la «Madonna che raccomanda Siena al Papa Callisto III», proveniente dal Palazzo Pubblico e attualmente conservata nella Pinacoteca Nazionale di Siena. Nella medesima Pinacoteca si trovano anche molte altre validissime opere di Sano, tra cui alcuni polittici raffiguranti la «Madonna in Trono col Bambino e Santi». Eseguì numerosi lavori anche nel contado, tra i quali va ricordato un trittico nella Collegiata di S. Quirico d'Orcia. Durante il pontificato di Pio II, fu attivo nella Cattedrale di Pienza, dove lavorò insieme a tutti gli altri artisti senesi. Nei 1471 Sano eseguì poi, per la Badia a Isola, presso Monteriggioni, uno dei suoi più prestigiosi polittici. Non bisogna dimenticare la sua preziosa attività come miniatore. Egli dipinse molti codici e copertine di libri, conservati nei Museo di Pienza, nell'Archivio di Stato di Siena, dove celebri sono alcune sue tavolette di Biccherna, e altrove. La sua massima attività come miniatore si realizzò verso il 1471, allorché partecipò alla realizzazione degli splendidi corali della Libreria Piccolomini nel Duomo di Siena. Nell'ultimo periodo dell'attività pittorica di Sano, è ancora da segnalare il polittico dell'«Assunzione», del 1479, realizzato per la Chiesa di S. Petronilla a Siena, e oggi conservato nella Pinacoteca Nazionale.