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PITTORI: Gaspar de Crayer

Sant'Agostino in estasi

Sant'Agostino in estasi

 

 

GASPAR DE CRAYER

1620

Narbonne, Musée d'Art et d'Histoire

 

Sant'Agostino in estasi

 

 

 

In questa scena a carattere religioso, il pittore ha raffigurato sant'Agostino come Dottore della Chiesa latina nel suo studio. Il santo ha nella mano destra una penna che gli serve per scrivere su un grande libro che gli sta davanti allo scrittoio.

Il suo sguardo fissa una meta lontana, quasi fosse all'ascolto della ispirazione divina per poter scrivere la sua opera.

Il volto di Agostino ci mostra una persona ormai anziana con una folta barba sottile e riccioluta. Il suo aspetto è profondamente serio e travolto da una luce interiore che lo affascina e lo distoglie dalla realtà mondana che lo circonda.

Lo sfondo scuro esalta con vigore la nuda forza espressiva del volto del santo assieme alla sua postura tranquilla ma nello stesso tempo dinamicamente protesa a percepire la presenza del mistero divino.

Altri critici attribuiscono l'opera al fiammingo Pieter de Grebber.

 

 

Gaspard de Crayer

Gaspard de Crayer è stato un pittore barocco fiammingo, nato ad Anversa nel 1584-1584 e morto a Gand nel 1669. Fu un allievo di Raphael van Coxcie, ma ben presto superò il maestro tanto da venir nominato pittore di corte dei Paesi Bassi a Bruxelles. Gli venne assegnata una pensione considerevole e iniziò a lavorare nelle chiese e nelle strutture pubbliche di quella città. Si trasferì in seguito a Gand, dove produsse notevoli e importanti opere assai celebrate dai suoi contemporanei.

Della sua opera "il centurione e Cristo", dipinta per il refettorio della Abbazia di Afflinghem, Rubens disse: "Crayer, nessuno lo sorpasserà". Era uno dei pittori fiamminghi più eminenti e, quantunque non molto creativo, era un disegnatore perfetto e possedeva una eccellente cromia. Le sue composizioni sono semplici, corrette, dal colore libero e fresco, paragonabili soltanto a quelle di Van Dyck.

In molte sue opere importanti ha impiegato gli aiuti De Vadder ed Achtschellinck, soprattutto per colorare gli sfondi i paesaggi.

Per sé solitamente riservava la composizione e le figure. Il suo lavoro più famoso è "la morte della Vergine" che è conservato a Madrid, mentre il suo ritratto più noto è quello dell'infante cardinale Ferdinando, il fratello del re della Spagna, sopra a un cavallo.

Ci sono altre sue pitture a Bruxelles, tre a Gand, una ad Anversa ed varie a Amsterdam, Monaco di Baviera, Nancy, a san Pietroburgo, Rotterdam e a Parigi. Crayer fu ritratto da Van Dyck, la cui opera fu ripresa in una incisione da Pontius.

 

 

Pieter de Grebber

Nato ad Haarlem nel 1600, il nome completo di questo pittore è Pietersz Frans de Grebber. Era figlio di Frans de Grebber, pittore e ricamatore di Haarlem ed imparò i primi rudimenti artistici dal padre e da Hendrik Goltzius, uno dei più celebri incisori olandesi. Pieter discendeva da una famiglia di artisti di religione cattolica e fu amico del sacerdote e musicologo Joan Albert Ban, che compose una poesia poi messa in musica da Cornelis Padbrué. Oltre al padre, anche due suoi fratelli sono ricordati come pittori, così come la sorella Maria. Nel 1618 Pieter ed il padre si recarono ad Anversa, dove incontrarono Rubens e negoziarono con lui la vendita del dipinto Daniele nella fossa dei Leoni. Tale opera fu poi consegnata a Re Carlo I d'Inghilterra il tramite del suo ambasciatore Sir Dudley Carleton. A Pieter furono commissionate numerose opere non solo nella città natale di Haarlem, ma pure da Federico Enrico d'Orange. Ricordiamo anche le decorazioni compiute all'Huis Honselaarsdijk di Naaldwijk e al Palazzo Noordeinde de L'Aia. Dipinse pale d'altare per varie chiese delle Fiandre lavorando anche per committenti danesi. Pieter non si sposò mai e rimase fino alla sua morte nel 1652 al beghinaggio di Haarlem.

Tra le grandi influenze di Rubens, Rembrandt ed i Caravaggisti di Utrecht, si fece riconoscere per uno stile fortemente personale; insieme a Salomon de Bray è considerato l'iniziatore e maggior esponente del "classicismo di Haarlem", producendo dipinti caratterizzati da una chiarezza ben organizzata e da tinte chiare. Nel 1649 De Grebber scrisse il trattato "Regulen welcke di een goet Schilder in Teyckenaar geobserveert in achtervolght moeten werden" (Regole che un buon pittore e maestro di disegno dovrebbe osservare) dove spiega le undici regole più importanti che ritiene che i pittori classicisti debbano osservare.