Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Storia dell'Ordine > Magna Unio

LA GRANDE UNIONE DEL 1256

Agostino assiste Lanfranco da Settala davanti a papa Alessandro IV dal manoscritto RCA 41483 Fr. 22912 fol. 3

Agostino assiste Lanfranco di Settala

mentre presenta la regola a papa Alessandro IV

 

 

LA GRANDE UNIONE DEL 1256

 

 

 

Dopo la promulgazione della Bolla "INCUMBIT NOBIS" di Innocenzo IV del 16 dicembre 1243 in cui si sanciva una prima Piccola Unione delle Comunità eremitiche di Tuscia, il 9 aprile del 1256 papa Alessandro IV con la bolla "Licet Ecclesiae catholicae" sancì l'unione di cinque congregazioni eremitiche, "alcune delle quali - diceva il papa - si chiamano dell'Ordine di S. Guglielmo, altre dell'Ordine di S. Agostino, altre di Frate Giovanni Bono, altre di Favale e altre, infine, di Brettino."

Tale unione dava vita a una nuova famiglia religiosa che avrebbe dovuto organizzarsi e svolgere la stessa attività apostolica, come i primi due Ordini mendicanti, il domenicano e il francescano: essa si sarebbe chiamata "Ordine dei frati eremiti di S. Agostino".

Questa unione, realizzata nel convento romano di S. Maria del Popolo, nel marzo 1256, era una conseguenza del programma di riforma iniziato nel 1215 da papa Innocenzo III, un programma che cercava di estinguere quei gruppi di predicatori, che agivano indipendentemente dalla Chiesa e a volte contro di essa, ponendo fine alla confusione fra pratica e vita religiosa.

Tale programma mirava anche a valorizzare la vita comune, la povertà evangelica e l'apostolato dei predicatori e degli eremiti attraverso un più vigile intervento da parte dell'autorità della chiesa. Promotore della "Grande Unione" agostiniana fu il cardinale Riccardo Annibaldi, nipote di Alessandro IV.