Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > Antonio VilcaPITTORI: Antonio Vilca

Agostino colpito dall'amore di Cristo
ANTONIO VILCA
1748-1764
Cuzco, chiesa de la Merced
Agostino colpito dall'amore di Cristo
La scena rappresentata da Vilca è di antica origine e ha lo scopo di raffigurare il particolare rapporto esistente fra Agostino e Gesù Cristo. Agostino, in piedi a sinistra accompagnato da un angelo, pone entrambe le mani al petto e volge lo sguardo verso l'alto in direzione del Cristo che gli appare avvolto in un mantello rosso. Il santo indossa il suo saio nero e il suo cuore alato vola verso il petto di Cristo lungo una traiettoria luminosa che congiunge i loro due cuori. Un angelo sta flettendo l'arco pronto a scoccare una freccia per colpire il cuore, nel pieno rispetto della simbologia che accompagna questa scena.
Il tavolo, su cui lavora il santo, ha deposti sulla rossa tovaglia, che lo copre, un grande libro aperto, due calamai e un rotolo di carta. Il Cristo in piedi su un cuscino di nuvole mostra il suo petto nudo con il ferito al costato. Alle sue spalle un angelo porta la croce sulla schiena.
Al centro della scena si apre una grande finestra architettonica, dal cui triangolo centrale, simbolo della Trinità, emanano intensi fasci di luce che illuminano l'interno del luogo dove si svolge l'incontro fra i cuori di Cristo e di Agostino.
Tu stesso - scrive Agostino - ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3
Sei grande, Signore, e degno di altissima lode: grande è la tua potenza e incommensurabile la tua sapienza. E vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione, l'uomo che si porta dietro la sua morte, che si porta dietro la testimonianza del suo peccato, e della tua resistenza ai superbi: eppure vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione. Tu lo risvegli al piacere di cantare le tue lodi, perché per te ci hai fatti e il nostro cuore è inquieto finché in te non trovi pace. Di questo, mio Signore, concedimi intelligenza e conoscenza.
AGOSTINO, Confessioni, 1, 1, 1
Nihilominus asserunt nonnulli viri grave (forsitan inducti verbis hisce Augustini, sagittaveras tu Domine caritate tua cor meum etc.) non tantum spirituali vulnere seu tralaticio, verum etiam arcanis sacrorum vulnerum Iesu Christi stigmatis sanctum Augustini cor fuisse.
CORNELIUS LANCELOTZ, Sancti Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita (Anversa 1616)
Vilca Antonio
Nato a Cuzco in Perù, questo pittore fu attivo nella sua città natale tra il 1778 e il 1803. Figura tra i più notevoli insegnanti della scuola di Cuzco all'epoca della fine del Vicereame. Da un punto di vista artistico, egli segue lo stile di Marcos Zapata, di cui ha ribadito i tipi umani idealizzati, insieme ad una predilezione per le vivide tonalità del rosso e del blu. I suoi soggetti, come Zapata, prediligono l'iconografia mariana tuttavia usano modelli più avanzati. Per questo motivo Vilca può essere considerato uno degli artefici della introduzione della decorazione tedesca settecentesca e della decorazione rococò nell'arte del sud andino. È autore di alcune opere nelle chiese di Zurite e Pujiura, i cui soggetti si sono ispirati alle stampe dei fratelli Klauber. Fra le sue opere di maggior pregio ricordiamo la Virgen de la Candelaria nella chiesa di Pujiura a Cuzco (1778), la Serie delle litanie Lauretane sempre nella chiesa di Pujiura(1778) e la Serie delle Litanie Lauretane nella chiesa di Zurite a Cuzco (1803).