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CICLo AGOSTINIANo di leclerc a Parigi

Il battesimo di Agostino, da una stampa di Leclerc alla Biblioteca Nazionale di Parigi

Il battesimo di Agostino

 

 

JEAN DE LE CLERC

1580-1586

Cabinet des estampes della Biblioteca Nazionale di Parigi, al dossier Rd2 Augustin éveque

 

Il battesimo di Agostino

 

 

 

Si legge sotto l'immagine: Mala mea remisisti et texisti ut beares me in te mutans animam meam fidem et sacramento tuo. La parola sacramento è stata usata per indicare il battesimo. Numerose persone sono ammassate nella chiesa a sinistra del catecumeno. Sulla sinistra un uomo si avvicina con le mani congiunte: dietro si nota un vecchio che assiste e che potrebbe essere Simpliciano. In primo piano il fonte battesimale attira l'attenzione con Agostino, Alipio e Adeodato in ginocchio a torso nudo. A destra si stacca da solo il vescovo Ambrogio con in mano un libro aperto, pronto a impartire il battesimo.

 

Milano fu la tappa decisiva della conversazione di Agostino. Qui ebbe l'opportunità di ascoltare i sermoni di Ambrogio che teneva regolarmente in cattedrale, ma se le sue parole si scolpivano nel cuore di Agostino, fu la frequentazione con un anziano sacerdote, san Simpliciano, che aveva preparato Ambrogio all'episcopato, a dargli l'ispirazione giusta; il quale con fine intuito lo indirizzò a leggere i neoplatonici, perché i loro scritti suggerivano "in tutti i modi l'idea di Dio e del suo Verbo". Un successivo incontro con sant'Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un altro passo verso il battesimo; fu convinto da Monica a seguire il consiglio dell'apostolo Paolo, sulla castità perfetta, che lo convinse pure a lasciare la moglie, la quale secondo la legge romana, essendo di classe inferiore, era praticamente una concubina, rimandandola in Africa e tenendo presso di sé il figlio Adeodato (ci riesce difficile ai nostri tempi comprendere questi atteggiamenti, così usuali per allora).

Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14