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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Novecento > St. AugustineCiclo agostiniano di St. Augustine in Florida
Agostino e Alipio nel giardino di Milano
MAESTRO VETRAIO BAVARESE
1909
St. Augustine, cattedrale di sant'Agostino
Agostino e Alipio nel giardino di Milano
L'episodio descritto in questa vetrata si riferisce ai colloqui che intercorrono fra Agostino ed Alipio nel periodo che precede la scena del tolle lege, dove i due amici si convincono definitivamente ad abbracciare la dottrina cristiana.
L'episodio si svolge nel giardino della casa dove i due abitavano a Milano e descrive le discussioni che animano gli incontri fra i due amici. Agostino sembra indicare con i gesti delle braccia e della mani che ormai si sta decidendo a fare il gran passo che sia madre gli richiede con insistenza.
Alipio dal canto suo, con le mani e le braccia distese, sembra dire che non ha altro da obiettare ed accetta quanto Agostino gli propone. la scena si svolge in un giardino con alberi frondosi alle spalle di Alipio e una struttura ad arcate aperta che ricorda i gimnasi e le passeggiate all'aperto.
Nello stesso tempo venne d'Africa un tal Ponziano, amico di Agostino, che gli parlò della vita e dei miracoli di Antonio che era morto da poco in Egitto. Agostino, mosso da questi esempi andò, tutto turbato, dal suo amico Alipio e gli disse:
- Quanto ci tocca soffrire al vedere gente ignorante innalzarsi verso il cielo, mentre noi con tutta la nostra scienza andiamo a gettarci nell'inferno !
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
Le notizie sulla vita di Alipio sono contenute quasi totalmente nelle opere del suo grande amico, s. Agostino, con il quale divise gli errori della gioventù, la conversione e le fatiche dell'apostolato. Alipio nacque a Tagaste (oggi Souk-Ahras in Algeria) da genitori che erano tra i maggiorenti del paese. Piccolo di statura, ma di animo forte e di indole virtuosa, strinse un'affettuosa ed intima amicizia con Agostino, tanto che questi lo chiama ripetutamente frater cordis mei. Più giovane di qualche anno del suo amico, ne frequentò le scuole di grammatica nel paese natale e le scuole di retorica a Cartagine; lo precedette a Roma, dove si recò per studiare diritto, e lo accompagnò a Milano. Con l'amico Alipio Agostino visse il travaglio del ritorno alla fede; castissimo di costumi, gli fu di sostegno nella lotta contro le passioni e lo sconsigliò dal prendere moglie per non rinunziare a vivere liberamente nell'amore della sapienza; fu presente alla crisi della conversione e ne seguì l'esempio; si ritirò con lui a Cassiciaco, dove prese parte alle dispute di filosofia, e insieme con lui ricevette il battesimo il 25 aprile del 387. L'anno seguente Alipio tornò in Africa e a Tagaste si ritirò con gli amici a vita cenobitica.
Nel 391 seguì Agostino nel monastero d'Ippona. Poco dopo viaggiò in Oriente e strinse amicizia con Girolamo. Fu caro a Paolino da Nola, che ne ammirava la santità e lo zelo. Eletto vescovo di Tagaste, quando s. Agostino era ancor prete, a fianco di lui, per quasi quarant'anni, rifulse nella Chiesa d'Africa come riformatore del clero, maestro di monachismo e difensore della fede contro i donatisti e i pelagiani. Nel 411 partecipò alla Conferenza di Cartagine, e fu tra i sette vescovi cattolici che sostennero le dispute con i donatisti, nel 416 partecipò al Concilio di Milevi (Numidia) e nel 418, per incarico di papa Zosimo, si recò a Cesarea di Mauritania per affari ecclesiastici, prendendo parte alla disputa di Agostino con Emerito, vescovo donatista.