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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Novecento > St. AugustineCiclo agostiniano di St. Augustine in Florida
Consacrazione episcopale di Agostino
MAESTRO VETRAIO BAVARESE
1909
St. Augustine, cattedrale di sant'Agostino
Consacrazione episcopale di Agostino
La vetrata raffigura la cerimonia dove Megalio primate di Numidia crea vescovo Agostino. Il santo è inginocchiato sulla predella davanti a Megalio, che siede in cattedra e pone la sua mano destra sul capo di Agostino. Un giovane chierico regge un libro delle cerimonie sopra il capo di Agostino, che è cinto dal nimbo dei santi. Un altro chierico in paramenti verdastri regge la mitra che sta per offrire ad Agostino quale simbolo della sua nuova dignità episcopale. Un terzo chierico leggermente discosto impugna con la mano destra un poderoso pastorale che verrà consegnato ad Agostino come segno ulteriore della sua dignità episcopale.
In primo piano sulla sinistra un vescovo è seduto su una panca con un bel manto rosso con le mani giunte che osserva la scena. In lui dovremmo riconoscere Valerio il vescovo di Ippona che ha voluto che Agostino diventasse vescovo per coadiuvarlo e perchè gli possa succedere sulla cattedra della città. Un ultimo chierico a destra è ritto in piedi e offre un piato con l'orciolo dell'olio sacro che servirà per la sacra unzione del nuovo vescovo.
Agostino indossa una semplice tunica bianca sopra la quale dalle spalle scende un piviale rossastro. Ha le mani giunte in preghiera e il viso raccolto in meditazione consapevole del grande gesto che sta compiendo. Il suo volto ha un aspetto giovanile con una folta barba rossa.
La scena, assai ricca di particolari, si svolge all'interno di un grande edificio ecclesiale di cui si intravede la poderosa struttura con straordinarie colonne che si elevano in altezza. Alla base della vetrata si legge CONSECRATION OF SAINT AUGUSTINE.
Valerio scrisse ad Aurelio, come al primate dell'Africa, manifestandogli la sua intenzione di avere Agostino, ordinato vescovo, a collega e futuro successore; e colta l'occasione d'una visita di Megalio, vescovo di Calama e primate di Numidia, gli presentò Agostino perchè l'ordinasse. Megalio tuttavia si opponeva, e non tanto perchè la cosa non fosse lecita ma perché sapeva di accuse gravi lanciate contro Agostino, accuse che Megalio stesso accolse in una sua lettera, benché, poco dopo, meglio informato, le ritrattasse esplicitamente. Si accusava - se almeno è questa lettera di Megalio la fonte dell'accusa mossa più tardi dal donatista Petiliano - Agostino di aver dato a una donna dei sortilegi e dei filtri amorosi: ma praticare la magia era essere idolatra e delitto punito dalle leggi imperiali.
Comunque Agostino fu ordinato vescovo, con grande soddisfazione dei suoi amici, plaudente da lontano Paolino da Nola. In che anno ciò precisamente accadesse, è tuttora argomento di discussione, giacché il Chronicon di Prospero che pone l'ordinazione episcopale di Agostino nel gennaio del 395 è pieno di errori, e il Sermone 339 di Agostino che sarebbe stato tenuto da lui nella ricorrenza dell'anniversario della consacrazione e nell'imminenza del Natale è, come ha dimostrato Morin, non diciamo spurio, ma certo poco attendibile e poco autentico: risultato della cucitura più o meno abile di altri sermoni. Si oscilla dunque tra il 395 e la primavera del 397 quando Agostino, già vescovo, dedicava un libro a Simpliciano, vescovo di Milano e successore di Ambrogio, morto il 4 aprile del 397.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6