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CICLo AGOSTINIANo del Maestro di Uttenheim a Novacella

Agostino commenta ad Alipio il racconto di Ponticiano, nel pannello del Maestro di Uttenheim nel convento di Novacella

Agostino ed Alipio ascoltano Ponticiano

 

 

MAESTRO DI UTTENHEIM

1460-1470

Chiesa e Convento di Novacella

 

Agostino commenta ad Alipio il racconto di Ponticiano

 

 

 

La scena si svolge all'interno di una camera davanti a un grande camino. Ponticiano, due dita della mano destra nel palmo sinistro, cerca di convincere Agostino che non lo guarda affatto. Si rivolge piuttosto ad Alipio e lo fa partecipe della sua emozione di avere scoperto l'esistenza di sant'Antonio e degli anacoreti orientali e di Trevi. La frase recita Quid patimur, quid audis ? Surgunt indocti et celum rapiunt. A destra Alipio apre le mani in segno di stupore o di ammirazione. L'artista ha qui semplificato: in realtà nelle Confessioni ci sono tre capitoli fra il racconto di Ponticiano e l'incontro con Alipio. Lo stile ricorda le maniere arcaiche dei miniaturisti tedeschi del XII secolo, quando cercavano di rappresentare Agostino e i suoi amici a Cassiciacum.

 

Un certo giorno ecco viene a trovarci, Alipio e me, né ricordo per quale motivo era assente Nebridio, un certo Ponticiano, nostro compatriota in quanto africano, che ricopriva una carica cospicua a palazzo. Ignoro cosa volesse da noi. Ci sedemmo per conversare e casualmente notò sopra un tavolo da gioco che ci stava davanti un libro. Lo prese, lo aprì e con sua grande meraviglia vi trovò le Lettere dell'Apostolo cristiano e battezzato ... Ci raccontò la storia di Antonio, un monaco egiziano, il cui nome brillava di chiara luce fra i tuoi servi, mentre per noi fino ad allora era oscuro.

AGOSTINO, Confessioni 8, 6, 14

 

Ponticiano? Chi era costui? In effetti molti di noi hanno sentito parlare del vescovo Ambrogio, forse anche della madre di Agostino e (sicuramente meno) di Simpliciano. Di Ponticiano, invece, probabilmente non sappiamo proprio nulla. Eppure nel racconto de Le Confessioni trova largo spazio e non è esagerato dire che anch’egli ha contribuito alla conversione di Agostino. Se la familiarità con Ambrogio e Simpliciano (senza dire di quella con sua madre) era durata a lungo, l’incontro con questo giovane appare quasi del tutto casuale e ristretto nel tempo. In seguito, nel racconto de Le Confessioni, quel personaggio non apparirà più. Ma la grazia passa da dove vuole, anche dagli incontri occasionali e brevi.

 

Nello stesso tempo venne d'Africa un tal Ponziano, amico di Agostino, che gli parlò della vita e dei miracoli di Antonio che era morto da poco in Egitto. Agostino, mosso da questi esempi andò, tutto turbato, dal suo amico Alipio e gli disse:

- Quanto ci tocca soffrire al vedere gente ignorante innalzarsi verso il cielo, mentre noi con tutta la nostra scienza andiamo a gettarci nell'inferno !

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea