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CICLo AGOSTINIANo del Maestro di Uttenheim a Novacella

Sogno di Monica Monica colloquia con un vescovo, nel pannello del Maestro di Uttenheim nel convento di Novacella

Sogno di Monica Monica colloquia con un vescovo

 

 

MAESTRO DI UTTENHEIM

1460-1470

Chiesa e Convento di Novacella

 

Sogno di Monica Monica colloquia con un vescovo

 

 

 

Nella stessa immagine sono state rappresentate due scene, spesso riunite anche in altri autori: il sogno di Monica che parla con un angelo che le predice la conversione di Agostino e il colloquio con un vescovo. L'angelo tiene in mano una striscia su cui si legge Esto secura, quia ubi tu, ibi ille. Monica è vestita severamente con un saio nero: i suoi tratti sono abbastanza giovanili e ha gli occhi gonfi di lacrime. Le labbra sono cadenti e le danno un'espressione di inquietudine. Di fronte le sta un vescovo con la scritta Vade secura, impossibile est, ut filius tantarum lacrimarum pereat. La formula è quella dettata da Jacopo da Varagine. Il vescovo tiene in mano il suo bastone e un sudarium: il viso è piuttosto anonimo e contrasta con la ricchezza degli abiti.

 

E un altro responso mi hai dato a quell'epoca, che ora torna alla memoria (molte cose tralascio nella fretta di arrivare a ciò che più mi preme confessarti, e molte altre non le ricordo). Un responso, dunque, dato attraverso un tuo sacerdote, un vescovo allevato nella chiesa ed esperto dei tuoi libri. Quando quella donna lo pregò - come era solita fare con tutte le persone che le parevano adatte allo scopo - perché si degnasse di parlare con me e di confutare i miei errori e di distogliermi dalle male dottrine per insegnarmi quelle giuste, quello rifiutò, e saggiamente, come capii più tardi. Rispose infatti che ero ancora sordo a ogni insegnamento, perché tutto gonfio della novità di quell'eresia, e con le mie sottigliezze avevo già messo in agitazione parecchi sprovveduti, come aveva saputo da lei.

"Ma," disse, "lascialo stare dov'è. Prega soltanto il Signore per lui. Troverà da solo, leggendo, che errore sia quello e quanto grande la sua empietà". Poi le raccontò come anche lui da ragazzino fosse stato affidato ai Manichei da sua madre, che ne era rimasta affascinata, e disse che non solo aveva letto quasi tutti i loro libri, ma se li era anche trascritti, e mentre lo faceva gli si era reso evidente, senza che nessuno discutesse con lui e cercasse di convincerlo, che bisognava fuggirla, quella setta. E così aveva fatto. Ma lei nonostante queste parole non voleva rassegnarsi e insisteva, con implorazioni e lacrime sempre più abbondanti, perché mi vedesse e parlasse con me: e quello, che ormai non ne poteva più, concluse: "Lasciami in pace e continua a vivere così, non è possibile che il figlio di tante lacrime perisca".

Parole che ella, nelle nostre conversazioni, ricordava spesso di aver accolto come se fossero risuonate dal cielo.

AGOSTINO, Confessioni 3, 12, 21

 

La madre versava calde lacrime per lui, desiderosa di ricondurlo alla vera fede; una volta, come si legge nel terzo libro delle Confessioni, mentre essa era tanto afflitta, le apparve un giovane che le domandò la causa del suo dolore, ed essa, rispose:

- Piango la morte di mio figlio.

Ma l'altro rispose: - Calmati, egli sarà dove sarai tu.

In quel mentre il figlio le viene vicino, ed essa gli raccontò quello che aveva visto, ma il figlio le disse:

- Ti inganni, mamma, quello che ti è stato detto non avverrà mai.

Ma essa rispose: - No, figlio; mi è stato detto che tu sarai dove sarò io.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea