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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > HuescaCICLo AGOSTINIANo nella chiesa di S. Maria a Huesca
Retablo dell'altare maggiore con episodi della vita di sant'Agostino
JUAN JERONIMO JALON
1650
Huesca, chiesa di Santa Maria in Foris
Retablo dell'altare maggiore con episodi della vita di sant'Agostino
Questo magnifico retablo è conservato a Huesca, nella chiesa di Santa María "in Foris", nota anche come chiesa di sant'Agostino o della Misericordia, che ricorda il quartiere Ronda de Misericordia dove sorge.
Si tratta del cosiddetto retablo di sant'Agostino perchè i diversi quadri e le formelle dell'ancona descrivono episodi della vita di sant'Agostino e monaci dell'Ordine agostiniano.
Le varie scene sono tratte principalmente da una celebre vita illustrata di Agostino che apparve a Parigi nel 1624 e che fu pubblicata dall'editore Bonenfant sotto il titolo "Magni Patris Avrelii Avgvstini". Il suo autore Adams Schelte da Bolswert è uno dei migliori incisori della scuola di Anversa, che in quegli anni produsse molteplici Vite di Santi. Questa vita fu ordinata dal priore degli Eremitani di Malines, il frate Giorgio Maigret, che scrisse le note esplicative in fondo alle stampe.
Dedicata a sant'Agostino, la struttura presenta una predella, il corpo centrale con colonne, che reggono un arco a tre lobi e una cimasa. La struttura lignea è stata realizzata dallo scultore Cristóbal Pérez nel 1650. Nel corso dei recenti restauri è stata scoperta la firma "Xalón", per cui abbiamo a che fare probabilmente, con il pittore Juan Jerónimo Jalón. Lo stile lo richiama così come le informazioni che emergono da un documento secondo il quale avrebbe ricevuto una somma di denaro per questo lavoro. La tela centrale è una discreta pittura, con sant'Agostino che presenta la sua regola e, ai lati, personaggi dei vari istituti agostiniani. Due angeli in alto reggono la mitra e il bastone pastorale. Nella predella si sviluppano altre scene agostiniane. Tormo credeva che la tela centrale fosse opera di Bartolome Vicente, attribuzione che sembra dubbia, sia per stile che per la data di esecuzione. Nel 1661 Juan Jerónimo Jalón ha dorato l'altare e il 22 febbraio dell'anno successivo ha ricevuto la ricompensa per il suo lavoro.
La chiesa di Santa María Inforis è così chiamata per la sua posizione, dato che sorse nel XIII secolo di fronte alla porta di Montearagón, all'esterno della città di Huesca.
L'edificio presenta una navata unica e l'abside è a forma poligonale, dove esisteva una piccola prigione in cui si isolavano le streghe e i prigionieri dell'Inquisizione. Possiede una torre quadrangolare attaccata alla sua facciata sud. Nel XVI secolo gli agostiniani la presero in consegna e fondarono anche un convento. la loro presenza permise di dedicare la chiesa a Sant'Agostino. Negli ultimi scavi della chiesa sono stati trovati circa 700 scheletri, che probabilmente corrispondono alle vittime della peste bubbonica che ha devastato Huesca negli anni 1651 e 1652.
La struttura romanica originaria si è conservata nell'abside e in parte del muro sud, mentre il resto dell'edificio testimonia le varie ristrutturazioni architettoniche, dal gotico fino all'età moderna.
All'esterno un particolare interesse è la testata poligonale, mentre l'ingresso è situato sul lato sud. L'ingresso primitivo, attualmente murato, si trova all'interno della torre, in una camera coperta da una volta.
La torre quadrata è romanica nella sua parte inferiore e gotica nel resto. In questa torre si conservava la più antica campana della città datata in 1663.
Le prime fonti documentarie risalgono alla fine del XII secolo, quando, secondo la testimonianza di diversi autori nell'anno 1189 venne acquistato un terreno su cui già nel 1196 in costruzione la chiesa che oggi conosciamo come Santa Maria In Foris. Secondo Aynsa, questa chiesa serviva alla popolazione che numerosa abitava nel sobborgo cittadino. Più tardi, accanto alla chiesa è stato istituito un convento di suore, che potrebbe essere stato una filiazione del Monastero di Nostra Signora di Iguácel o, secondo altri, di Cambrón. Aynsa sottolinea che queste monache risiedettero dal 1454 al 1473, quando le suore di Bardenas uscirono dal convento consegnato dal vescovo Juan I di Aragona all'ordine delle agostiniane scalze dall'anno 1510 al 1722.
Le agostiniane modificarono il convento che era stato loro assegnato. Alla metà del Cinquecento, con l'aiuto del vescovo Pedro Agustín, hanno esteso la costruzione primitiva in modo da avere un chiostro basso e uno alto con le celle e le sale per le religiose.