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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > HuescaCICLo AGOSTINIANo nella chiesa di S. Maria a Huesca
Santa Monica madre di Agostino
JUAN JERONIMO JALON
1650
Huesca, chiesa di Santa Maria in Foris
Santa Monica madre di Agostino
In uno dei pannelli della pala il pittore ha raffigurato anche l'immagine di Monica, madre di Agostino.
L'ha raffigurata come una monaca agostiniana con il saio nero e il velo vul capo. Un fascio di luce che scende dall'alto la investe illuminandone il viso ancora giovanile.
Non ci sono scritte nella fascia colorata inferiore che possono attribuire in modo univoco l'identità del personaggio.
Nella stessa chiesa di santa Maria in Foris a Huesca esiste un'altra pala d'altare che è stata dedicata proprio a Monica.
Questo retablo è una struttura in legno, con una predella di cinque scomparti. Il corpo centrale presenta colonne striate e capitelli ionici, con grandi volute. E' un'opera della metà del Seicento. Sulla tela centrale è raffigurata santa Monica, la cui esecuzione sembra sia l'opera di un pittore locale. Nella predella troviamo immagini di san Lorenzo, nelle altre tavole ci sono le figure di san Lamberto, del Cristo trionfante, un paesaggio e, a destra, san Vincenzo.
La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.
Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.
AGOSTINO, Confessioni, 9, 22