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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Italia > NarniCICLo AGOSTINIANo NEL CHIOSTRO DI Narni
San Giovanni da Sahagun salva miracolosamente una giovane
CARLO FEDERICO BENINCASA
1693
Narni, chiostro del convento agostiniano
San Giovanni da Sahagun salva miracolosamente una giovane
Il dipinto illustra un miracolo che viene attribuito a san Giovanni da Sahagun, monaco agostiniano spagnolo. Secondo la tradizione il santo avrebbe salvato una giovane da morte sicura per annegamento. La scritta dice: "Dell'hispano Giovanni acqua gradita che invece di rapir salva la vita".
Conosciuto anche come Giovanni da San Facondo, González de Castrillo nacque a Sahagún o San Facondo nel 1430 da una nobile famiglia dopo 16 anni di sterilità, per intercessione di Maria SS., che i genitori avevano pregato in un santuario delle vicinanze del paese. I genitori affidarono la sua educazione ai Benedettini, che Alfonso III il Grande, re di Leon, aveva chiamato presso la chiesa di San Facondo. Prima che diventasse un sacerdote rifiutò un beneficio ecclesiastico che gli aveva procurato il padre. Per la sua indole, la famiglia, quando ebbe 21 anni, lo pose al servizio del vescovo di Burgos, Alfonso da Cartagena, che lo ordinò sacerdote all'età di 33 anni. Insoddisfatto della vita che conduceva nella curia arcivescovile, alla morte dei genitori decise di trasferirsi a Salamanca, dove nel 1450 fu ammesso nel collegio di San Bartolomeo, che era il seminario di tutta la Spagna. Dopo 4 anni di studio incominciò a insegnare all'università di Salamanca e contemporaneamente si dedicò al ministero sacerdotale nella parrocchia di San Sebastiano. Dopo una malattia nel 1463 andò a bussare alla porta del convento degli Agostiniani che lo accolsero fra i novizi.
Poco dopo la professione religiosa, avvenuta nel 1464, Giovanni fu eletto maestro dei novizi e quindi Definitore della Provincia, carica questa che gli fu rinnovata per sette volte di seguito, fino alla morte.
Venne nominato Priore del convento di Salamanca per due volte, nel 1471 e nel 1477. A Salamanca, dopo anni di guerre, che tre re di Spagna avevano inutilmente cercato di fare cessare, per opera sua fu ristabilita la pace. Per questo motivo gli abitanti scolpiranno sul sepolcro del santo dopo la sua morte la scritta: "Hic jacet per quem Salmantica non jacet".
Viene ricordato soprattutto per la sua umiltà e la sua sincerità, promotore di pace nella società civile. Si distinse come difensore dei diritti dei più poveri in particolare dei lavoranti. Ebbe una spiccata devozione all'Eucaristia. Beatificato nel 1601 da papa Clemente VIII, fu canonizzato da papa Alessandro VIII nel 1690. La sua memoria liturgica ricorre il 12 giugno.
Morì nel 1479 a Salamanca dove le sue spoglie sono conservate nella Cattedrale Nuova.