Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > NovacellaCICLo AGOSTINIANo di Egidio Schor a Novacella
Agostino esorcizza una indemoniata
EGIDIO SCHOR
1680
Convento agostiniano di Novacella
Agostino alla fine della sua vita esorcizza una indemoniata
Agostino alla fine della sua vita esorcizza una indemoniata L'iscrizione sembra che confonda il miracolo del giovane guarito da Agostino sul letto di morte con la guarigione di alcuni posseduti a Ippona, narrata nella Città di Dio. Si legge in effetti: S. Augustinus in ultima mortis lucta constitutus etiamnum malignos catecumenorum spiritus expellit.
Si riesce solo a indovinare il disegno su una tavola ormai rovinata completamente: a destra Agostino è seduto nel suo letto, mentre a sinistra due personaggi tengono fermo un giovane indemoniato.
Liberò molti indemoniati e fece altri miracoli. Nel ventesimo libro della Città di Dio narra due miracoli che egli aveva fatti, come se fossero opera di un altro, dicendo che una donna si era imbellettata il viso e fu invasa da un demonio, ma rivoltasi piangendo ad un prete ne fu liberata; e nello stesso libro dice che egli sapeva di un vescovo che pregò per un giovane che non aveva mai visto e lo liberò da un demonio impuro. Non si può neppur dubitare che egli parli di se stesso, ma per modestia il suo nome.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
Sant'Agostino si sofferma spesso e a lungo sugli Oracoli profetici e illumina i suoi scritti con una esegesi sapiente quanto mistica; ma il miglior modo per comprendere il cristianesimo non è forse quello di lasciarsi illuminare dalle divine predizioni da cui è scaturito? Sant'Agostino sviluppa con linguaggio immortale l’argomentazione derivante dalla miracolosa diffusione del Vangelo e nello stesso tempo indugia a raccontare i prodigi operati dalle reliquie di Santo Stefano in terra d'Africa, davanti agli occhi del popolo. Molti cattolici, affetti da naturalismo, si chiederanno perché un genio tanto grande sciupi un argomento così solenne con aneddoti di tanto piccola portata. Indugeranno a recriminare che tali particolari gli fanno perdere di vista le idee generali! Sono loro ahimè, a perderle di vista, queste idee generali. Non capiscono la portata degli episodi miracolosi accaduti all'epoca del grande dottore.
Non si rendono conto che, dopo aver dimostrato la divinità del cristianesimo basandosi sulla sua diffusione avvenuta in contrasto con tutte le leggi della Storia e tutte le condizioni della natura umana, Sant'Agostino deve ora dimostrare che la società cattolica, alla quale appartiene e di cui è uno dei vescovi, è proprio il cristianesimo che Dio solo ha stabilito con la forza irresistibile del suo braccio. È il dono permanente dei miracoli a confermare questa identità; ecco perché Sant'Agostino non ritiene di derogare al vasto piano della Città di Dio, esaminando fatti in apparenza minimi di cui è stato testimone e a sostegno dei quali può invocare la testimonianza del suo popolo.