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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > NovacellaCICLo AGOSTINIANo di Egidio Schor a Novacella
Il pozzo delle meraviglie
EGIDIO SCHOR
1680
Convento agostiniano di Novacella
Episodi della vita di Agostino
I canonici nel XVII secolo desiderando rinnovare il soggetto della vita di Agostino che pur già avevano dal XV secolo, affidarono l'incarico di dipingere dodici tele di grandi dimensioni a un pittore locale, Aegidius Schor che le realizzò nel 1680. Il primo quadro del Tolle lege fu invece dipinto nel 1679 da Johann Baptist Hueber. Queste tele furono appese nell'ala sud del monastero al primo piano.
Le opere di Schor sono artisticamente di grande valore, poichè la sua inventiva trae spunto dai soggetti del XV secolo. Agostino è rappresentato come un canonico. La scelta degli episodi non sembra seguire un preciso criterio, poichè vengono introdotte scene storiche e leggendarie. Purtroppo queste pitture non hanno resistito al tempo e sono attualmente molto deteriorate. Delle iscrizioni in basso alle tavole ne spiegano il soggetto.
L'Abbazia di Novacella costruita nella parte settentrionale della conca di Bressanone, si trova all'incrocio tra due importanti strade di collegamento, una volta vie di pellegrinaggio. Ad ovest la via porta al Brennero e oltre le Alpi verso nord, mentre poco a nord dell'Abbazia la Val Pusteria si immette nella Valle Isarco. Il convento di Novacella è stato fondato nel 1142 dal vescovo della diocesi di Bressanone beato Hartmann con l'aiuto del burgraviato di Sabiona Reginberto e della sua consorte Cristina, che ne fecero una sede dell'Ordine Agostiniano. Fin dalla sua fondazione Novacella offrì ricovero ai pellegrini in viaggio verso la Terra Santa e fu un importante centro spirituale e culturale noto in tutta Europa.
Attraverso un portone affrescato si entra nell'ampio cortile interno dell'Abbazia, al cui centro si trova il "pozzo delle meraviglie". Costruito nel 1508 per il rifornimento d'acqua dell'Abbazia, ricevette la sua forma odierna soltanto 150 anni dopo. Nikolaus Schiel dipinse nei fregi del tetto della pagoda ottagonale le sette meraviglie del mondo classico. Da qui anche il nome di "pozzo delle meraviglie". Nell'ottavo fregio il pittore rappresentò l'Abbazia di Novacella. Questo quadro è fra l'altro il primo ad essere visto da chi entra nel cortile, come una sorta di saluto.
L'edificio conventuale è stato diverse volte ricostruito e ampliato fino al Settecento.
Il più notevole edificio conservato è il cosiddetto Engelsburg (Castello degli Angeli), una rotonda di epoca romanica, rimaneggiata nel coronamento ma sostanzialmente ben conservata. Edifici di questo tipo erano frequenti sulle rotte dei pellegrinaggi, richiamandosi sia ai grandi edifici romani sia alla rotonda del Santo Sepolcro di Gerusalemme. In questo caso è probabile anche una identificazione col celebre monumento romano.
A seguito della soppressione degli ordini religiosi, voluta dalla rivoluzione francese e attuata da Napoleone, molte abbazie vennero soppresse in Europa. L'abbazia di Novacella fu soppressa nel 1807. Con la riunificazione del Tirolo all'Austria l'abbazia fu ripristinata reinvestita dei suoi diritti e beni con l'editto dell'Imperatore Francesco I (1816).
L'abbazia appartiene alla Congregazione Lateranense Austriaca dei Canonici Regolari di Sant'Agostino.