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PITTORI: Ramazzani Ercole

Madonna della Cintura, Agostino, Monica e santi agostiniani

Madonna della Cintura, Agostino, Monica e santi agostiniani

 

 

RAMAZZANI ERCOLE

1585

Osimo, chiesa di santa Palazia

 

Madonna della Cintura, Agostino, Monica e santi agostiniani

 

 

 

L'opera di Ramazzani (altri lo attribuiscono a Franceschini agli inizi del XVIII secolo), è conservata nella chiesa di S. Palazia a Osimo, che in origine, fino al 1800, era dedicata a sant'Agostino. Gli agostiniani furono presenti a Osimo praticamente dalle origini dell'Ordine e nel XIV secolo si trasferirono in centro città presso la chiesa di S. Pietro Ceronzio (o S. Maria Nuova) che reintitolarono a S. Agostino.

Qui restarono fino al 1810 quando la soppressione napoleonica li costrinse ad abbandonare Osimo. La pala presenta la Vergine in trono attorniata da una nube di angeli: ai suoi piedi stanno Agostino e Monica, che riceve la cintura. Più in basso, devoti e santi agostiniani osservano la scena.

Una iscrizione nel margine inferiore della tela riporta la scritta D. O. M. E DIVE MONICE B. AUGUSTINI MATRI PIE EIUS INSTITUTI FILIE MONIALES SANAS SACELLUM HOC DICARUNT. Una ulteriore annotazione nel margine inferiore della tela riporta la firma del pittore: HERCULES RAMAZZANUS ROCCHEN MDXCIII.

Ercole Ramazzani nacque verso il 1537 ad Arcevia e morì in questa stessa città nel 1598. Fu pittore e scultore cinquecentesco. Di lui conosciamo anche l'opera "Madonna con Bambino e i santi Francesco, Giuseppe e Agostino" datata 1588 che originariamente era conservata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Montecarotto e che ora si conserva nella chiesa della santissima Annunziata nello stesso paese.

 

L'episodio riprende le parole di Isaia Et erit Iustitia cingolum lomborum eius et Fides cingolum renum eius, che formano il riferimento teologico del culto della cintura, soprattutto in ambito agostiniano. Il culto mariano ha origini piuttosto antiche: già sant'Ambrogio nel IV sec. promosse un grande sviluppo della marianologia soprattutto in relazione alla Verginità della Madonna. L'eredità teologica mariana ambrosiana fu raccolta da Agostino e dai movimenti religiosi che a lui si ispirarono nei secoli successivi. Il culto mariano costituì un elemento unificante e di resistenza per occidentali e bizantini durante le fasi di espansione araba.

Sarà nel corso del VII secolo che i Franchi assumeranno su di sé questa missione riportandola ad esperienze puramente occidentali, grazie all'aiuto dei missionari delle isole britanniche e dell'Irlanda. Nei secoli precedenti era stato l'accordo tra Longobardi e Roma e diffonderne il culto in ogni città. Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.

Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre. La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.

Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.

 

 

 

Ercole Ramazzani

Nasce in Arcevia fra il 1530 e il 1537. Figlio di Giampaolo di Betto Ramazzani dal 1550 si trasferisce come garzone presso la bottega di Lorenzo Lotto in Ancona. Ramazzani svolge vari compiti per il suo maestro, che lo apprezza di buon grado. Nel 1552 abbandona il Lotto per farsi una propria bottega. Sstimato dai suoi concittadini e non solo, Ramazzani incomincia a ottenere numerosi incarichi e commissioni che gli consentono di vivere dignitosamente fino alla morte. Ramazzani è pittore notevole e in gran parte ancora da scoprire. E' certamente tra i più rappresentativi esponenti della cultura pittorica della Controriforma, discontinuo, ma con punte di qualità sorprendenti come nei quadri di Matelica, di Arcevia, di Senigallia, dove le influenze veneto-romane e dello stesso Lotto appaiono rievocate da una personalità estrosa e irrequieta.

Ramazzani muore in Arcevia nel 1598 lasciando la moglie Caterina di Francesco Martirelli di Arcevia e cinque figli sopravvissuti a ben quattordici. Buona parte delle sue opere sono conservate nella Pinacoteca di San Medardo di Arcevia, presso quella Diocesana di Senigallia mentre numerose altre pitture sono conservate nei paesi di Matelica, Pergola, Sassoferrato, Montecarotto, Rosora, Morro D'Alba, Poggio San Marcello, Ostra Vetere, Filottrano, Corinaldo, Cerreto d'Esi.