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PITTORI: Ercole Ramazzani

Madonna della cintola con Agostino e Monica

Madonna della cintola con Agostino e Monica

 

 

ERCOLE RAMAZZANI

1589

Arcevia, Museo

 

Madonna della cintola con Agostino e Monica

 

 

 

Il quadro esprime un tema iconografico molto caro agli agostiniani e più volte dipinto dal Ramazzani, in cui la cintola, cioè la cinta di cuoio con cui i monaci agostiniani si stringono l'abito in vita, rappresenta il fedele legame fra cielo e terra, fra divino e umano.

Il dipinto, firmato e datato 1589, realizzato a olio su tela, per le dimensioni di 255 x 136 cm proviene probabilmente dal Duomo, la ex chiesa di sant'Agostino, ed è opera di Ercole Ramazzani, pittore locale apprendista-garzone di Lorenzo Lotto. Ramazzani visse e lavorò in un periodo assai vario e articolato da un punto di vista artistico, luogo di incontro tra tendenze manieristiche, spirito contro riformistico e l'incipiente fioritura barocca.

Ercole Ramazzani entrò nella bottega di Lotto nel 1550, andò a vivere con lui ad Ancona e due anni dopo lo seguì a Loreto. Poco più maestro e allievo si separarono definitivamente per ragioni non del tutto chiare. Ramazzani riuscì così a sviluppare una sua ben definita personalità artistica, tanto da essere considerato uno dei rappresentanti più significativi del manierismo marchigiano. In questo quadro matura la sua adesione personale alla cultura figurativa manierista, visibile nei colori usati, che appaiono contrastanti e accesi, nelle figure allungate, nelle pose contorte e nelle composizioni affollate. Il pittore qui non ignora il clima culturale contro riformistico dei suoi tempi e diventa un valido interprete delle istanze di rinnovamento volute dalla Chiesa, raffigurando soggetti e sentimenti “onesti e devoti” in linea con i dettami stabiliti dal Concilio di Trento.

Ramazzani riesce ad affermarsi grazie a una pittura capace di rivolgersi non solo a un pubblico colto, ma anche ai poveri e agli ignoranti, realizzando le esigenze della committenza, secondo cui le opere artistiche dovevano essere strumenti di diffusione della fede cristiana. Questa tela che propone la Madonna della cintola, di cui non si conosce la provenienza originaria, prima di essere esposta all'interno del museo era conservata nell'episcopio.

Il tema del quadro fa riferimento a un episodio miracoloso che aveva come protagonista santa Monica, la quale chiese alla Vergine di mostrarle l'abbigliamento da lei indossato durante la vedovanza e dopo l'ascensione di Cristo. Maria le apparve allora vestita con un abito scuro, molto semplice, stretto in vita da una lunga cintura. Dopo averla slacciata, la Vergine la porse a santa Monica raccomandandole di indossarla sempre e di insegnare a fare altrettanto a tutti coloro i quali volevano la sua protezione. Nel dipinto Ramazzani raffigura in alto la Madonna con il Bambino sulle ginocchia, incoronata da due angeli, che reggono un fascio di cinture. Anche la Vergine, seduta su un trono di nuvole, tiene nelle mani una cintura che porge a santa Monica, affiancata da santa Chiara da Montefalco con in mano un giglio. Gesù Bambino dona invece la cintura a sant'Agostino, che indossa il piviale episcopale con la mitra in testa. Sotto il piviale si nota agevolmente la presenza del saio nero dei monaci che seguono la sua regola. Alle sue spalle intrevediamo figura di san Nicola da Tolentino con un giglio in mano. Nella parte bassa a destra, vicino al pastorale, è deposto a terra un libro aperto nelle cui pagine dorate si possono leggere la firma dell'autore Ercules Ramazzanus - Roc, abbreviazione di Rocchensis, Ercole Ramazzani della Rocca Contrada, l'antico nome di Arcevia, e l'anno di realizzazione MDLXXXIX. Accanto troviamo un elegante bastone pastorale. Ramazzani aveva l'abitudine di datare e firmare praticamente tutte le sue opere. La Madonna della cintola può essere considerata una produzione tarda del Ramazzani sia per la notevole abilità nella resa dei personaggi sia per l'ordinato senso spaziale. Il cromatismo acceso diventa più delicato nei volti, caratterizzati da una buona eleganza formale che si nota soprattutto in quello della Madonna, che qui non indossa l'abito scuro del racconto tradizionale, ma una veste rossa e azzurra.

 

 

Ercole Ramazzani

Nasce in Arcevia fra il 1530 e il 1537. Figlio di Giampaolo di Betto Ramazzani dal 1550 si trasferisce come garzone presso la bottega di Lorenzo Lotto in Ancona. Ramazzani svolge vari compiti per il suo maestro, che lo apprezza di buon grado. Nel 1552 abbandona il Lotto per farsi una propria bottega. Sstimato dai suoi concittadini e non solo, Ramazzani incomincia a ottenere numerosi incarichi e commissioni che gli consentono di vivere dignitosamente fino alla morte. Ramazzani è pittore notevole e in gran parte ancora da scoprire. E' certamente tra i più rappresentativi esponenti della cultura pittorica della Controriforma, discontinuo, ma con punte di qualità sorprendenti come nei quadri di Matelica, di Arcevia, di Senigallia, dove le influenze veneto-romane e dello stesso Lotto appaiono rievocate da una personalità estrosa e irrequieta. Ramazzani muore in Arcevia nel 1598 lasciando la moglie Caterina di Francesco Martirelli di Arcevia e cinque figli sopravvissuti a ben quattordici. Buona parte delle sue opere sono conservate nella Pinacoteca di San Medardo di Arcevia, presso quella Diocesana di Senigallia mentre numerose altre pitture sono conservate nei paesi di Matelica, Pergola, Sassoferrato, Montecarotto, Rosora, Morro D'Alba, Poggio San Marcello, Ostra Vetere, Filottrano, Corinaldo, Cerreto d'Esi.