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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Ercole RamazzaniPITTORI: Ercole Ramazzani
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
ERCOLE RAMAZZANI
1571
Arcevia, Collegiata di San Medardo
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Questa tavola di Ercole Ramazzani che raffigura sant'Agostino assieme a san Michele Arcangelo, san Domenico e il beato Urbano V fu dipinta verso il 1571 e si trova ad Arcevia nella Collegiata di San Medardo
Misura in altezza 109 cm e 35 cm in larghezza. Il santo vi è raffigurato nelle sue vesti episcopali con in testa una graziosa mitra bianca è un esile e lungo bastone pastorale appoggiato alla spalla sinistra. Fra le mani Agostino regge un grosso libro aperto dalla copertina scura. Il suo sguardo tuttavia non è rivolto alle pagine del libro, ma piuttosto guarda dritto negli occhi il fedele che lo osserva. Il volto ci presenta un Agostino avanti negli anni con una folta barba bianca che gli arricchisce il mento e le guance.
Una chiesa ad Arcevia è testimoniata già a partire dal 1208. Non è noto come sia nata nè a quando risalga la dedicazione al santo francese Medardo. In ogni caso si conserva nella chiesa una reliquia del santo. Nel 1585 papa Sisto V elevò la chiesa al rango di collegiata e dal 1634 l'edificio venne interamente ricostruita su progetto dell'architetto pisano Michele Buti. Sulla trabeazione esterna è inciso il nome di Ascanio Passeri da Pergola che realizzò i lavori, portati a termine nel 1702. La collegiata presenta una pianta a croce latina con una navata unica e cupola poligonale. Al suo interno sono conservate numerose e importanti opere d'arte. Nella seconda cappella si conserva una copia seicentesca della Maria Maddalena che contempla gli strumenti della passione di Guercino, nella terza cappella si trova una tela attribuita ad Ercole Ramazzani con la Liberazione delle anime dal Purgatorio e nella quarta si eleva l'Altare di Santa Teresa, un ricco apparato ligneo di Leonardo Scaglia e Francesco Giglioni, della metà del Seicento.
Ercole Ramazzani
Nasce in Arcevia fra il 1530 e il 1537. Figlio di Giampaolo di Betto Ramazzani dal 1550 si trasferisce come garzone presso la bottega di Lorenzo Lotto in Ancona. Ramazzani svolge vari compiti per il suo maestro, che lo apprezza di buon grado. Nel 1552 abbandona il Lotto per farsi una propria bottega. Sstimato dai suoi concittadini e non solo, Ramazzani incomincia a ottenere numerosi incarichi e commissioni che gli consentono di vivere dignitosamente fino alla morte. Ramazzani è pittore notevole e in gran parte ancora da scoprire. E' certamente tra i più rappresentativi esponenti della cultura pittorica della Controriforma, discontinuo, ma con punte di qualità sorprendenti come nei quadri di Matelica, di Arcevia, di Senigallia, dove le influenze veneto-romane e dello stesso Lotto appaiono rievocate da una personalità estrosa e irrequieta. Ramazzani muore in Arcevia nel 1598 lasciando la moglie Caterina di Francesco Martirelli di Arcevia e cinque figli sopravvissuti a ben quattordici. Buona parte delle sue opere sono conservate nella Pinacoteca di San Medardo di Arcevia, presso quella Diocesana di Senigallia mentre numerose altre pitture sono conservate nei paesi di Matelica, Pergola, Sassoferrato, Montecarotto, Rosora, Morro D'Alba, Poggio San Marcello, Ostra Vetere, Filottrano, Corinaldo, Cerreto d'Esi.