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LA FAMIGLIA AGOSTINIANA

Agostino fonda monasteri in Africa: stampa di Collaert del XVII secolo

Agostino fonda monasteri in Africa: stampa del XVI secolo

 

 

LA FAMIGLIA AGOSTINIANA

 

 

 

Nonostante gli otto secoli e mezzo trascorsi dalla morte di Agostino, gli eremiti agostiniani, tra la fine del secolo XIII e la prima metà del secolo XIV, profusero un grande impegno per dimostrare che, tra tutte le famiglie religiose che professavano la Regola di S. Agostino, essi soli erano i continuatori del suo monachesimo e i suoi veri discepoli. Non era difficile escludere tre di queste famiglie religiose, che veneravano - e venerano - S. Agostino più come legislatore e solo in secondo luogo come padre, dopo i loro propri fondatori. Lo hanno venerato in questo modo i premostratensi dopo S. Norberto, i domenicani e frati Predicatori di S. Domenico de Guzman, e nelle prime insegne dei Servi di Maria dominava l'immagine della Madre di Dio che aveva accanto da una parte S. Agostino e dall'altra S. Pietro martire o S. Filippo Benizi.

L'espressione "dell'Ordine di S. Agostino", che si legge sovente nelle bolle pontificie medioevali dirette a questi tre Ordini, indica solamente che essi appartenevano a quella classe di ordini chiamati canonicali o "ordo canonicus", per distinguerli da quelli che professavano la Regola di S. Benedetto e che formavano "l'ordine monastico". I Canonici Regolari non potevano però essere esclusi, poiché si chiamavano "dell'Ordine di S. Agostino", senza altre aggiunte e imitavano la vita comune che il santo aveva praticato con il suo clero di Ippona dal 396 fino alla morte. Per due motivi forse, tali canonici non furono identificati come "agostiniani": in primo luogo perchè le loro comunità - abbazie, prepositure, priorati - erano autonome (mentre invece gli eremiti di S. Agostino formavano una sola famiglia governata da un solo superiore); in secondo luogo perché dal XIII secolo i frati superarono per numero i canonici.

I Canonici conservarono tuttavia il loro nome di eremiti agostiniani tra i popoli germanici, nel mondo anglosassone, in Francia e in Spagna. Solo in Italia, per la distinzione continuamente imposta dalla Curia, canonici e frati ebbero denominazioni diverse: eremitani agostiniani i primi, canonici regolari lateranensi i secondi. La Curia, il Papa, i Priori generali dell'Ordine, ribadirono a più riprese nel XIII e XIV secolo il legame fra gli eremitani e S. Agostino. Nel 1272 il priore generale Clemente da Osimo, fondava un monastero in Toscana "a lode e gloria ... del beatissimo padre Agostino". Nel 1289 papa Nicolò IV concesse privilegi all'Ordine "a gloria del nostro Redentore e di S. Agostino, vostro patrono". Nel 1341 l'Ordine celebrava già cinque feste in onore del Santo: oltre la festa principale del 28 agosto, nell'ultimo giorno di febbraio si celebrava la memoria della traslazione del suo copro da Ippona in Sardegna, il 5 maggio la sua conversione, il 5 giugno l'anniversario della fondazione del monastero di Pavia, "che si chiamerà - dicono gli atti del Capitolo Generale del 1338 - festa della riunione" e l'11 ottobre la memoria della seconda traslazione dalla Sardegna a Pavia. Nel Capitolo del 1343 tuttavia la terza e la quarta festa furono soppresse perchè "l'eccessiva moltiplicazione di nuove feste è occasione di qualche mormorazione nei riguardi dell'Ordine". Ma il Capitolo del 1371 reintrodusse "la festa della conversione del beatissimo padre ed esimio dottore Agostino, che si deve celebrare in tutto l'Ordine con ufficio doppio il 5 maggio".

 

 

FIGLI SPIRITUALI DI AGOSTINO

Secondo Enrico di Friemar, uno scrittore tedesco del XIII secolo S. Agostino fu frate eremitano fin dal suo battesimo, giacché allora "S. Ambrogio lo rivestì dell'abito nero e lo cinse con la cintura". Rimase "a Milano per circa un anno con l'abito eremitico per essere meglio istruito nella fede cattolica dai beati Ambrogio e Simpliciano". Nel suo viaggio di ritorno in Africa "incontrò in Toscana molti frati eremiti di santa vita, ed essendo arrivato nel nostro eremo di Centocelle che, come si dice, fu il primo convento del nostro Ordine, dimorò per due anni con quei frati, dando loro la regola e la forma di vita ..." Per farne un eremita ad ogni costo Enrico da Friemar asserisce che il primo monastero fondato da Agostino a Ippona "si trovava fuori della città ... in un luogo solitario". S. Possidio, biografo del Santo nel V secolo d. C. afferma invece che "si trovava accanto alla chiesa" del vescovo Valerio. Con ogni probabilità le fonti usate da Enrico da Friemar non furono le Confessioni, ma leggende che nel medioevo avevano gran seguito. Maggiori sono i meriti storici del suo discepolo Giordano di Sassonia, il quale "per amore della verità" non accettò la tesi del suo maestro, secondo cui Agostino fondò l'Ordine e fece vita eremitica in Italia per tre anni.

"Ciò - scrive Giordano - è insostenibile, perché tra il battesimo di Agostino e la morte della madre non passò nemmeno un anno completo, ma appena otto mesi ... Fu infatti battezzato nel tempo pasquale, a trentatré anni e sua madre morì il tredici novembre dello stesso anno". Dopo il battesimo si trattenne per un po' di tempo a Milano "frequentando la chiesa e, di ritorno in Africa, visitò i fratelli eremiti di Toscana e di Centocelle; ma di passaggio, quindi, secondo questa deduzione, non poté trattenersi con loro per molto tempo". Prosegue Giordano indicando che Agostino incominciò la sua vita monastica a Tagaste "nella casa, avuta in eredità e la perfezionò a Ippona. Il vescovo Valerio, venendo a sapere che Agostino, ordinato sacerdote, desiderava continuare vivere da monaco, gli diede un orto vicino alla città per edificare un monastero, nel quale avrebbe potuto vivere secondo il suo ideale di vita con altri fratelli, senza lasciar per questo di attendere al bene dei fratelli ... Ed è evidente che diede la Regola ai fratelli e non ai canonici, perché, prima di essere vescovo, non poté dar leggi ai canonici che non erano suoi sudditi". In modo analogo i due cronisti tedeschi affermarono la continuità dell'ordine agostiniano dal 430 (anno in cui muore Agostino) fino all'inizio del secolo XIII (nel 1215 viene costituito da Papa Innocenzo III l'Ordo Sancti Augustini).

"Ma in che modo - confessa Giordano - siano vissuti e che cosa abbiano fatto i nostri confratelli in quel lungo lasso di tempo, cioè dalla dispersione in Africa fino ai giorni di papa Innocenzo, non ho potuto trovarlo in alcuna scrittura autentica. Per questo non ho potuto scrivere nulla di quel periodo. Una cosa però è certa: che quella benedetta schiera di seguaci di S. Agostino non si estinse mai del tutto, ma continuò in alcuni fratelli che vissero in santa semplicità fino all'anno del Signore 1215, quando si celebrò il Concilio Laterano sotto il papa Innocenzo III". Anche fra' Giordano pagò il suo tributo alle leggende medioevali, servendosi abbondantemente degli apocrifi "Sermones ad fratres in eremo", ma dimostrò allo stesso tempo una grande conoscenza delle opere di Agostino e diede prova di un grande equilibrio nel suo commento alla Regola.

Giordano è d'accordo dunque con Enrico da Friemar nel difendere il titolo di "eremiti agostiniani" e quindi riprova il comportamento di alcuni confratelli, conosciuti all'Università di Parigi, "i quali - scrive - avvertirono il bidello che nelle sue proclamazioni scolastiche sopprimesse la parola eremiti, vergognandosi quei tali della generosa radice dalla quale provenivano, che in verità non è un appellativo di disonore, ma di grande onore e prestigio".