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PITTORI: Maestro di Sutamarchan

Agostino ferito dall'amore di Cristo

Agostino ferito dall'amore di Cristo

 

 

MAESTRO DI SUTAMARCHAN

1700-1750

Sutamarchan, Convento agostiniano Ecce Homo

 

Agostino ferito dall'amore di Cristo

 

 

 

La scena è ambientata in una camera raccolta e intima con una sola apertura a forma di cerchio con le inferriate che lascia intravedere il buio notturno. A sinistra si trova il tavolo di lavoro di Agostino, dove sono deposti libri e strumenti per scrivere. Il santo vi ha riposto anche la mitra. Poco discosta vediamo anche una elegante sedia in stoffa rossa. Il santo, che indossa la tunica nera dei monaci agostiniani, porta indosso anche un mantello biancastro.

Il suo volto, dall'aspetto di uomo maturo, con una folta barba, è raggiante e un'aureola luminosa avvolge il suo capo. E' inginocchiato davanti all'apparizione, in una nuvola, del Cristo che gli parla direttamente. Agostino, che porta nella mano destra un cuore fiammante, esprime tutto il suo amore del Gesù e come afferma in alcuni suoi scritti è "ferito" dal suo amore.

 

Come recita la didascalia questo episodio è testimoniato da san Bonaventura, san Vincente Ferrer ed altri autorevoli autori. Agostino in ginocchio offre a Gesù Bambino il suo cuore infiammato che viene trafitto con una freccia.

 

Sei grande, Signore, e degno di altissima lode: grande è la tua potenza e incommensurabile la tua sapienza. E vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione, l'uomo che si porta dietro la sua morte, che si porta dietro la testimonianza del suo peccato, e della tua resistenza ai superbi: eppure vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione. Tu lo risvegli al piacere di cantare le tue lodi, perché per te ci hai fatti e il nostro cuore è inquieto finché in te non trovi pace. Di questo, mio Signore, concedimi intelligenza e conoscenza.

AGOSTINO, Confessioni, 1, 1, 1

 

Nihilominus asserunt nonnulli viri grave (forsitan inducti verbis hisce Augustini, sageiitaveras tu Domine caritate tua cor meum etc.) non tantum spirituali vulnere seu tralaticio, verum etiam arcanis sacrorum vulnerum Iesu Christi stigmatis sanciatum Augustini cor fuisse.

CORNELIUS LANCELOTZ, Sancti Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S.R.E. doctoris vita (Anversa 1616)