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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > Maestro di SutamarchanPITTORI: Maestro di Sutamarchan

Agostino e la vedova
MAESTRO DI SUTAMARCHAN
1700-1750
Sutamarchan, Convento agostiniano Ecce Homo
Agostino e la vedova
L'anonimo pittore del quadro nell'impostare la scena si è ampiamente affidato all'esempio della stampa prodotta da Bolswert. L'argomento trattato è una vecchia leggenda che amarono i miniaturisti e i pittori del '400. Bolswert ha immaginato e realizzato l'episodio in due scene: nella prima a destra una donna cerca Agostino, che non la vede mentre nella seconda, a sinistra, si assiste a una messa dove la donna vede la Trinità.
L'anonimo autore ha imitato questa doppia scena: a destra la donna si avvicina ad Agostino che sta scrivendo allo scrittoio nel suo studio. La donna lo chiama invano con un gesto della mano, poiché Agostino è immerso nei suoi pensieri che meditano sulla Trinità.
Nella scena di sinistra Agostino sta celebrando una messa e la donna che assiste si accorge che sopra l'altare appare una nube che rivela la presenza della Trinità. Allora la donna comprende che Agostino è pienamente attento a comprendere la natura della Trinità.
Il tema di questa leggenda riguarda pertanto la Trinità e il sofferto rapporto di amore e di intelligenza di Agostino, che cercò di penetrarne il mistero con ogni sforzo.
L'episodio viene descritto da Jacopo da Varagine:
"Una donna che aveva molto da soffrire per la cattiveria di alcuni, andò a chiedere consiglio a S. Agostino, lo trovò che studiava e lo salutò, ma lui non le rispose né la guardò. Essa pensò che lo avesse fatto a bella posta e che per spirito di santità non volesse guardare in faccia una donna; gli si fece da presso e gli raccontò il caso suo senza peraltro che egli rispondesse una parola, sicché essa si ritirò tutta triste. Il giorno appresso, mentre il santo celebrava la Messa, all'elevazione essa ebbe un'estasi e si trovò davanti alla Santissima Trinità, dove era anche S. Agostino, col viso basso, e che discorreva con molta attenzione del mistero della Santissima Trinità.
Allora sentì una voce che disse: - Quando tu sei stata a trovarlo, Agostino era intento così a studiare il mistero della Santissima Trinità, perciò non ti ha risposto. Tornaci e lo troverai pieno di affabilità e di bontà e ti saprà dare un consiglio. Essa lo fece ed Agostino, dopo averla ascoltata con bontà e attenzione, le diede un consiglio prudente."
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, 8
Questa leggenda che metteva in luce il rapporto fra Agostino e la Trinità fu soppiantata da un'altra leggenda dal XV secolo che preferì raffigurare Agostino su una spiaggia mentre conversa con il fanciullo Gesù Bambino.
L'episodio è ricordato anche da Marco Antonio Sabellico nel suo Exemplorum libri, II, 6. Marcantonio Coccio o Cocci (nato a Vicovaro, circa 1436 e morto a Venezia, 1506) è stato uno storico italiano meglio noto come Sabellico, soprannome derivato dal luogo di nascita, nel territorio degli antichi Sabini. Dopo essere stato membro dell'Accademia romana di Pomponio Leto, insegnò retorica a Udine, Venezia e Verona. Compose una storia di Venezia dalle origini (Rerum Venetarum ad urbe condita libri XXXIII, 1487) che fu più tardi continuata da Pietro Bembo. Il successo ottenuto da questa compilazione lo indusse a scrivere un compendio in 92 libri di storia universale (Enneades sive Rapsodiae historiarum) il cui racconto giunge sino al 1504.