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L'africa romana: Bulla Regia

Iscrizione dedicata alla dea Tanit

Iscrizione dedicata alla dea Tanit

 

 

LAPIDE DEDICATA ALLA DEA TANIT

 

 

 

Nei pressi degli scavi archeologici del sito di Bulla Regia sorge un edificio nel cui giardino sono raccolte alcune testimonianze lapidee. Quella raffigurata è un omaggio agli dei di un certo Cafinus (?) scritta in una grafia poco curata. Nel semiarco compare il simbolo di una luna crescente, che di solito viene associato alla dea Tanit o meglio Tinnit, che era una dea della religione punica, una delle forme in cui si presentava Ashtart. Con Baal Hammon costituiva a partire dal V secolo a. C. la grande coppia di dei che proteggeva Cartagine.

La sua origine, libica o fenicia, è tuttora incerta e molto discussa. Gli antichi la assimilarono a Hera o Giunone, sotto il nome di Juno Caelestis. Il simbolo di Tanit è facilmente riconoscibile: il simbolo della dea, che figura in molte stele puniche, è interpretato come una luna crescente o anche come un uomo in preghiera che alza le braccia.

Per i cartaginesi, Tanit era dea della fertilità, dell'amore e del piacere, associata alla buona fortuna, alla Luna e alle messi. Nella mitologia fenicia era simile ad Astarte, la dea madre. Nella religione greca, Tanit era paragonata ad Afrodite, ad Artemide ed a Demetra, dea delle messi e dei raccolti. Nella lingua egizia il nome di Tanit potrebbe essere letto come "Terra di Neith", e Neith era una divinità legata anche alla guerra.

Il simbolo di Tanit era la piramide tronca portante una barra rettangolare sulla sommità. Sul questa barra appaiono il sole e la luna crescente. Questo simbolo può essere osservato nella maggior parte delle steli delle necropoli puniche, dall'Africa Mediterranea, alla Sardegna, alla Sicilia, alla penisola Iberica. Il titolo completo di Tanit: "Pene Baal" significa "Viso di Baal" e le conferiva la prerogativa di avere la precedenza su Baal stesso, l'altro componente, con Eshmun della triade cartaginese. Secondo molti autori classici, tra cui Diodoro Siculo, il culto di Tanit richiedeva anche sacrifici umani. Tali riti sembrano confermati dalla presenza, nei tophet dedicati alla Dea di numerosi scheletri di bambini.