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L'africa romana: THUBURBO MAIUS

Capitello corinzio con il simbolo del serpente di Esculapio

Capitello corinzio con il simbolo del serpente di Esculapio

 

 

THUBURBO MAIUS

 

 

 

Thuburbo Majus è la quinta città di rovine romane in Tunisia. La sua posizione all'incrocio di importanti strade commerciali dall'interno del paese ai capoluoghi di Hadrumetum (Sousse) e Cartagine, come pure i suoi dintorni fertili, le procurarono un rapido sviluppo che si espresse anche in una formidabile attività edilizia. Rovine ancora imponenti e la ricchezza della regione agricola circostante testimoniano, assieme ai mosaici oggi esposti al Museo del Bardo, dell'importanza di questa tranquilla città di provincia (non era neppure fortificata), che, nel momento della massima espansione, giunse a contare tra i 7000 e i 12000 abitanti. Così nel II secolo e all'inizio del III sorsero alcuni imponenti edifici pubblici.

L'interessante zona di scavo si trova al centro di un bel paesaggio. Molto poco si conosce sulle origini della città, il cui nome Thuburbo ha evidente origine berbera. Risulta soltanto che essa si schierò con Cartagine durante le guerre puniche e che i Romani le fecero scontare quell'alleanza condannandola al versamento di un tributo e non concedendole lo statuto di città libera. Già i Cartaginesi avevano occupato questo luogo, forse già abitato dai Berberi: il nome Thuburbo è infatti di origine berbera. All'insediamento punico, dall'epoca di Augusto (27 a. C.) se ne aggiunse uno romano. La città era nota in età romana come Colonia Iulia Aurelia Commoda Thuburbo Maius.

La successiva rapida espansione è testimoniata dalla costituzione in municipium (128 d. C.) per volere di Adriano e poi in colonia (188) sotto Commodo; raggiunse l'apogeo nel II e nella prima metà del III secolo, quando si abbellì di monumenti e di abitazioni decorate con mosaici sontuosi. Dopo la crisi della seconda metà del III secolo, la città rifiorì nuovamente nel IV secolo, quando vennero ricostruite case e monumenti, come risulta dalle datazioni di diversi mosaici. È questo il periodo della vittoria definitiva del Cristianesimo, presente qui già dalla metà del III secolo, che si trovò ben presto ad affrontare l'eresia donatista. Nei decenni seguenti sorse la maggior parte delle abitazioni e degli edifici pubblici, decorati con magnifici mosaici. Verso la fine del III secolo iniziò il declino interrotto da una breve ripresa nel IV secolo.

In questo periodo vennero restaurati e ampliati numerosi edifici e la città di chiamò Res Publica Felix Thuburbo Majus. Thuburbo Majus fu una importante città: oggi, parimenti all'importanza delle rovine, essa costituisce uno dei più bei siti archeologici della Tunisia. L'invasione dei Vandali, le controversie fra cattolici e donatisti portarono la città verso la fine. Conclusa l'epoca romana, la città entrò in uno stadio progressivo di declino che si tradusse in un vero e proprio abbandono durante l'occupazione araba. Nel periodo della presenza vandalica Thuburbo fu probabilmente distrutta e conobbe il fenomeno della cosiddetta «ruralizzazione» (scomparsa della tradizionale struttura urbana, costruzione di case dall'architettura sommaria, monumenti e palazzi adibiti a oleifici), iniziando un lento declino che neppure la conquista bizantina riuscì ad arrestare.

Il sito fu identificato nel 1857, ma gli scavi vennero iniziati su grande scala solo nel 1912; i lavori, per i quali vennero utilizzati soprattutto prigionieri della prima guerra mondiale, durarono fino al 1937 e sono stati ripresi nel 1957 riportando alla luce circa un quinto della città. Alcuni calcoli hanno ipotizzato che il territorio della città comprendeva in età romana 40 ha ed era abitato da una popolazione che poteva oscillare fra i 7000 e i 12000 abitanti. La città romana è stata parzialmente scavata ma è ricca di vestigia fra cui si possono ricordare:

* un foro di forma quadrata di 49 m. di lato;

* dei templi fra cui il capitolio posto nel foro;

* degli edifici termali;

* un mercato;

* un anfiteatro;

* una chiesa di epoca bizantina.