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REPERTI ARCHEOLOGICI romani a  THUBURBO MAIUS

 

  REPERTI ARCHEOLOGICI ROMANI A THUBURBO MAIUS: LE STATUE

Ritratto di Caracalla figlio e successore di Settimio Severo (211-217 d. C.) Resti di una scultura che raffigurava Giove Capitolino.

A sinistra: Ritratto di Caracalla figlio e successore di Settimio Severo (211-217 d. C.). Questo imperatore celebre per aver accordato il diritto di cittadinanza agli abitanti liberi dell'impero, è qui raffigurato in età giovanile. Museo del Bardo.

A destra: Resti di una scultura che raffigurava Giove Capitolino. Tagliata nel marmo, questa statua frammentaria aveva delle dimensioni maestose. Ne restano i resti con i sandali, un frammento delle braccia e una testa che misurava 1,35 m e pesava 1200 Kg. La scultura data al III sec. d. C. e si trova al Museo del Bardo.

 

Cippo votivo a forma di Naiskos, cioè una cappella in miniatura, che raffigura un tempio dedicato a Demetra Ara nell'ambiente delle Terme estive

A sinistra: Cippo votivo a forma di Naiskos, cioè una cappella in miniatura, che raffigura un tempio dedicato a Demetra. Questa scultura è importante perchè riprende lo stile della architettura punica. La struttura poggia su un basamento che ricorda il podium dei templi. Presenta una cella o naos preceduta da un portico qui raffigurate da due colonne ioniche. Alla sommità la nicchia regge un frontone triangolare con due delfini, fiori di loto, un maiale, attributo di Demetra. Risale al II secolo a. C.

A destra: Bassorilievo di tipo neo attico che raffigura le Menadi che danzano e tengono un capretto destinato al sacrificio per il Dio Dioniso. Risale al II secolo d. C.

 

Questa grande statua è un omaggio a Ercole dei sagarii di Tuburbo, gli artigiani cioè che fabbricavano il sagum, un vestito di origine gallica. Statua-ritratto di una donna in piedi vestita con una lunga tunica e un mantello Ritratto di Traiano, il suo vero nome era M. Ulpius Traianus, secondo imperatore della dinastia degli Antonini (98-117)

A sinistra: Questa grande statua è un omaggio a Ercole dei sagarii di Tuburbo, gli artigiani cioè che fabbricavano il sagum, un vestito di origine gallica. Ercole era il protettore della loro corporazione. raffigurato in piedi, il dio ha una notevole muscolatura ed è munito dei suoi attributi abituali, la clava e la pelle di leone. Risale al II-III secolo d. C. Museo del Bardo

Al centro: Statua-ritratto di una donna in piedi vestita con una lunga tunica e un mantello. In mano tiene una spiga e delle messi, attributi di Cerere. Potrebbe essere una divinità agraria o forse può essere il ritratto di Sabina, la moglie di Adriano. Questa attribuzione è richiamata dalla speciale acconciatura con un diadema e riccioli serpentiformi tipici dei ritratti di Sabina. Risale al II secolo d. C. E' conservata al Museo del Bardo

A destra: Ritratto di Traiano, il suo vero nome era M. Ulpius Traianus, secondo imperatore della dinastia degli Antonini (98-117) e, probabilmente, uno dei migliori comandanti che l'impero di Roma abbia avuto. Militare esperto continuò ad espandere l'impero e a sottomettere i nemici. Le sue imprese gli valsero diversi appellativi: partico (vincitore dei Parti), dacico (vincitore dei Daci), germanico (vincitore dei Germani). In Africa riuscì ad accerchiare l'Aures e a sottomettere delle tribù nomadi. Il ritratto è di epoca sconosciuta. Conservato al Museo del Bardo.

Basilica cristiana di età bizantina

 

 

Lapide che descrive le regole di accesso al tempio di Esculapio

 

 

Questa iscrizione incisa su un pilastro calcareo indica le regole per accedere al tempio di Esculapio, il dio guaritore, l'equivalente romano del dio cartaginese Eshmoun. Si apprende che grazie agli uffici di un certo L. Numidius Vitalis, i fedeli desiderosi di entrare nel tempio dovevano sottostare a degli obblighi di astinenza, di purezza e di deferenza.

Per tre giorni non potevano avere rapporti carnali, consumere carne di maiale, mangiare fave, ricorrere al parrucchiere o andare ai bagni pubblici. Inoltre dovevano togliere le scarpe prima di entrare nel tempio.

Risale alla seconda metà del II secolo d. C. (Lapide conservata al Museo del Bardo a Tunisi)