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CICLo AGOSTINIANo di Gunther Matthaus a Indersdorf

Agostino muore durante l'assedio di Ippona

Agostino muore durante l'assedio di Ippona

 

 

GUNTHER MATTHAUS

1755

Indersdorf, chiesa Assunzione di Maria

 

Agostino muore durante l'assedio di Ippona

 

 

 

Dirimpetto alla scena precedente si osserva la morte del santo, tutto attorniato da chierici e religiosi. Agostino è sul letto di morte e in mano tiene un crocifisso. Dei raggi, come fossero una corona di gloria, emanano dalla sua testa dall'espressione serena: le mani sono giunte sul petto. Un giovane chierico tiene un cero acceso davanti al santo. I frati sono raccolti intorno a lui. In primo piano un religioso tende le braccia in segno di desolazione, un altro piange accasciato sul letto, un terzo si asciuga le lacrime. In fondo l'intera comunità manifesta il suo dolore. Da una larga apertura ad arco nell'edificio a destra si vede la veduta di una città assediata dai vandali e la battaglia che infuria ad Ippona. Un gruppo di romani si oppone fieramente agli assalti dei barbari a cavallo. E' forte il contrasto fra la battaglia e la serenità del morto.

 

Agostino muore il 28 agosto 430 mentre i Vandali di Genserico stanno assediando Ippona

 

31. 1. Quel sant'uomo, nella lunga vita che Dio gli aveva concesso per l'utilità e il bene della santa chiesa (infatti visse 76 anni, e circa 40 anni da prete e vescovo), parlando con noi familiarmente era solito dire che, ricevuto il battesimo, neppure i cristiani e i sacerdoti più apprezzati debbono separarsi dal corpo senza degna e adatta penitenza.

31. 2. In tal modo egli si comportò nella sua ultima malattia: fece trascrivere i salmi davidici che trattano della penitenza - sono molto pochi - e fece affiggere i fogli contro la parete, così che stando a letto durante la sua infermità li poteva vedere e leggere, e piangeva ininterrottamente a calde lacrime.

31. 3. Perché nessuno disturbasse il suo raccoglimento, circa dieci giorni prima di morire, disse a noi, che lo assistevamo, di non far entrare nessuno, se non soltanto nelle ore in cui i medici entravano a visitarlo o gli si portava da mangiare. La sua disposizione fu osservata, ed egli in tutto quel tempo stette in preghiera.

31. 4. Fino alla sua ultima malattia predicò in chiesa la parola di Dio ininterrottamente, con zelo e con forza, con lucidità e intelligenza.

31. 5. Conservando intatte tutte le membra del corpo, sani la vista e l'udito, mentre noi eravamo presenti osservavamo e pregavamo, egli - come fu scritto - si addormentò coi suoi padri, in prospera vecchiaia (1 Re, 2, 10). Per accompagnare la deposizione del suo corpo, fu offerto a Dio il sacrificio in nostra presenza, e poi fu sepolto.

31. 6. Non fece testamento, perché povero di Dio non aveva motivo di farlo. Raccomandava sempre di conservare diligentemente per i posteri la biblioteca della chiesa con tutti i codici. Quel che la chiesa aveva di suppellettili e ornamenti, affidò al prete che alle sue dipendenze curava l'amministrazione della casa annessa alla chiesa.

31. 7. Né durante la vita né al momento di morire trattò i suoi parenti, sia quelli dediti alla vita monastica sia quelli di fuori, nel modo consueto nel mondo. Quando viveva, dava a costoro, se era necessario, quel che usava dare agli altri, non perché avessero ricchezze ma perché non fossero poveri e non lo fossero troppo.

31. 8. Lasciò alla chiesa clero abbondante e monasteri di uomini e donne praticanti la continenza con i loro superiori; inoltre, biblioteche contenenti libri e prediche sia suoi sia di altri santi, dai quali si può conoscere quanta sia stata, per dono di Dio, la sua grandezza nella chiesa e nei quali i fedeli lo trovano sempre vivo. In tal senso un poeta pagano, disponendo che i suoi gli facessero la tomba in luogo pubblico ed elevato, dettò questa epigrafe: Vuoi sapere, o viandante, che il poeta vive dopo la morte? Ecco, io dico ciò che tu leggi: la tua voce è la mia.

POSSIDIO, Gesta Augustini 31, 1 - 8

 

Morì nella pace del Signore alla presenza dei suoi monaci che pregavano, in età di 77 anni, dopo quarant'anni di episcopato. Morì senza far testamento perchè nella sua povertà evangelica nulla aveva di cui potesse disporre.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea