Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Documenti > Lubin

Lubin: Orbis Augustinianus sive conventuum ordinis eremitarum

Stampa di Lubin: mappa dei conventi agostiniani della Provincia romana

Provincia Romana o di Sancta Monica nella descrizione di Lubin del 1659

 

 

ORBIS AUGUSTINIANUS

Sive CONVENTUUM ORDINIS EREMITARUM SANCTI AUGUSTINI

Chorographica et Topographica descriptio

Autore R. ADM. P. AUGUSTINO LUBIN

totius eiusdem Ordinis Chorographo ac Christianissimi Galliarum regis Corographo ordinario.

Parisii Apud PETRUM BAUDOVYN propre Magnum Conventum Sancti Augustini

sub insigne Divi Augustini

1659

 

 

 

 

PROVINCIA SANCTAE MONICAE alias ROMANA

Ordinis Eremitarum Sancti Augustini

 

 

 

 

Anagniensis (Anagni)

Aquapenilentinus

Balneoregiensis

Braccianensis Generalis

Capranica

Carpinetanus

Catino

Cavensis

Cervetriensis

Civita Vecchia

Civitatis plebis

Coranus

Corchianus

Cornetanus

Fabbrica

Frisononiensis

Galesinus

Genestanensis

Hortensis

Maglianus

Marinensis

Massano

Monte altensis

Montefiasconensis

Nepesinus

Orvetanus (Orvieto)

Ripermitanus

Roccagorga

Romanus alter S.cti Mathej

Romanus generalis

Roncilionensis

Sambuccj

Santo patre

Sorduo

Sorianensis

Stabio

Tivoli

Tolfanus

Toscanellensis

Verulensis

Vitorchianensis (Vitorchiano)

 

 

Questa provincia nacque con la nascita dell'Ordine, tra il 1244 e il 1256. Negli Atti del capitolo provinciale del 1294, vennero annoverati 24 conventi. Se nel 1537 la provincia aveva 22 conventi e 110 religiosi, nel 1645 il numero è già aumentato a 41 con 220 frati. La finalità principale della provincia, oltre a incentivare coloro che si dedicavano allo studio, fu l'attività apostolica. Fra i suoi membri si distinse il P. Guillermo da Bagnoregio, studioso di lingua ebraica. Il grande convento di S. Agostino di Roma, residenza della curia generale, apparteneva alla provincia Romana e ospitava la Biblioteca Angelica, il cui direttore era nominato dal priore generale. Nel 1652 la provincia contava 27 conventi e circa 180 religiosi, di cui 110 erano sacerdoti e 60 fratelli laici. La riforma innocenziana portò alla chiusura di 17 conventi. Nel 1810 fu Napoleone a decretarne la soppressione chiudendo tutti i conventi esistenti negli Stati Pontifici. In alcuni conventi, come quello generalizio di sant'Agostino, fu permesso tuttavia che risiedessero i religiosi che dovevano occuparsi della pastorale delle chiese. Gli agostiniani rimasti custodirono la biblioteca Angelica, ma non potettero salvare l'archivio generalizio che fu trasferito a Parigi. Se nel 1805 la provincia aveva 30 conventi e 170 religiosi, nel 1818, una volta restaurata dopo la soppressione del 1810, rimanevano solo 80 religiosi, fra cui molti provenivano da altre province, e solo 16 conventi.

L'unificazione italiana comportò un'altra ondata di soppressioni che nel caso della Provincia Romana fu decretata nel 1873. Con questa soppressione venne perso il convento generalizio di S. Agostino. La curia generale si stabilì allora nel convento di Santa Maria in Posterla degli agostiniani irlandesi, che erano sotto la protezione del governo britannico. La provincia romana riprese lentamente la sua attività e celebrò il capitolo provinciale nel 1883. Alla fine della seconda guerra mondiale, la provincia Romana contava 11 conventi e 87 religiosi, di cui 50 sacerdoti, 20 professi e 17 fratelli laici. Nel 1994, all'epoca della fondazione della provincia d'Italia, la provincia romana aveva otto comunità: il convento romano di Santa Maria del Popolo, che era la sede del priore provinciale, il santuario di Nostra Signora del Buon Consiglio a Genazzano e i conventi di Carpineto Romano, Latina, Ostia Antica, Riano Flaminio e Santa Prisca a Roma. Il numero dei religiosi era sceso a 49.