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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Documenti > LubinLubin: Orbis Augustinianus sive conventuum ordinis eremitarum
Provincia di Lombardia alias Sancti Augustini nella descrizione di Lubin del 1659
ORBIS AUGUSTINIANUS
Sive CONVENTUUM ORDINIS EREMITARUM SANCTI AUGUSTINI
Chorographica et Topographica descriptio
Autore R. ADM. P. AUGUSTINO LUBIN
totius eiusdem Ordinis Chorographo ac Christianissimi Galliarum regis Corographo ordinario.
Parisii Apud PETRUM BAUDOVYN propre Magnum Conventum Sancti Augustini
sub insigne Divi Augustini
1659
PROVINCIA SANCTI AUGUSTINI alias LOMBARDIAE
Ordinis Eremitarum Sancti Augustini
Elenco dei conventi della Provincia agostiniana di Lombardia
Alexandrinis (Alessandria)
Belinzonensis (Bellinzona)
Canellensis
Caorsicus
Capellectensis
Carmignolensis (Carmagnola)
Casalensis Pusterlengo
Castelliacensis
Castilionensis
Chiniolensis
Cornonuiensis
Genuensis (Genova)
Gravelanensis
Illiricensis
Louveriensis (Lovere)
Massiniensis
Mediolanensis (Milano)
Modoetiensis (Monza)
Monasteriensis
Novariensis (Novara)
Pinerolensis (Pinerolo)
Pipiensis (Pavia)
Placentinus (Piacenza)
Rozzaschiesis
Sancti Angeli
Saravallensis (Serravalle)
Silvanus
Spedicasis
Tiranensis (Tirano)
Tortonensis (Tortona)
Varisiensis
Varsiensis
Vercellensis (Vercelli)
Vigneriensis
Vigoniensis
Zavatarellensis
Nell'ambito di un'indagine storico-artistica svolta nelle chiese ed oratori della città di Novara e della Bassa novarese, abbiamo esaminato tutte le testimonianze della produzione figurativa dal Medioevo fino al secolo XV. Il riconoscimento dei soggetti ha permesso di ricostruire i culti più diffusi nella zona e di individuare poche ma significative testimonianze dell'esistenza di un culto per sant'Agostino e per san Nicola da Tolentino. Nonostante la presenza dei frati eremitani a Novara sia documentata a partire dalla seconda metà del secolo XIII, la demolizione di un gran numero di edifici religiosi a causa di un consistente cambiamento dell'assetto urbanistico, iniziato nel 1552, ha comportato la perdita dei monumenti medievali. Nella Bassa novarese non vi sono tracce di istituzioni non solo agostiniane ma anche degli altri ordini mendicanti eccetto qualche convento di suore Umiliate che seguivano, a seconda dei singoli casi, la regola benedettina o agostiniana.
Dalla sistematica analisi del materiale sono emerse solo poche immagini dei santi Agostino e Nicola da Tolentino. In una miniatura trecentesca dell'archivio diocesano, Agostino è semplicemente rappresentato come vescovo mentre nella chiesa di S. Maria delle Grazie, appartenente ai Canonici Regolari, egli figura come canonico. In altre cinque occasioni egli è raffigurato con l'abito da eremitano e tale iconografia del santo è singolare all'interno di chiese non agostiniane. Nell'oratorio di S. Salvatore a Caltignaga e nella chiesa di S. Nazzaro della Costa oltre che come eremitano egli è rappresentato come Padre della Chiesa insieme a Gregorio Magno, Girolamo e Ambrogio. Stranamente nella restante produzione figurativa del novarese non rimangono altre raffigurazioni di tale soggetto. Immagini di san Nicola da Tolentino sono presenti solo negli affreschi quattrocenteschi che decorano oratori della pianura novarese. Il santo è rappresentato sempre secondo il medesimo modello iconografico: indossa l'abito agostiniano, tiene una piccola croce nella mano sinistra ed un libro nella mano destra.
[testi di Chiara Calciolari e Lavinia Lazzarini della Università di Siena]
La provincia di Lombardia risale come fondazione all'inizio dell'Ordine agostiniano, tra il 1244 e il 1256. Nel secolo XX era conosciuta anche come provincia della Liguria. Nel 1518 la provincia aveva 29 conventi, 18 dei quali erano considerati conventi maggiori con circa 150 religiosi, mentre negli undici rimanenti risiedevano poco più di una ventina di frati. Tra i cosiddetti conventi maggiori si trovava quello di "San Pietro in Ciel d'Oro" a Pavia, dove si custodiva il corpo di S. Agostino. Trovandosi ai confini dell'espansione luterana, i priori generali per tutto il Cinquecento riservarono una speciale attenzione alla provincia di Lombardia perché non venisse aggredita dal Luteranesimo. Nel Seicento si contavano 47 conventi, ridotti a 36 nel 1652 a causa della soppressione innocenziana. La provincia si estendeva dal Piemonte alla campagna milanese in un'area particolarmente turbolenta e economicamente viva. Il priore generale Francisco Javier Vázquez (1753-1785), cercò di unificare le tre congregazioni di osservanza esistenti nel territorio (degli Scalzi, della Lombardia e di Genova), però non riuscì nel suo intento per la resistenza delle congregazioni d'osservanza. Monaci famosi della provincia furono il P. Egidio Consoni, chiamato "la biblioteca ambulante" per la sua memoria particolare, il predicatore P. Agostino Omodeo e i teologi Nicola Agostino Straforelli, Giuseppe Bertieri e Nicola Frederico Gavardi.
Con l'invasione francese nel 1807 fu decretata la soppressione della provincia. Si cercò di ripristinarla ma la provincia fu soppressa nel 1855 dalle autorità civili, rimanendo unicamente le comunità di Genova, Celle e Savona. La vita religiosa riprese anni dopo e la provincia celebrò il suo primo capitolo provinciale nel 1883. Fu completamente reintegrata nel 1921 per decreto del priore generale P. Tomás Giacchetti (1920-1924). Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la provincia aveva solo sei conventi e 54 religiosi, tra di essi, 38 sacerdoti, 4 professi e 12 fratelli laici. Nel 1994 la provincia aveva cinque comunità: il venerabile convento di San Pietro in Ciel d'oro di Pavia, dove si custodisce il corpo di S. Agostino, che era la sede del priore provinciale, lo storico convento della Consolazione di Genova e le case di Loano, S. Rita di Milano e la Consolazione di Savona e il numero di religiosi era sceso a 34. Nel capitolo generale celebrato a Roma nel 1996, venne presa la decisione di creare la provincia d'Italia, unificando le sette province fino ad allora esistenti, tra cui anche quella della Liguria.