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La chiesa di sant'Agostino a Vicenza
FORMAZIONE DEGLI EREMITI DI SANT'AGOSTINO E LORO INSEDIAMENTI NELLA TERRAFERMA VENETA E A VENEZIA
di Franco dal Pino
in Gli Agostiniani a Venezia e la Chiesa di santo Stefano (Atti della Giornata di Studio nel V Centenario della Dedicazione della Chiesa di Santo Stefano - Venezia 10 novembre 1995)
- ISTITUTO VENETO DI SCIENZE LETTERE ED ARTI
- Venezia 1997
INSEDIAMENTI DI EREMITI AGOSTINIANI NELLA TERRAFERMA VENETA
VICENZA
Diverso assai il caso dell'ultima fondazione del periodo nella Terraferma veneta, quella di Vicenza, per la quale le ricerche relative si riferiscono specialmente alla sede definitiva degli Eremiti di sant'Agostino costituita dal grandioso S. Michele, a Nord-Ovest della città, dove essi si trasferiranno dopo l'unione del 1256 e la vittoria su Ezzelino III, seguita dal ripristino del libero comune, avvenuta il 29 settembre, festa appunto dell'Arcangelo, del 1259.
Sugli inizi, il Mantese, che si riferisce al Barbarano confermandolo, ritiene che "Eremitani di sant'Agostino", senza indicare a quale gruppo intende riferirsi, "si sarebbero stabiliti a Vicenza verso il 1243" ricevendo poi nel 1266, la chiesa di S. Lorenzo in Berga da essi abbattuta per edificarvi quella di S. Michele, dati che lo stesso autore integra successivamente con quelli relativi al possesso intermedio della chiesa di S. Apollinare [1].
A partire da tali dati, completati con quelli offertici gentilmente dalla laureanda Lara Moretti che sta attendendo, sotto la guida del professore G. Pacini, alla ricostruzione documentata dell'intera vicenda, vediamo di seguire, partendo dagli inizi, il cammino di avvicinamento alla città da parte degli Eremitani, inizialmente Giambonini, iniziato nel 1242 e non nel 1243. Un primo approccio avviene di fatto il 27 agosto 1242 quando Sygumfredo da Arzignano dona un bosco (costante richiamo topografico iniziale), in località S. Pietro al Costo di Arzignano (posto a circa 18 chilometri a est di Vicenza), a Ugocione di Recignano che lo riceve a nome dei frati eremiti: deve trattarsi di un procuratore laico che agisce a nome dei frati, come accaduto in altri casi e come risulterà pure nei documenti successivi [2].
Anche qui la donazione del terreno boschivo sembra preludere ad un prossimo insediamento. Infatti l'anno dopo, il 30 aprile 1243, il vescovo Manfredo (1232-1255), con il consenso del suo capitolo, investe "fratrem Guillelmum priorem fratrum heremitanarum", che riceve a nome dei frati dello stesso ordine, "de loco et ecclesia Sancti Petri sito in pertinentiis de Arzignano" con il territorio circostante fino a che i frati rimangano fedeli nell'osservare "ordinem et regulam" prescritti [3]. Il titolo di Eremitani e la presenza di fra Guglielmo, forse lo stesso che compare in atti di Treviso del 1248 e del 1251, fanno ritenere che si tratti di Eremiti giambonini. Sono probabilmente gli stessi o un altro loro gruppo ad aver traslocato successivamente presso S. Apollinare dei Berici e poi presso S. Lorenzo, nella stessa zona.
I "fratres de Sancto Apollinario de Vicentia" ricevono, l'11 dicembre 1253, tra i vari luoghi pii, un lascito di 100 soldi di veronesi da parte di un certo Zilio "tenziario" [4]. Successivamente è un rappresentante dello stesso convento, fra Daniele, insieme al notaio procuratore dei frati, a versare a Guido Zenoese la somma pattuita per una pecia di terra in zona S. Lorenzo di Vicenza, come da dichiarazione dello stesso Guido del 19 febbraio 1262, mentre un mese dopo, il 19 marzo, Iacobina, moglie di Bruno, vende un pezzo di terra situato in contrada S. Lorenzo allo stesso frate detto questa volta "prior Heremitarum Vincentie" e, a distanza di due anni, il 10 febbraio 1264, Bartolomeo Drapaloro dona a fra Michele dell'ordine degli eremitani una pezza di terra sempre in contrada S. Lorenzo [5].
Se dunque non è del tutto comprovato il passaggio da Arzignano alla zona suburbana dei Berici, è comunque sicuro che sono gli stessi frati, stanziati a S. Apollinare, che si preparano a trasferirsi a S. Lorenzo nella stessa zona dei Berici. Sarà proprio in questa zona del borgo Berga (che sarà cinto da mura sulla fine del secolo XIII), dove gli Eremitani possiedono ormai terreni sufficienti, che avverrà la consegna, il 23 marzo 1266, da parte dell'arciprete Guidachino, a nome anche di tutto il capitolo, della "ecclesiam Sancti Laurentii Bericani cum cimiterio et caminata" (chiesa che era stata donata al capitolo dal vescovo Pistore nel 1185), a fra Benvenuto degli Eremitani: insieme alla chiesa si prevedeva che i frati "curam populi ad eamdem ecclesiam Sancti Laurentii pertinentis gerant et habeant sicut oportet parochiales sacerdotes curam et solicitudinem parochiarum suarum tam in penitentiis quam in aliis ecclesiasticis sacramentis eorum populis habere", affidamento di cura parrocchiale (esercitata fino al 1772) non certo frequente nei confronti dei frati e che presupponeva nell'ordine un notevole grado di clericalizzazione [6].
Come altrove, anche a Vicenza la chiesa preesistente concessa agli Eremitani dovè risultare subito angusta e i frati iniziarono presto, fin dal 1254, con pubblico contributo, la costruzione di una nuova, S. Michele, posta a Sud-Est della città, vicino alla porta di Berga che ingloberà la cappella di S. Lorenzo in Berga di cui rimarrà però anche qui il ricordo in uno degli altari della nuova chiesa. Collegata, come già detto e come era accaduto a Padova per S. Antonio, alla sconfitta di Ezzelino III e al riacquisto della libertà, sarà sostenuta dal comune che, negli Statuti del 1264, vede nell'arcangelo uno dei suoi protettori, acquistando presto un posto di notevole prestigio nella città stessa [7].
Gli Eremitani giambonini sono dunque già ad Arzignano, nel vicentino, dal 1242, e dieci anni dopo, forse gli stessi o senz'altro dei frati dello stesso ordine, stabiliti nella zona suburbana dei Berici, prima a S. Apollinare e poi, dal 1266, a S. Lorenzo dove successivamente inizieranno la importante costruzione di S. Michele. Appaiono sostenuti fin dall'inizio dai più alti rappresentanti della locale gerarchia, compreso il vescovo, evidentemente non allarmati dal loro arrivo, cui, a partire dalla costruzione di S. Michele, si assocerà l'interesse e l'appoggio del comune cittadino.
Note
(1) - Complessivamente vedere: G. MANTESE, Memorie storiche della Chiesa vicentina, II. Dal mille al milletrecento, Vicenza 1954, pp. 234-235, 486-487, e III. Il Trecento, Vicenza 1958, pp. 224, 315-316; F. BARBARANO, Historia ecclesiastica della città territorio e diocesi di Vicenza, V, Vicenza 1761, p. 209; solo a partire da S. Michele: F. BARBIERI, L'immagine urbana, in "Storia di Vicenza", II. L'età medievale, Vicenza 1988, pp. 279-282; inoltre: DE SANDRE GASPARINI, La storia religiosa, p. 90, con cartina dei Mendicanti a Vicenza a p. 65.
(2) - Archivio di Stato di Vicenza, Corporazioni religiose soppresse da Venezia, S. Michele, b. 173.
(3) - Trascrizione dell'atto in VIGNA, Zibaldone, ms. della Biblioteca Bertoliana di Vicenza, IX 113, da copia del 1324 eseguita in Padova che si trovava nel fondo dell'archivio conventuale di S. Michele, ora all'Archivio di Stato di Vicenza dove ora però nè il documento nè la copia esistono (da informazione di L. Moretti); cfr. MANTESE, Memorie storiche, III, p. 316 nota 71 con dati imprecisi.
(4) - Archivio di Stato di Vicenza, Corporazioni religiose soppresse, S. Lorenzo, b. 843.
(5) - Originali dei tre atti allo stesso archivio, Corporazioni religiose soppresse da Venezia, S. Michele, b. 173; in proposito: MANTESE, Memorie storiche, III, p. 316 nota 71, dove rinvia al VIGNA, Zibaldone, IX, 113.
(6) - Archivio capitolare di Vicenza, perg. III, n. 180, e vedere MANTESE, ibid., II, pp. 234, 486, e III, pp. 224-225 (cura d'anime), con rinvio sempre a VIGNA, ibid., p. 97.
(7) - Vedere in proposito MANTESE, ibid., p. 486-487; F. LOMASTRO, Spazio urbano e potere politico a Vicenza nel XIII secolo. Dal "Regestum possesionum communis" del 1262, Vicenza 1981, p. 17; BARBIERI, L'immagine urbana, pp. 281-282; DE SANDRE GASPARINI, La vita religiosa, p. 90; G. CRACCO, La religione a Vicenza nel tardo medioevo: persistenze e novità, in "Santità e religiosità nella diocesi di Vicenza. Vita e storia di pietà dal sec. XII al sec. XX", a cura di R. GIRONDA, Vicenza 1991, pp. 33-34.