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L'africa romana: Douggha

L'arco di Septimio Severo: un monumentale ingresso alla città

 

L'arco di Septimio Severo: un monumentale ingresso alla città

L'arco di Septimio Severo: un monumentale ingresso alla città

 

 

ARCO DI SEPTIMIO SEVERO

 

 

 

Costruito sotto il regno dell'imperatore Septimio Severo (193-211) per celebrare l'attribuzione di privilegi concessi alla città, questo monumento era formato da un'arcata di quattro metri circa di apertura sostenuta da pilastri decorati davanti e dietro con nicchie rettangolari.

Sorge all'ingresso della città sulla strada che proveniva dalla vallata. Gran parte dell'Arco è crollato, insieme alle colonne antistanti ai pilastri su entrambi i lati dell'apertura.

Settimio Severo nacque a Leptis Magna (nell'attuale Libia a 130 km ad est di Tripoli) e la sua famiglia apparteneva all'ordine equestre. Pare che nel 172 sia stato fatto senatore da Marco Aurelio.

Nell'anno 190 gli venne affidato il consolato e negli anni seguenti resse su incarico dell'imperatore Commodo il comando delle legioni in Pannonia.

Quando venne assassinato Pertinace nel 193, le truppe proclamarono imperatore Settimio Severo a Carnuntum in Austria e questi si affrettò a rientrare in Italia per prendere possesso di Roma senza incontrare particolari opposizioni.

I legionari della Siria però proclamarono imperatore Pescennio Nigro, mentre quelli della Britannia scelsero Clodio Albino. Venne inoltre nominato un quarto imperatore, un certo Didio Giuliano. Settimio Severo riuscì a sbarazzarsi dei tre rivali nel 197, in seguito ad una sanguinosa guerra.

Settimio Severo con il Senato non mantenne mai buoni rapporti. Egli non fu accettato da subito da questa importante istituzione romana, poichè aveva assunto il potere con l'aiuto dei militari, e ne ricambiò l'ostilità. Settimio Severo ordinò l'esecuzione di numerosi senatori accusati di corruzione e cospirazione contro di lui, e li sostituì con suoi partigiani. Egli inoltre sciolse la Guardia Pretoriana e la sostituì con un suo esercito privato di 50.000 soldati a lui fedeli, che erano accampati nei dintorni di Roma.

Negli ultimi anni del suo regno, a partire dal 208 d. C., Settimio Severo intraprese un buon numero di azioni militari in difesa dei confini della Britannia romana dalla spinta continua delle tribù caledoni, con la previsione di una ricostruzione del Vallo di Adriano. Morì il 4 febbraio 211 a York.

Durante il regno di Settimio Severo furono modificati i metodi di persecuzione dei cristiani. Settimio Severo non promulgò nuove leggi contro i cristiani, ma consentì l'applicazione di vecchie leggi. Dure furono le persecuzioni in Africa, che sembra avessero inizio nel 197 o 198 (si vede Tertulliano nel suo libro Ad martires), alle cui vittime ci si riferisce nel martirologio cristiano come ai martiri di Madaura. Probabilmente nel 202 o 203 caddero Felicita e Perpetua. La persecuzione infuriò ancora, per breve tempo, sotto il proconsole Scapula nel 211, specialmente in Numidia e Mauritania.